Nell’autunno 1994, ideato dal maestro Giancarlo Rizzardi, iniziò a formarsi, a Barga, un nuovo complesso musicale: suonatori di mandolini, chitarre, chitarra-basso, fisarmonica e strumenti a fiato. Si riunivano per passare insieme delle serate nell’edicola di giornali di Mario Nardini: da qui il nome dell’orchestra “L’edicola”. Tutto al merito del maestro Rizzardi, che riuscì a mettere insieme musicisti diplomati al conservatorio con puri dilettanti, ottenendone un lusinghiero risultato. Egli preparava gli spartiti appositi per i vari strumentisti, tenendo conto della capacità individuale di ciascuno; e, alle prove, consigliava con pazienza chi tardava ad apprenderle, in modo deciso, sì, ma bonariamente, quasi paternamente. Aveva un carattere estroverso, aperto, socievole; e spesso il suo dire era ‘condito’ da simpatiche battute che trasmettevano agli altri un senso di tranquillità. Il nostro maestro, musicalmente era poliedrico, bravissimo nella musica ‘Jazz’, che era la sua primaria, ed in quella ‘Folk’, cioè quella di questo gruppo.
Altro fatto importantissimo: poco tempo dopo l’inizio, l’eclettico Maestro creò un coro femminile detto “Le Casalinghe”, anch’esse da lui dirette, guidate, consigliate che, affiancate all’orchestra, completò il complesso determinandone un notevole salto di qualità. Poi, via via, il gruppo si ingrandì, con l’arrivo di nuovi esecutori, fino a divenire una vera orchestra caratteristica di musica popolare.
Nel repertorio figura solo musica tradizionale, popolare, come celebri canzoni napoletane ed italiane in genere, stornelli toscani, musica folcloristica e così via; l’esecuzione è affidata ai suddetti strumenti, un tempo molto diffusi: vederli e ascoltarli è una novità, una piacevole riscoperta.
Nella primavera del 1995 il complesso debuttò con il primo concerto a Ponte a Moriano. Da allora ne sono stati eseguiti ben 170 e si sono svolti per tutta la nostra valle, di cui moltissime volte al ‘Ciocco’, a Lucca ed anche in tanti altri centri della Toscana: in teatri, in circoli di vario genere, in chiese, in sagre, in piazze e piazzette di centri rurali.
Ed è, appunto, soprattutto nei paesi che gli esecutori vengono gratificati da testimonianze degli astanti i quali, ad essi rivolgendosi, dicono con commozione frasi come questa:
“Ascoltandovi ci avete ricordato un nostro caro che suonava il mandolino…la chitarra…la fisarmonica, ci avete fatto tornare indietro nel tempo, nel bel tempo di quando eravamo giovani, con i nostri cari di allora…Grazie!”.
Un’altra volta durante un concerto a Castelvecchio Pascoli, nella tenuta del poeta, un signore si rivolse a noi mandolinisti chiedendoci:
“Siete napoletani?”.
“No”, gli rispondemmo.
“Io lo sono – soggiunse -, e vi dirò che suonate veramente bene, come i migliori complessi mandolinistici di Napoli ”.
Gli orchestrali, le cantanti ed i cantanti, tutti dilettanti, sono una trentina, provenienti soprattutto da Barga, ma anche da altre località.
L’orchestra è composta da una fisarmonica, due flauti, un clarino, quattro chitarre, un contrabbasso ed un nutrito numero di mandolini, parte dei quali sono suonati da donne, dette “Le quote rosa”. Il “Coro delle casalinghe” è composto da una quindicina di donne. Ci sono cinque voci soliste: tre donne e due uomini.
Da notare come tutti i componenti del gruppo, stando insieme alle prove, durante i concerti e convivialmente ai rinfreschi e cene che ci offrivano, hanno contratto fra loro una sincera e fraterna amicizia, per cui ognuno è contento di stare nel gruppo, divertendosi nell’esecuzione dei brani e facendo divertire gli ascoltatori. Personalmente debbo dire che negli anni che ho partecipato a questa attività nell’orchestra, ciò mi ha molto gratificato facendomi condurre un’esistenza, direi migliore, un po’ più bella; ed in seguito, quel ricordo, impresso nel cuore, continua ad infondermi letizia interiore.
La musica unisce: essa è internazionale, non c’è da tradurla, è comprensibile da chicchessia e può parlare al cuore degli ascoltatori, disponendoli verso sentimenti di serenità.
Ma, con l’andar degli anni, dopo quasi venti, l’attività del gruppo musicale fu sospesa, causa precarie condizioni di salute del Maestro, fino a dover cessare del tutto. Ed infine, purtroppo, il nostro Maestro usciva da questo mondo nel novembre 2019, lasciando un indelebile ricordo, nel cuore di chi, come noi ha avuto la fortuna di conoscerlo, di praticarlo, di apprezzarlo.
Prima di concludere voglio menzionare che dei primi mandolinisti originari, “storici”, come Giancarlo ci definiva, quattro sono deceduti: Ferdinando Pieri, Domenico Palandri, Bruno Rizzardi e Giampiero Gonnella. Di detto gruppo, ancora viventi, siamo rimasti in due: Giorgio Brogi e lo scrivente di questo testo che, quando ci ritroviamo a parlare, inevitabilmente ricordiamo con commozione quel bel tempo trascorso.
P.S. Alcune registrazioni delle nostre musiche, sono ancora presenti su internet: per vederle, per ascoltarle, digitare su ‘google” il titolo del gruppo: ‘L’Edicola e il Coro delle Casalinghe’.
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