Al Sacro Cuore un incontro sulle Apuane

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(Dopo la serata svoltasi giovedì sera al Sacro Cuore riceviamo e pubblichiamo)

BARGA – Ottanta persone hanno partecipato ieri sera ad un evento molto speciale tenutosi nel piazzale davanti all’Oratorio del Sacro Cuore e organizzato da tante realtà, religiose e non.

Ottanta persone distanziate e silenziose hanno potuto vedere il filmato di 16 minuti “Cosa c’è sotto le nuvole” ed hanno poi ascoltare il regista Alberto Grossi, pluripremiato autore di cortometraggi sulle Apuane.

La serata cade nel “Tempo del creato”, un periodo speciale istituito da Papa Francesco che è iniziato il 1 settembre e che si concluderà con la festa di San Francesco del 4 ottobre.

Il cortometraggio è veramente un piccolo gioiello da cui traspare un amore viscerale per le Apuane viste come luogo di cultura e di storia, i cui sentieri sono stati calcati dai Liguri Apuani che il regista sente come suoi antenati. E’ caratterizzato da un narrare delicato, interrotto solo da immagini di impressionanti esplosioni che squarciano i crinali e che modificano la topografia facendo scomparire sentieri e luoghi, tanto che, come dice Elia Pegollo, “in Apuane i luoghi scompaiono prima dei ricordi”.

Dopo la proiezione, Alberto Grossi ha toccato anche alcune delle criticità presenti sul territorio apuano, in particolare la minaccia all’acqua, un diritto umano universale e fondamentale. Ci ha detto che nel massiccio apuano è presente un sistema carsico complesso e delicatissimo che, come una spugna, assorbe fino al 90% delle precipitazioni. Custodire le Apuane ci offrirebbe il duplice vantaggio di ridurre lo scorrimento superficiale delle piogge, limitando il rischio idrogeologico, e di ricaricare le sorgenti da cui attingiamo per il nostro fabbisogno idrico. Recentemente la Regione Toscana ha pensato di canalizzare questa risorsa per risolvere le crisi idriche di Pisa, Livorno e della Versilia. C’è, purtroppo, il problema della marmettola, un fango prodotto nelle fasi di taglio del marmo in cava; questa inquina le sorgenti, cementifica le vie d’acqua, in particolare compromette le cavità sotterranee, gli antri, gli incredibili abissi naturali che le Apuane racchiudono come in uno scrigno, occludendoli come il colesterolo le nostre vene. Non è esagerato temere, a causa di ciò, che si possa depotenziare o perdere questa riserva d’acqua anche nel nord della Toscana.

Fra gli interventi si è parlato dell’importanza di sostenere tutte le forme di economia alternativa all’estrazione anche rigenerando un ambiente degradato e trovando nuove prospettive sostenibili per la salvaguardia dello straordinario ecosistema apuano.

Quella di ieri sera al Sacro Cuore è stata una serata di diffusione di vera cultura, nella quale ai molti presenti è accaduto quello che il Papa chiede nella Laudato sì e cioè di “prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo e così riconoscere il contributo che ciascuno può portare”. In molti hanno sentito il dolore per quello che sta accadendo a quella madre terra che, come diceva san Francesco nel Cantico di Frate Sole, “ci sostenta e governa e produce diversi frutti con coloriti fiori e erbe”, quella terra che Santa Ildegarda di Bingen, ben nove secoli fa, sosteneva: “è nostra madre e non deve essere distrutta, non deve essere stuprata”.

 

Maria Elena Bertoli

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