VALLE DEL SERCHIO – Aziende agricole in affanno, agriturismi con le “saracinesche” abbassate, vuoti e senza prenotazioni nemmeno per l’estate, intere filiere legate al turismo rurale e alla filiera del latte paralizzate. Fermo anche l’export che vale, per il solo agroalimentare, circa 70 milioni di euro (il dato è riferito al primo trimestre 2019). Lo scenario, anche in Garfagnana, terra di natura, paesaggi, buon cibo e vita all’aria aperta, è fosco con il 57% delle imprese agricole che chiedono liquidità immediata secondo una analisi Coldiretti /Ixè: “L’agricoltura è in crisi come tutti gli altri settori. – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – E come tutte le imprese sta soffrendo anche di crisi di liquidità. L’agricoltura tutta è in grande difficoltà: c’è il comparto lattiero in affanno così come quello zootecnico, quello vitivinicolo, molto importante perché legato a ristorazione, bar, enoteche congelato, quello agrituristico con quasi 200 imprese senza una prenotazione nemmeno per i mesi futuri. I settori chiave dell’agricoltura e del turismo rurale, quelli ad alto valore aggiunto anche occupazione, non hanno una prospettiva”.
Coldiretti si sta muovendo costantemente sui tavoli nazionali e locali per garantire sostegno e concretezza al mondo agricolo: “Come Coldiretti – spiega ancora Elmi – stiamo facendo il massimo nei confronti del Governo, dei Ministri, della Regione Toscana, sollecitando provvedimenti straordinari sulla liquidità, sulle indennità a fondo perduto, sugli sgravi contributivi, sulla cassa integrazione, sigli anticipi Pac e Psr oltre che sulla tenuta dei prezzi agricoli”. La principale associazione agricola si sta muovendo anche sul fronte regionale: “Abbiamo chiesto alla Regione Toscana una ricognizione delle risorse disponibili per valutare le possibilità di intervento diretto e semplificato a favore delle imprese, perché servono tutte le risorse e gli strumenti disponibili a far ripartire il settore agricolo. L’agricoltura toscana ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità perché l’emergenza Covid-19, che pure sta confermando il valore strategico del settore agroalimentare, ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità”.
Nei mesi scorsi Coldiretti aveva denunciato i ritardi che rischiavano di rispedire a Bruxelles fondi preziosi per sostenere gli investimenti e il ricambio generazionale. “Ora quelle risorse potrebbero essere impegnate nell’annualità 2020. Rastrellare risorse è possibile. Ci sono, per esempio, in Toscana quasi 120 milioni di euro di risorse dello Sviluppo Rurale, il secondo pilastro della Politica agricola comune – conclude Elmi – che si affianca agli aiuti diretti. Si tratta di fondi ancora non spesi per una quota dei quali si rischia addirittura il disimpegno”.
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