Sono quasi quattro mesi che lo storico barghigiano Antonio Nardini ci ha lasciato alla bellissima età di 98 anni e ne sentiamo la mancanza perché ormai era come un faro che illuminava le vie della storia di Barga. Oggi, seppur lui non sia qui con noi, comunque a parlarcene restano le sue diverse pubblicazioni che fanno sì ch si avveri ancora del Poeta il detto: Non omnia moriar, non morirò del tutto. Noi però vogliamo contribuire a rinforzare quel detto latino cercando di ritessere il suo cammino culturale e per farlo siamo qui a casa di Angelo Pellegrini, ex artigiano, che con Antonio Nardini ha condiviso molti momenti di storia locale, soprattutto come iscritti prima al Gruppo Ricerche Storico-Archeologiche Barga, poi alla Sezione sempre di Barga dell’Istituto Storico Lucchese.
Angelo, come hai conosciuto Antonio Nardini?
Lo conoscevo, si fa per dire, da sempre ma in particolare iniziai a frequentarlo maggiormente al tempo che con il povero dott. Raffaello Nardi di Barga e altre persone, fondammo il circolo fotografico Michele Bertagna, i cui incontri si facevano alla Pro Loco che aveva la sede in piazza Angelio ed era diretta da Pietro Marroni che come vice aveva proprio Antonio Nardini. Nel 1977 si fece la nostra prima iniziativa fotografica, una mostra alla Pro Loco, dal titolo: I Mulini della Corsonna. Ricordo che a quell’iniziativa interessò assai anche a Nardini, questo perché gli piaceva l’argomento che spaziava anche nella storia di Barga, la sua vera grande passione.
Dopo questo vostro primo contatto, diremo conoscenza più diretta, poi tra voi è nata una collaborazione culturale che è sfociata anche nell’amicizia. Vuoi dirci qualcosa di questo.
Certamente e posso dire che il primo e concreto avvicinamento tra noi, animati dal solito interesse per la storia di Barga, avvenne all’epoca che anche a Barga si celebrò l’anno dei Medici con delle iniziative che qui, nell’antica terra fiorentina di Barga, presero per nome Barga Medicea.
Si ebbero varie iniziative cui noi collaborammo come Gruppo Ricerche Storiche Barga. Fu un modesto contributo che però dette l’inizio e segnò la nostra futura strada assieme, che si andò identificando in una sorta di duetto: lui lo storico che approfondiva i vari aspetti di una mostra che si era pensata come Gruppo Ricerche ed io il fotografo che seguiva l’evolversi di ogni studio realizzando tutte quelle immagini che occorrevano. Poi le mostre che abbiamo realizzato assieme, in tutto più di cinquanta, le realizzammo anche come Sezione di Barga l’Istituto Storico Lucchese.
Come Gruppo Ricerche Storiche mi piace ricordare la mostra Barga Garibaldina che allestimmo qui a Barga nel 1982, anno del centenario della morte di Giuseppe Garibaldi, ovviamente su richiesta del Comitato Onoranze al generale garibaldino. La mostra fu solo una delle diverse iniziative che si ebbero qui a Barga, che culminarono con la presenza sul piazzale del Fosso, sotto il monumento del patriota barghigiano Antonio Mordini (Barga 1819 – Montecatini 1902), del Presidente il Consiglio dei Ministri On. Giovanni Spadolini. Mordini era stato il prodittatore di Giuseppe Garibaldi in Sicilia.
Altri ricordi che ti vengono in mente?
Mah! Ricordo con piacere che l’anno seguente, il 1983, sempre come Gruppo Ricerche Storiche, allestimmo per il CAI Barga e quello di Lucca, una mostra su una delle pagine più affascinanti della storia di Barga, quella che va sotto il nome La via dei Remi. Si trattò della ricostruzione storica di quell’attività che investiva direttamente il Comune di Barga proprietario dei boschi nell’Alpe detta di Barga, che andavano anche di là dal crinale naturale, le cui piante, essenzialmente faggi, tagliati in tronchi e altre misure, il tutto trainato a valle lungo quella via e inviato tramite il fiume Serchio alla città di Pisa dove erano utilizzate per la costruzione delle galee e lunghi tronchi per farne, appunto, i remi per la voga.
