BARGA – Niente è mai scontato e allora, come Vice Governatore della Misericordia lasciatemelo dire: Grazie al Comune di Barga per aver preso a cuore La Memoria di Barga e grazie a Maresa Andreotti per essersi ricordata dei Volontari dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga, con le testuali parole “che sono qui presenti”.
Una serata bella che inorgoglisce la Misericordia e crediamo Barga e anche chi si è speso per il buon risultato, in primis Graziella Cosimini e con lei, oltre al governatore Enrico Cosimini e i confratelli, tutti coloro che sono saliti sul palco: non si fanno nomi per la paura di dimenticare qualcuno, che comunque si possono leggere nell’articolo ufficiale della serata.
Personalmente sono felice, perché ho sempre creduto e palesato che la cosa dovesse continuare e quindi è bellissimo veder che l’idea ha camminato e speriamo continui dopo questo simbolico passaggio di consegne.
Tante le cose ancora da raccontare di Barga, alcune vicine, altre meno vicine ma anche lontane, naturalmente che abbiano un senso di rappresentare la comunità, descriverla nei suoi aspetti e per ora tutto è sempre riuscito benissimo.
La Misericordia iniziò con i fratelli Pascoli confratelli della Misericordia di Barga, ovviamente Lui, Lei consorella. Era il 2012 e oggi siamo arrivati al 2020.
Quante cose ancora da dirsi e alla mente vengono il Dott. Pietro Tallinucci (1820-1864), una figura straordinaria per Barga, un antesignano del volontariato sotto la cui ala protettrice dovrebbe stare, ma ci sono ugualmente per chi riesce a volerlo, tutte le associazioni del Comune di Barga.
Ho detto “per chi riesce a volerlo” per la semplice ragione che è poco conosciuta la sua opera, che mirava pochissimo a se stesso, al suo lustro, ai suoi guadagni ma diretta in soccorso ai miseri di Barga, del Comune e oltre.
Per fare un esempio dei più calzanti, lui a 35 anni assieme a suo fratello Gaetano Tallinucci che ne aveva 36, al tempo del colera dell’anno 1855, quando in Barga tutti fuggivano il Prossimo per la paura del contagio, eccoli indossare la cappa della Misericordia, di questa stessa Misericordia, e dando l’esempio a tutti i confratelli, mettersi letteralmente a tirare il carretto dei contagiati, quindi al soccorso della gente colpita dalla peste colerica.
Pietro Tallinucci, che aveva operato nella Giovane Italia di Mazzini, aveva sognato e in continuazione sognava molto e tanti di quei suoi pensieri onirici i barghigiani riuscirono a vederli realizzati. L’Italia, che poi lo vide piangere di calde lacrime quando dopo il 2 giugno 1882 (oggi festa della Repubblica Italiana) gli giunse la notizia che il Grande Generale aveva chiuso gli occhi, piangendo diceva: è morta la più grande personalità d’Italia! Anche altre furono le sue aspirazioni.
Tallinucci era un costruttore, lo fu per l’Italia ma anche per la sua Barga e vicino a Padre Bernardino da Siena par di sentirlo dire: Padre, mi raccomando, consigli il Comune di Barga che lei, come vicario della parrocchia Barga, lascia una parte dell’ex convento di San Francesco per l’Ospedale da farsi. Forza, glielo dica, così Barga non vedrà più morire la gente per le capanne senza il soccorso della scienza. Forza! Che Dio è con noi! Fu così ed era l’anno 1849.
Fu in diversi anni Governatore della Misericordia di Barga e quando a 64 anni chiuse gli occhi era ancora in carica.
Sul Fosso, passati tre anni dalla sua morte ecco che si vide innalzarsi un monumento che oltrepassava i cinque metri. Si era partiti con un progetto di memoria al Dottore consistente in una lapide, poi al Comitato Pro Tallinucci, presieduto dal suo “pupillo” Egisto Piacentini, che intanto lo aveva sostituito alla Misericordia, arrivavano in continuazione soldi frutto di raccolte anche in paesi lontani, tutti, dai più abbienti ai poveri, volevano lasciare l’obolo per il Grande Spento!
Si parla di memorie, delle memorie di Barga, com’è possibile allora evitare quella di un … pretino magro, spersonito, che chiamavano Il Dorme. Giosuè aveva una venerazione per il Dorme. Lo seguiva su e giù per le straduccie ripide e silenziose del “borgo montano”, sulle piazzette incantate tra il sorriso dei piccoli giardini in fiore e il broncio severo di vecchie case e di palagi medievali “cose – si potrebbe dire col Pascoli – ch’han molti secoli o un anno o un’ora” (L’Ora di Barga). Voleva sempre parlare con lui, aveva imparato a servirgli la Messa. Il Dorme mangiava appena per dare ai poveri … “Se facessi il prete”, diceva Giosuè giovanetto, “vorrei fare come il Dorme”. Così si ricordava la mamma di Giosuè Borsi, nel parlare del figlio morto nella Prima Guerra Mondiale che con la famiglia aveva frequentato Barga e qui conobbe il Canonico Marcucci. (Dal libro di Lorenzo Bracaloni: Il capolavoro di Giosuè Borsi, la sua vita; edito nel 1941 a Vicenza.)
Il 13 settembre 2020 (se Dio vorrà!) le spoglie del Canonico dal Camposanto di Barga saranno accolte nella sua chiesa che è nel Piangrande di Barga e che dové essere dedicata, così come si chiama e volle il Dorme, al Sacro Cuore.
Ed ecco allora che le memorie si fanno dense perché ciò lo vuole in primis l’Arciconfraternita di Misericordia di Barga, che di quel prete secco come un uscio, ma anche del Beato Michele (1399-1479) altro campione di Barga nella Carità, ne ha parlato molto e con grande trasporto dell’anima in seno ai suoi magistrati. Il Dorme che era iscritto al sodalizio, alla morte di questo Santo Uomo, era il 1960, in riconoscenza del bene che aveva fatto, un esempio vivido per tutti i suoi concittadini, appunto, il sodalizio della Misericordia, sempre la stessa di oggi, gratuitamente mise a disposizione della salma un suo loculo al cimitero, quello da cui dopo sessanta anni, muoverà e arriverà, appunto, alla sua chiesa.
Credo si sia capito che dalla Misericordia di Barga, che ormai assomma 203 anni di vita, passi tanta della storia di Barga e nessun altro ente, imparziale nei suoi intenti, non dicono che sia autorizzato ma nelle condizioni sociali, anche per età di esercizio sul territorio, di poter rievocare tanti passati di Barga, che oggi vanno sotto il titolo: La Memoria di Barga.
Pier Giuliano Cecchi
Tag: pietro tallinucci
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