BARGA – Entro il 20 ottobre il consiglio comunale di Barga sarà chiamato ad ufficializzare definitivamente l’ingresso di Barga nella riserva MAB (Man and Biosphere) dell’Appennino Tosco-Emiliano
Il programma MAB al suo interno include le Riserve della Biosfera, che mirano a coinvolgere le comunità locali e sono esempi di best practice per lo sviluppo sostenibile e per l’interazione tra sistema sociale e sistema ecologico.
La riserva dell’Appennino Tosco Emiliano nasce nel 2015. Ed è in corso un vasto processo di allargamento che porterebbe da 34 a 79 i comuni presenti nelle province di Reggio Emilia, Parma, Massa e Lucca Modena ed anche La Spezia.
La deliberazione per l’ingresso di Barga, atto necessario a portare avanti l’iter, dovrà essere appunto definita entro la fine del mese di ottobre. Barga, per la provincia di Lucca, andrebbe ad aggiungersi a Minucciano (entrato da poco), Pieve Fosciana, Sillano-Giuncugnano, Piazza al Serchio, Villa Collemandina, San Romano in Garfagnana.
E’ da un anno a questa parte che va avanti l’iter, ma ora che si avvicina il decisivo passaggio in consiglio comunale, nella montagna barghigiana, tra esponenti di aziende agricole e di pastorizia, ma anche rappresentanti dei cacciatori, si ripresentano i dubbi già espressi circa la possibilità che l’ingresso nella Biosfera dell’Appennino Tosco-Emiliano possa portare limitazioni per l’utilizzo del territorio stesso.
La questione più dibattuta è appunto quella di possibili vincoli che limiterebbero le consuete attività, ma in varie occasioni l’assessore all’ambiente del comune di Barga, Francesca Romagnoli principale promotrice dell’allargamento a Barga, è stato assicurato che di vincoli non ce ne sono. Quelle che sono le normative, le regole in atto sia a livello comunale che sovracomunale, non vengono assolutamente toccate o modificate e tanto meno possono essere ampliati eventuali divieti. Nonostante questo in montagna i dubbi restano e per questo lo stesso assessore alla montagna del comune di Barga Pietro Onesti, ha organizzato una riunione pubblica con la popolazione montana che è in programma martedì prossimo, per un confronto con il comune di Barga.
Un chiarimento in particolare si chiede su che cosa prevede nel dettaglio la diversa classificazione dei territori montani nell’ambito della Riserva. Il territorio barghigiano verrebbe interessato a quanto si sa solo dalle ultime due zonizzazioni e proprio su queste e sulle attività ad esse legate in montagna si vorrebbe avere maggiori delucidazioni.
Secondo il Programma MAB Unesco sono tre criteri che fanno riferimento alla perimetrazione e gestione: aree centrali (core zone), costituite da territori protetti ai sensi di leggi e norme specifiche, vocate alla salvaguardia a lungo termine conformemente agli obiettivi di conservazione delle Riserve della Biosfera, e nelle quali sono consentite unicamente la ricerca e attività a impatto zero – zone tampone (buffer zone), che circondino o confinino con le aree centrali, in cui si possono realizzare solo le attività compatibili con gli obiettivi di conservazione, tra cui l’educazione ambientale, l’ecoturismo, il monitoraggio e la ricerca scientifica – zone di transizione (transition zone) che circondino o confinino con le zone tampone, dove sono incoraggiate e sviluppate le pratiche di utilizzazione sostenibile delle risorse; è la parte della riserva in cui sono permesse tutte le attività che consentano lo sviluppo economico e umano, socio-culturalmente ed ecologicamente sostenibile.
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