La mostra ebbe l’onore di essere accolta nella sala Ademollo di Palazzo Ducale a Lucca.
Queste sono le mostre realizzate da Antonio Nardini con la tua importante collaborazione per il Gruppo Ricerche Storiche, cui seguirono altre per l’Istituto Storico Lucchese e in particolare?
Come Sezione di Barga dell’Istituto Storico Lucchese si realizzò insieme una mostra pascoliana molto apprezzata da tutti e si tratta di Immagini del Mondo Pascoliano, anno 1986, cui dette il suo importante contributo Alfreda Verzani che dopo la morte dell’indimenticato Pietro Marroni era divenuta presidentessa la Pro Loco Barga. Attenta conoscitrice della storia di Pascoli lei fece tutte le didascalie della mostra mentre le foto del Poeta, con i relativi permessi comunali, le riprodussi io stesso. Questa mostra poi ebbe anche il seguito in una pubblicazione che porta il solito titolo della mostra e che fu voluta nel 2012 dalla Fondazione Ricci con la collaborazione dell’Istituto Storico Lucchese, mentre l’Istituto nel 1996 aveva dato alle stampe il libro Giovanni Pascoli Fotografo curato da Graziella Cosimini.
Altra mostra cui demmo il nostro contributo fu quella realizzata per il Centenario della Nascita di Mons. Lino Lombardi (Ponsacco 1886 – Barga 1965), il proposto di Barga che si distinse con il suo cappellano don Andreotti durante i sette mesi della Linea Gotica 1944-1945, che videro Barga nel mezzo tra i due schieramenti e quotidianamente bombardata senza pietà.
Varie furono le iniziative tra cui una mostra sui restauri del Duomo di Barga che durarono dal 1927 al 1939, anni in cui il Lombardi, dal 1929, era già proposto di Barga e grande collaboratore dell’Operaio del Duomo e Podestà di Barga Morando Stefani (Barga 1874 – Barga 1962), che volle quei restauri con tutto se stesso. Qui apportammo il nostro contributo che vide impegnata tutta la Barga culturale.
Mi fa piacere che tu ricordi quella mostra, il contributo che deste voi e anche tutti gli altri e di cui lo scrivente può testimoniare per esserne stato il coordinatore. Altre cose che vuoi ricordare, di cui ne fa parte anche e soprattutto Antonio Nardini?
Ce ne sono tanti di ricordi e continuiamo dicendo della mostra La Misericordia di Barga del 1987, La Civiltà del Cotto, che realizzammo l’anno successivo, il 1988, con la collaborazione di Alfreda Verzani della Pro Loco. Andiamo pure avanti, però ricordo solo quelle principali perché altrimenti, con un sorriso: non finiresti scrivere! eccoci al 1998, quando furono terminati dopo quattordici anni, i restauri al teatro Differenti e fu chiamato l’Istituto Storico Lucchese a realizzare una mostra storica alla sede della Pro Loco e che vide anche la riedizione del libro che Antonio Nardini aveva realizzato per il Giornale di Barga nel 1983, Storia del Teatro Differenti, e che con il solito titolo fu riedito per l’occasione.
Nel 2000 realizzammo una mostra alla Pro Loco in memoria del suo presidente Pietro Marroni, mentre nel 2001, nell’ambito delle iniziative in occasione del Raduno Nazionale dei Suonatori di Campane che si tenne a Barga, allestimmo la mostra Campane e Campanili del Territorio di Barga.
Dopo qualche anno, dato che di mostre diremo pubbliche, cioè richieste all’Istituto da parte del Comune di Barga o altri enti, andò scemando, ecco che seguendo la mia passione di fotografo iniziai a pensarle e a realizzarle da me però sempre come iniziative dello stesso Istituto Storico Lucchese diretto sempre da Nardini. Il luogo delle mostre era la chiesa del SS. Crocifisso e furono molto seguite, ricordando in particolare Barga con Firenze culla del Rinascimento, del 2013, che tu ben conosci per averla recensita sul Giornale di Barga Online.
