CoronaClub… il diario

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RENAIO – Giorno 2 dall’esito del tampone, (giorno 13 da quando sono in quarantena).  I risvegli sono uguali gli uni agli altri e così pure l’avvio delle giornate, a parte quando vengono gli uomini di Sistema Ambiente a ritirare i nostri rifiuti (pericolosi) che vanno trattati come se sviluppassimo oltre alla positività anche un po’ di radiazioni… Fanno un gran lavoro quelli della ditta, sono gentili e funzionali; ed il giorno prima di avvertono della visita, ed  il fatto che poi arrivino di mattina, di solito presto, ma mai al solito orario, rende quella mattinata densa di un phatos particolare… in attesa che arrivi una delle poche occasioni di rivedere come è fatta la gente normale, quella che non rientra nel popolo degli sfigati del coronavirus. Son grandi emozioni ogni volta…

Anche preparare (la sera prima) la scatola con doppio sacchetto per conferire i rifiuti è una avventura che di solito occupa le serate precedenti all’arrivo… Munito di mascherina e guanti sudo le proverbiali sette camice ma alla fine riesco nell’impresa

Per il resto ogni giorno inizia uguale all’altro ed uguale e immutato è il mio principale spazio vitale che durante l’arco di tutta la giornata, tentando di dare continuità al lavoro che faccio e di aggiornare il sito, è concentrato nello spazio che passa dalla tastiera al monitor del pc portatile.

Le variazioni sul tema in giornata sono i momenti dedicati ai pasti che però fino ad ora sono sempre stati assai tristi (perché mancava appetito e olfatto e gusto erano un po’ in crisi), è l’immancabile passeggiata che ogni giorno deve contemplare almeno 4 mila passi, circa 3 bellissimi chilometri, nell’eccezionale percorso di “Casa covid Renaio” che va dal soggiorno fino ad un giro intorno al tavolo della cucina, poi sale le scale ed attraversa tutto il primo piano fino al bagno per poi , con una specie di parabolica, ritornare indietro e ripetere il tracciato. Non è un brutto percorso, anche se a volte un po’ monotono; manca forse di segnaletica ma ormai l’ho quasi imparato a memoria e non mi perdo più.

Altro momento ricorrente della giornata accomuna tutti noi del CoronaClub. Ed è il tempo dedicato alla meditazione personale: quando torneranno a farmi il tampone? Ma devo sentire qualcuno? Chiameranno loro? E se son positivo ancora?

Sono interrogativi esistenziali assai importanti e la meditazione di solito il suo tempo lo piglia..

Io poi sono ancora lì che mi domando anche quando chiamerà il famoso operatore che mi dirà anche come usare Immuni e che mi dirà, soprattutto, che sono positivo. L’ufficialità mancante per ora, non mi fa guadagnare posizioni nell’esclusivo club… e quindi ci spero…

A proposito di Immuni, il giorno che riuscirò a spedire il famigerato codice credo che, visto che ero già in casa una settimana prima di essere risultato positivo,  suonerà l’allarme solo alla volpe che fa la sua capatina in giardino ogni notte e forse anche a qualche gatto del Doriano, della Franca o della Diana… i miei, di gatti, la app non l’hanno scaricata perché oltre a essere uno gobbo, uno del Bologna ed uno laziale, sono anche negazionisti e quindi sono tranquilli.

Per oggi è tutto… domani sarà sabato e riparte il campionato e quindi son già in fibrillazione; sarà il mio personale “sabato nel villaggio… speriamo che la fervente attesa del giorno festivo non sia  destinata ugualmente  a rimanerne profondamente delusa dalla sconfitta della Viola.

Commenti

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  1. Ciao Luca e Valeria.. Il momento che state attraversando, e’terribile, lo so e vi sono nel cuore… Quello che hai scritto e’molto forte e vero… Ed e’il pensiero di molta gente che come voi si trova”agli arresti domiciliari”! Posso solo dire a te Luca.. Che il tuo diario aiuta molto… E che altre persone.. Copiandoti… Hanno preso questa iniziativa… Mi raccomando forza e se avete bisogno.. Anche x parlare… Il mio numero lo sai… Un bacione a te e Valeria… Mori Paola


    • Grazie Paola. Un abbraccio.

    • Andrea Giannasi


      Un giorno, mentre stavano cadendo le prime bombe su Berlino, un tale, il nome non è importante perché i tedeschi per noi alla fine son tutti uguali, dicevo mentre cadevano le prime bombe su Berlino, un tale disse queste parole: “Non vorrei essere in nessun altro posto al mondo”. Non mostrava neppure le tessere e le scarpe lucide raccontavano di sensatezza. Se bisogna morire almeno arriviamoci in ordine. E questo lo sussurrava sempre uno dei generali di Napoleone che lo accompagnò poi all’Isola d’Elba. Tutto questo per raccontarvi cara Valeria e caro Luca che l’isola vi aspetta nel 2021 e che anche su Berlino non cadono più le bombe. E non dispiace neppure che a Torino abbiano inaugurato una nuova Chiesa. Ce ne faremo una ragione.
      Un abbraccio. Andrea

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