VALLE DEL SERCHIO – Con l’avvento di novembre si avvia alla conclusione anche la raccolta delle castagne. Foglia dopo foglia, refolo di vento dopo refolo di vento i maestosi castagni si spogliano lentamente dell’abito estivo prima di addormentarsi per il lungo inverno.
In questo allucinante 2020 anche la qualità e la quantità delle castagne è perlomeno contraddittoria. Di fatto cambia da zona a zona. Può addirittura capitare che nella stessa selva, in basso siano di cattiva qualità e scarsa quantità e poco più in alto, tutto il contrario. Nello storico e secolare castagneto di Pratomaleta, ai confini del Parco dell’Orecchiella, abbiamo notato una modesta produzione ma con castagne di buona qualità, mentre in Val di Vaiana, nel comune di Barga, sembra sia notevole il numero delle castagne attaccate dal marcione. Infatti il metato di comunità è in piena essiccazione, caratterizzato dal fumo causato dal fuoco sempre acceso alimentato da ciocchi di castagno residuo della lavorazione delle castagne dello scorso anno. Solo così infatti le castagne che rimarranno li dentro non meno di 40 giorni, al momento della battitura e poi dello macinazione nel mulino ad acqua daranno una farina di un sapore unico conosciuta come farina dolce o farina di neccio che in Garfagnana ha anche il riconoscimento DOP. In conclusione è iniziata l’ultima fase della lavorazione delle castagne che si concluderà con la festa della polenta di neccio, ma per questo dovremo attendere il mese di dicembre, non prima.
Tag: NoiTV
Lascia un commento