BARGA – Da un po’ il Graziano Angelini non lo vedevamo in giro; da ancor prima che il coronavirus costringesse la gente a non uscire più di casa. Da circa un anno la sua malattia, che lo aveva colpito ancor prima, forse cinque anni fa, si era aggravata ed usciva ed entrava da ospedali e RSA. Eppure io sento oggi la sua voce come l’ultima volta che l’ho sentita, un po’ di tempo fa ormai… stava urlando contro un gruppo di studenti che avevano combinato qualche pasticcio sul Ponte… abitava in via della Fontana e la strada per andare al Giardino era obbligata; passava da via di Borgo ed ogni volta sentivo la sua voce chiara e forte che parlava a qualcuno che aveva incontrato, o che si lamentava per aver visto qualche cosa che non funzionava nel paese; una strada sporca, un lampione che non funzionava, una via mal tenuta… Era insomma anche un po’ un brontolone ma se lo era, era perché voleva un gran bene alla sua Barga e per lei avrebbe fatto di tutto pur di vederla sempre bellissima.
Chissà che impressione gli avrebbe fatto vedere ora, in questi tempi di coronavirus, vedere queste vie deserte e tristi; in alcuni giorni senza nemmeno un anima viva; immerse in un silenzio a volte angosciante…
Il Graziano però tutto questo non lo ha visto. Da tempo era ricoverato presso la Villa di Riposo “Giovanni Pascoli” di Barga dove ad impegnarsi molto nel seguire la sua malattia, con i medici, con consulti e con analisi, è sempre stato anche il direttore Gabriele Giovannetti, vicino a Graziano fin dall’insorgere die primi problemi di salute, anni fa.
Assistito amorevolmente da tutto il personale della struttura, se n’è andato nella cameretta dove era ricoverato e accudito e ora non potremo nemmeno salutarlo come avremmo voluto, come avrebbero voluto i suoi alpini che non avrebbero fatto mancare le loro penne nere per l’ultimo saluto…
La voce, forte e chiara, che arrivava anche quando si trovava ad un centinaio di metri di distanza da te; quella barba e quei capelli lunghi, alla garibaldina, il suo sorriso smagliante che sfoderava sempre quando non era “incazzato” con qualcosa o con qualcuno che non l’avevano fatta giusta…
Di lui ricordiamo appunto anche l’impegno importante nel Gruppo Alpini di Barga di cui era vice capogruppo dai tempi in cui l’Andrea Bertolini è diventato il principale animatore di questo sodalizio. Con lui ha condiviso tante battaglie e tanti impegni, fino a quando la salute glielo hanno permesso.
Graziano lo avevo cominciato a conoscere bene ai tempi in cui viveva a Dalry in Scozia, grazie all’amicizia con i figli Riccardo e Francesca. Aveva il suo caratterino, ma non si poteva non volergli bene per quello che era e per come era. Potevi peraltro stare certo che se c’era bisogno di una mano, lui c’era sempre.,
Per tutto questo e forse per ancora tanto altro, mi ha colpito molto la notizia della sua dipartita, avvenuta poche ore fa. Mancherà alla sua Barga Vecchia, mancherà ai tanti che lo conoscevano, mancherà ai suoi alpini e mancherà alla sua famiglia, ai figli Riccardo e Francesca, ai nipotini ed alle loro famiglie a cui mi sento particolarmente vicino ed invio le mie affettuose condoglianze.
PS
Aveva seguito con tanto impegno. partecipando attivamente, alla realizzazione della “Baita” dedicata a Giampiero Popy Gonnella, il rifugio di tutti gli alpini di Barga nei pressi di Villa Gherardi. Ora dal suo letto, seguiva con lo stessa attenzione anche la vicenda del restauro della chiesina di Villa Gherardi, a cui aveva collaborato attivamente, credendoci da subito, nelle fasi iniziali. Tra le sue ultime volontà proprio quella di sostenere il grande sforzo degli alpini di Barga per realizzare questo nuovo progetto. Dunque non fiori per lui, ma offerte da devolvere agli Alpini per recuperare la chiesina seicentesca di Villa Gherardi, che diventerà il museo dei nostri alpini.
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renato luti
20 Aprile 2020 alle 21:39
Oggi se n’è andato il mio amicofratello, il Graziano Angelini.
Questo mi sento dirgli per salutarlo pubblicamente.
Graziano, avevi a Barga da quando eri rientrato dalla Scozia una casa allargata, a Barga tutti avevano imparato di nuovo a vederti e ad ascoltarti, sei stato ancora un bel pezzo d’alpino in congedo. Nella parte più intima della tua vita di relazione con Barga c’erano altre persone con cui avevi amicizia, uno di quei gruppi era il “nostro”, ed io il Renato ero la tua spalla e la nostra casa, di Mirna Jackeline e me, era la tua casa. Come la tua casa è stata la mia. Da molti molti anni, anche in molti di quelli della tua vita in Scozia.
Ti ho visto stamani, eri per partire, ti to salutato per tutti in silenzio con un sospiro.
Come ci viene di fare in circostanze come queste, ognuno ricorda l’altro con qualcosa, io lo faccio con un link alle foto di quando fosti Garibaldi per un giorno. Splendido, con le persone tue compagne di sceneggiatura e la gente che partecipava alla festa.
https://drive.google.com/open…
Chi volesse vederle e ricordare quell’avvenimento può cliccare sul link. Così anche molte persone che avevano chiesto di averle e giorno dopo giorno ci dimenticavamo di condividerle, adesso, possono vederle e offrirsele tra di loro.
Chi ha conosciuto il Graziano, penso sarà compartecipe del lutto che sopportiamo, ma è inevitabile, siamo umani, si arriva si intramesca una vita nostra in mezzo agli altri e poi si riparte!
Renato Luti