Attacco di lupi a Camporgiano, l’allarme della CIA

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CAMPORGIANO – Nuovo attacco di lupi a Camporgiano. Questa volta, i lupi hanno preso di mira un gregge di proprietà di un pensionato, Salvatore Corrieri, che, da tempo, si occupa di un terreno tra Casatico e Camporgiano, mantenendolo pulito e in ordine e facendoci brucare le proprie pecore.

Un terreno recintato e protetto, dove, ieri mattina, ha trovato quel che resta delle sue pecore. «E’ la passione che mi ha portato a occuparmi di questo terreno e delle mie pecore – racconta Corrieri –. Non mi aspettavo certamente che il mio gregge venisse attaccato dai lupi, anche perché siamo veramente a ridosso dell’abitato».

Ad essere state sbranate dai lupi sono state tre pecore e un montone: «Il mio adorato montone – dice Corrieri – deve aver cercato di proteggere le pecore e deve essere stato il primo a venire ucciso, dopo aver fronteggiato i lupi, perché l’ho trovato accanto alla recinzione. Sono particolarmente dispiaciuto per la sua fine, perché era un animale giovane e bellissimo a cui ero molto affezionato».

Quella che si va evidenziando è una situazione sempre più preoccupante, che vede i lupi non aver paura di avvicinarsi all’abitato, per procurarsi il cibo. «Sono urgenti misure più stringenti – commenta il direttore della Cia Toscana Nord, Alberto Focacci –, perché sempre più spesso i lupi si avvicinano alle nostre cittadine e questo significa che è venuta a mancare l’atavica paura dell’uomo, che, invece, si dovrebbe recuperare per poter pianificare una convivenza pacifica».

Focacci, in più sedi, ha caldeggiato la ricerca di soluzioni non cruente per promuovere questa convivenza: sebbene sia impegnativa anche per la sua messa in atto, una strada possibile sarebbe quella di dotare gli allevatori di fucili con proiettili di gomma, da usare solo come mezzo di dissuasione. «Anche secondo esperti di altri Paesi stranieri – spiega Focacci – questo sistema favorirebbe il recupero dell’antico timore del lupo nei confronti dell’uomo che lo portava a restare lontano dall’abitato e a cercare altrove il proprio sostentamento».

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