CASTELVECCHIO PASCOLI – Settembre è il mese della vendemmia e non sfugge a questa attività ormai da diversi anni a questa parte, anche e la chiusa di Casa Pascoli dove dal 2014 si è tornati a produrre il Flos Vineae, vino pascoliano; proprio come quello che lui stesso produceva nelle vigne del suo giardino.
Oggi con quel nome si produce, in piccole quantità, grazie alla bella vigna di Casa Pascoli sia un vino rosso (merlot e sirah le uve) che un bianco che peraltro è frutto dei vitigni di Albana, tipici dell’area romagnola da cui proviene il Pascoli, che furono donati a Casa Pascoli dal comune di San Mauro di Romagna nel 2012 in occasione del centenario pascoliano.
A pensare alla vendemmia, ed in verità a tutto quello che serve per tenere, curare, far crescere il vigneto di casa Pascoli, fino ad arrivare alla produzione finale del vino, ci pensa un gruppo di volontari castelvecchiesi, che si sono presi la briga di valorizzare l’antica vigna di Casa Pascoli, curata un tempo dal poeta, con la benedizione della Fondazione Pascoli.
Le produzioni di vino sono iniziate già prima del 2014, ma è da quel periodo che si è cominciato ad intensificare il lavoro, grazie anche alla ristrutturazione della cantina pascoliana recuperata, come altri edifici e locali, dagli investimenti concessi qualche anno fa dalla Fondazione Arcus.
Comunque sia si è vendemmiato anche in questo settembre 2020. Il tutto è avvenuto ieri, sabato 26 settembre con la raccolta dell’uva di albana bianca e di merlot e sirah.E’ stata, ci fa sapere l’amica Claudia Bilia da Castelvecchio, una raccolta bella e abbondante e gli esperti che sovrintendono alla raccolta e poi alla produzione del Flos Vineae prevedono un buon vino.
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