Leggendo un articolo che scrisse Antonio Nardini sul Giornale di Barga n. 754, del gennaio 2013: Santa Lucia nella storia, che tratta anche del culto di S. Lucia a Barga, al momento in cui cita l’omonimo spedale per gli uomini, esistente da epoche imprecisate all’interno del Quartiere di Mancianella, ci siamo sentiti nascere il desiderio di proporre un quesito che quella storia può celare nelle sue pieghe. Stiamo parlando della storia più remota, un’idea che ci conduce alla pensata e possibile origine in Barga dello “spedale” di Santa Lucia che, finalmente aggregato al Bigallo di Firenze, fu soppresso alla fine del secolo XVIII. Ovviamente si tratta di un indizio, una traccia, che se avvalorata da documenti storici ci potrebbe portare alla sua origine in Barga. Preciso e ripeto che si tratta di una supposizione da verificare e legata al nome di questo Spedale, così come si ritrova negli atti della Visita Pastorale del 1467, fatta alla pievania di Loppia, allora spostata nell’alter ego Barga, dal delegato del vescovo lucchese Stefano Trenta, il domenicano Matteo da Pontremoli vescovo di Tanais sul mar d’Azov.
In quegli atti, imparati e ripresi da varie pubblicazioni, lo spedale è citato come Hospitalis Sancte Lucie de’ Ricocholis. Una strana aggiunta: de’ Ricocholis, curiosa per me e tutti gli studiosi e pare che nessuno abbia mai indagato il perché, cioè, cosa volesse e potrebbe dire de Richocolis, che si ritrova solo in quella visita pastorale del 1467. L’intuizione è la seguente: potrebbe quel nome ricordare la fondazione dello spedale? Nel senso che quell’aggiunta, che certamente evidenzia un’appartenenza, possa riportarci a una storia non tramandata? Così pensando ho iniziato una ricerca tendente a capire se quello strano nome avesse potuto condurmi a ripescarla.
Indagando sui vari e antichi spedali sparsi nella Toscana occidentale, compresa Firenze, niente di convincente mi veniva incontro, sino a che non mi sono imbattuto nello Spedale S. Lucia dei Ricucchi di Pisa. Devo dire che ho avuto un sussulto sulla sedia, perché c’era una certa assonanza. Leggendo ancora altri testi, ecco che la cosa si fa un poco più chiara quando apprendo che i Ricucchi erano appartenenti a un’antica e potente famiglia pisana che nel 1099, tempo della Prima Crociata, con Cucco Ricucchi, comandante le 120 galee pisane, si fece un grandissimo onore alla presa di Gerusalemme. Infatti, questi fu il primo a salire sulle mura della Città Santa, così entrandovi, poi seguito dal compaesano di Calci Coscetto da Colle, infine salì anche Goffredo di Buglione. Pare che da questa straordinaria partecipazione pisana si decidesse la proclamazione del vescovo di Pisa Daiberto primo Patriarca di Gerusalemme. Quando Cucco o Ricucco de’ Ricucchi, colmo d’onore e di ricchezze razziate, fece ritorno a Pisa, il suo primo desiderio fu di devolvere ogni cosa ricavata nell’impresa in favore di opere pie, edificando la chiesa di S. Lucia, con annesso un omonimo Spedale che i maggiorenti pisani tennero sempre nella massima considerazione, dando corpo anche a una Società o Compagnia per la gestione, il tutto nel nome de’ Ricucchi. In una pubblicazione del 1731, dove si elencano i santi e beati pisani, possiamo leggere il nome del Beato Cucchus Ricucchi.
In un’altra pubblicazione del 2007 della Cambridge Studies in Italian History and Culture, vediamo che i Ricucchi erano dei ricchi mercanti che, con altri, distribuivano elemosine pubbliche per la fondazione di ospedali. Da questo dato caritativo, pensabile un poco più tardo rispetto all’impresa crociata dei pisani guidati da Ricucco, potrebbe comunque nascere l’idea che già al tempo della Prima Crociata, a quell’impresa fosse stato presente qualche barghigiano, poi ringraziato dallo stesso Ricucco, oppure dai suoi discendenti, con un’elemosina per l’edificazione nella nostra Barga di uno Spedale con il solito nome di quello pisano e retto dalla Società de’ Ricucchi. Per le crociate e i barghigiani, si ricordi l’enigmatica presenza a Barga di un reliquiario islamico appartenente all’Opera del Duomo di Barga, oggi esposto al Museo Civico a Palazzo Pretorio.
È cosa certa che Barga, ricca di boscaglie utili per costruire le galee pisane, In quei tempi fosse all’interno degli interessi di Pisa, un dato che si conferma per almeno più di due secoli a seguire, tra alterne vicende, sino almeno all’assedio pisano alla nostra Terra o Castello dell’anno 1363. In quel momento Barga era passata da circa vent’anni con la guelfa Firenze e la ghibellina Pisa che allora aveva sottomesso Lucca, per ben due volte, unite le forze, tentò di riportarla sotto le sue insegne, ma senza alcun successo. Si ricordi ancora che nel giudicato di Arborea in Sardegna, retto dal giudice pisano Giovanni, aveva agito nel 1301 come suo vicario Riciardus de Barga.
Tornando sui nostri passi possiamo dire che i Ricucchi erano detti anche Ricuccoli, con la possibilità che fosse avvenuta una sorta di modifica barghigiana o una trasformazione latinizzata del cognome in Ricocholis, così come recita la visita pastorale del 1467, tenendo presente, appunto, che quel testo è in latino. La mia è un’ipotesi da non potersi dare per certa, occorrono altre ricerche che nei miei limiti sto attuando, però mi è piaciuto scriverla perché mai nessuno ha fatto questo pensiero. Un utile excursus con qui si può iniziare a snebbiare tante cose, nel caso indagando qualcosa di preciso per le storie antiche di Barga che ci porta ad avere un’idea ben più precisa circa il ruolo che ebbe Pisa nella storia della Valle del Serchio e per Barga, però successivamente, anche in quella moderna e contemporanea.
Abbiamo aperto quest’articolo citando il lavoro che fece Antonio Nardini: Santa Lucia nella storia e lo chiudiamo con la citazione della sua parte finale, dove lo stesso Nardini cita i luoghi in Valle del Serchio in cui è ancora presente l’antico culto alla Santa, in particolare, Nel greto del fiume Serchio, fra Barga e Gallicano, esiste ancora l’antica chiesa a lei dedicata. Mi piace riprenderla per dire che nella carta del territorio di Barga conservata presso l’Archivio di stato a Firenze, stilata l’anno 1539, possiamo vedere che quella chiesa, posta di là dal confine naturale di Barga che era il fiume, è disegnata nei possedimenti barghigiani del Monte di Gragno, con la precisa dicitura alla chiesa: Santa Lucia di Barga. Quei beni furono sempre discussi e oggetto di continue liti tra le due comunità.
Si ricorda che la questione del Gragno iniziò l’anno 1256, quando l’omonimo Comune, posto sul lato di Barga con due monti di là dal Serchio (si pensa al Penna e a parte della Palodina), sfinito da continue scorribande sul suo territorio, decise di unirsi in un sol corpo con la più potente Barga. Chissà che quella chiesa non abbia alla sua origine una volontà di Barga, espressione del suo culto a Santa Lucia, fatta e posta, in un momento politico e geografico a lei favorevole, sulla trafficata via detta dei Lombardi, utile per il drenaggio di offerte da riversare anche a sostegno economico dello spedale di Santa Lucia de’ Richocolis?
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