CoronaClub, tempo di tamponi

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Giorno 7 dall’esito tampone (giorni di quarantena … infiniti…)

Stamani mi alzo con la consapevolezza che entro domani o forse domani l’altro, mi toccherà cambiare i giorni di conteggio di questo diario. Ieri la giornata è stata ravvivata infatti da un doppio tampone che per un attimo ci ha scaldato il cuore e ci ha fatto sperare in chissà quali guarigioni miracolose. Poi, tornati a casa dal Suzie Clark di Bagni di Lucca, dove siamo stati tamponati nel cosiddetto drive trough, abbiamo avuto la bella “rassicurazione” dell’amico Bruno, positivo da prima di noi, che il suo tampone, fatto il giorno precedente al nostro, con una positività più lunga della nostra alle spalle, è ancora bello positivo; la fatidica parola che non vorresti più leggere, “rilevato”, c’è ancora e quindi ricomincia un cammino fatto di incognite e incertezze “fino al tampone che verrà, amen”.

Siamo dunque ora in attesa di questi benedetti referti, io e Valeria, ma li attendiamo con la consapevolezza che quel “rilevato”, che suona un po’ come il “non ammesso”, “rivedibile”, “rimandato”, sia la non sorpresa che ci attende non appena riusciremo a leggere i referti pubblicati sul sito referticovid.sanita.toscana.it, dove puoi accedere con la tua tessera sanitaria, ma soprattutto solo se sei già o in procinto di entrare nell’esclusivo club degli sfigati. Speriamo solo che quel rimandato non sia eccezionalmente accompagnato, come a scuola, con “a settembre”… A Renaio, come sapete, si sta bene e si mangia bene, ma ora la mancanza di Barga e della vita di tutti i giorni si fa sentire…

“Pazienza”

“Ci riproveremo”,

“Che ti volevi aspettare

La rassegnazione è già insita nelle nostre frasi di circostanza, ma la speranza, come si dice, è l’ultima a morire… poi penso anche che si dice pure che… chi vive sperando, muore….

Vabbè. Merita raccontare comunque tutta la storia del tampone agognato. Inizia con la telefonata lunedì al buon ufficiale medico Aristide e la successiva impegnativa da lui sollecitamente inviata  al sistema, per richiedere il tampone a Valeria. Per lei i tempi erano quelli giusti; ieri era infatti al 17° giorno dalll’esito del referto di positività (con il maledetto “rilevato” del 3 ottobre, senza nemmeno che accanto ci fosse quella speranzosa aggiunta del “bassa carica virale” che con sé porta qualche auspicio in più di sfangarla). E’ passato poi appena un giorno ed è arrivata la telefonata di una solerte addetta dell’USCA o del servizio di igiene e prevenzione del territorio, che la informava che nel pomeriggio sarebbe stata sottoposta a Bagni di Lucca a tampone. La domanda rivolta alla gentile signora su che cosa Valeria doveva farne di me, il suo acciaccato compagno, positivo al coronavirus una settimana dopo, ma malato e malmesso da pochi giorni dopo il suo tampone, ci ha fatto capire che, quello che spesso tutti noi pensiamo, che “loro” siano talmente nei casini che non si rinvengono, non è vero. Il nome dello sfigato 2 che abita a Renaio 7, non c’è stato nemmeno bisogno di pronunciarlo perché subito lo ha proferito, come per magia, l’addetta al telefono. Che ha confermato che era il caso di farlo anche a me a quel punto.

Insomma, tutti voi che siete nel club esclusivo del Corona, sappiate che non tutto va male madamalamarchesa, che non piove, governo ladro, che l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare… che insomma questi poveri cristi e criste ce la stanno mettendo tutta per fare il loro lavoro pur in situazioni difficili causate dal poco personale; che nonostante le promesse fatte dalla Generala Casani, forse sarebbe bene che venisse aumentato ancora in questa fase.

Insomma, una lancia la voglio spezzare nei confronti degli uomini, ma io ho visto e sentito soprattutto delle donne, del sistema che sono impegnati sul territorio. Oltretutto anche ieri, al tampone, ho verificato la gentilezza e la simpatia di chi non ti fa sentire mai lo sfigato appestato di turno. Un grosso brave a Iana e Michela, le due addette al drive trough!