Grazie Angelo e a questo punto cosa vuoi dirci ancora di Antonio Nardini?
In particolare vorrei porre all’attenzione di tutti le sue pubblicazioni che assommano a circa diciassette più le varie collaborazioni a libri di Vari Autori. Dell’Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga mi piace ricordare la collana Arte Storia Cultura diretta da Antonio Nardini quale commissario dello stesso Istituto di Barga, e che assomma circa una ventina di Libri. Mi scuso se parlando della collana, mi corre il pensiero all’amico maestro Gualtiero Pia (Barga 1928 – Barga 2013), che con il suo libro Addio Paese, incentrato sull’emigrazione barghigiana, inaugurò la stessa collana nell’ormai lontano 1995. Se questo fu il primo libro, l’ultimo della serie ha la firma di Antonio Nardini e s’intitola La Villa Gherardi dai Marchesi Angeli al Comune, del 2012. Mi piace ricordare che gran parte di questi libri vede la mia collaborazione come fotografo.
Tornando ancora un attimo a Gualtiero Pia mi piace dire che nella detta collana di libri ce ne sono tre che riguardano alcune poesie di Pascoli che hanno incontrato la penna di vari musicisti.
Altre pubblicazioni e impegni di Antonio Nardini che vuoi ricordare?
Oltre a quanto si è già detto ricordo il libro Baccio Ciarpi del 2007, dove Antonio Nardini trattò del pittore nel capitolo Un Pittore Barghigiano, mentre l’altro autore, la dottoressa Lidia Janulardo trattò di Baccio Ciarpi pittore oratoriano, maestro di Pietro da Cortona. Questo libro lo voglio ricordare perché mi pare che sia il primo a inquadrare il nostro Pittore in una bella veste tipografica e ricchezza di contenuti.
Altro libro di Nardini fu Barga –Chiesa e Convento di San Francesco del 2004.
Vorrei anche ricordare che come Gruppo Ricerche Storiche Barga, quando Antonio Nardini ne fu il presidente, erano gli ultimi anni ’70 del Novecento, con il concorso di tutti gli iscritti iniziammo a dare corpo all’idea Museo a Palazzo Pretorio, inizialmente allestendo una mostra al piano terra di palazzo Angeli che è nell’omonima piazza. Era l’anno 1979 e il successivo 1980, quella mostra fu ospitata a Palazzo Pretorio, dove oggi è il Museo del Territorio Antonio Mordini, che prese avvio proprio da allora e in questo 2020 compie quaranta anni.
Parlando di musei vorrei ricordare che a Barga ne andrebbe allestito uno dell’Arte Sacra del quale se ne parla da molti anni, ma questa è un’altra storia che voglio augurare si avveri.
Che pensi andrebbe fatto per ricordare nel tempo Antonio Nardini?
Sono a conoscenza che già si sta muovendo qualcosa a Barga tra Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga, Fondazione Ricci e la stessa famiglia di Nardini e queste attenzioni mi fanno molto piacere e sono sicuro che ne uscirà un degno omaggio alla sua memoria a cui mi permetto di unire un mio pensiero frutto della stima che ho nutrito per lui e dell’amicizia di cui mi ha onorato:
Antonio ed io abbiamo collaborato e fatto con vera passione quanto ho cercato di ricordare. A margine di questo pensiero posso dire e credo che se fosse qui Antonio mi direbbe di sì, ossia, che il nostro impegno è stato dettato anche da una certa rivalsa sociale per le nostre sfortunate vicende che negli anni giovanili hanno attraversato la nostra vita e il nostro mondo del lavoro.
Grazie Angelo per averci rilasciato quest’intervista in ricordo di Antonio Nardini e per tutto ciò che hai fatto e continui a dare a Barga.
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