Oggi, mi sento in vena di lanciare pensieri e messaggi positivi, soprattutto costruttivi, anche perché in questi giorni sono anche arrivate notizie positive riguardanti tante persone vicine che erano ricoverate al Covid Day Surgery del San Luca a Lucca. Ieri l’Emanuele e la Bruna, accompagnati dal covid pulmino bianco (che non so perché mi fa tornare in mente la canzone White Rabbit dei Jefferson Airplane), sono rientrati nella loro montagna, accolti dai boschi ormai striati da mille colori autunnali.

A Gallicano è rientrato anche Antonio e al Poggio è rientrata due giorni fa la mia amica Lorena, la moglie del Bruno (al secolo Bubu) di cui sopra, che mi ha chiesto di aiutarla a divulgare questo messaggio circa il suo ricovero al Covid Day Surgery  del San Luca.

“Ho trovato tanta professionalità ed insieme tanta umanità in tutti quelli che mandano avanti questo reparto – scrive Lorena – In momenti  difficili ci hanno dato forza, ci hanno alleggerito del peso della malattia, ci hanno fatto sentire malati coccolati e non appestati. La dolcezza dimostrata con ogni paziente, sia esso il più giovane che l’anziano centenario, mi ha commosso e per me è stata un tesoro prezioso in questi giorni difficili.

Vorrei esprimere la mia gratitudine a tutti, dalla dottoressa Lenzini, alle infermiere, alle OSS, agli addetti alle pulizie. Posso parlare solo bene di questo reparto in cui, nonostante debbano affrontare ogni giorno tante situazioni difficili, non ti fanno sentire e non ti lasciano mai sola. Anche  quando mi hanno dimesso ho sentito tanto calore, condivisione, empatia.

Al reparto del San Luca, ho insomma trovato persone che sono il massimo che puoi sperare di incontrare  quando vieni ricoverato. Persone speciali.”

Anche il fatto che per tutte queste persone il ricovero, nonostante la polmonite bilaterale da curare, sia durato pochi giorni invece che mesi, è un bel modo per chiudere oggi questo diario. Il coronavirus può essere una brutta bestia e quando attacca i polmoni è un vera e propria rottura di palle, ma la nostra medicina oggi sa quasi sempre come curarlo in fretta e questo ci piace assai. Poi se tutto questo si riesce a farlo con umanità e condivisione non è davvero male…

 

 

PS

Volevo chiudere così, ma poi mi son rammentato che non vi ho detto niente del tampone delle truppe gatte… ieri sono venute anche loro a Bagni di Lucca…  solo i due giovanotti, perché il centenario e gobbo Leo ha detto che ormai ha un piede nella fossa e quindi tanto valeva rimanere a Renaio.

Quando però, Aldo e Nemo,  hanno visto la lunghezza del tampone che ti arriva fino al cervello, esce dalle orecchie e rientra dalla gola, mentre dici aaaaaaaaaaaaaa e devi tenere la lingua fuori dalla bocca,  per poi sparire d’incanto dentro una provetta, hanno deciso che forse era meglio di no. Si sono messi comunque in isolamento fiduciario prediligendo però la bolla covid free di casa Doriano, dove condividono il momento con la cagnona Stella, che ormai si è rassegnata…

Prima hanno voluto però passare da Ponte all’Ania e Fornaci (Nemo) per un saluto, con tanto di bandiera fuori dal finestrino, alla terra dei tifosi del Bologna Luca Mastronaldi e Michele Foli e da Barga (Aldo) per il solito saluto, ma rivolto ai colleghi di fede laziale Fabio Fantozzi e Fabio Quintavalli.

Già che siamo in tema calcistico, ieri il non più tanto “buon” Rocco Commisso ha deciso di confermare la fiducia a Iachini. Lo ha fatto peraltro nel momento delicato del mio tampone, causandomi una tale improvvisa incazzatura che spero non infici il risultato del test…

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