BARGA – Barga, Fornaci, Ponte all’Ania, i nostri paesi da sabato notte in poi, ogni giorno si svegliano con una realtà diversa da affrontare; una vita che nel giro di pochi giorni si è completamente scombussolata sia per i cittadini che per le attività economiche, a causa dell’intensificarsi dell’emergenza coronavirus.
La sindaca del comune di Barga Caterina Campani da giorni non fa che ripetere l’invito di restare a casa e da stamani, con il nuovo DPCM, di muoversi solo per comprovate e improrogabili necessità di lavoro, salute, famiglia o per rientrare alle proprie case.
Nel giro di pochi giorni le norme da rispettare per evitare il diffondersi del contagio sono mutate e diventate più aspre.
Lo scenario che ci offrono i nostri paesi è oggi completamente diverso dalla quotidianità di soli pochi giorni fa e non potrebbe essere diversamente. Qui da noi del resto, forse ci si è resi più che mai conto del problema solo in questi ultimi giorni; con l’inasprimento delle regole e soprattutto con il primo caso registrato ieri a Castelnuovo Garfagnana. Da ieri è come se avessimo voltato pagina e le pagine che abbiamo davanti ci prospettano una realtà che fino ad ora avevamo solo immaginato, nella speranza ovviamente che i casi positivi siano dalle nostre parti il minor numero possibile. Comunque la cittadinanza barghigiana in linea generale, ha capito la gravità del momento; sta ascoltando i consigli che vengono dalle istituzioni. Il che conseguentemente vuol dire anche tanta meno gente in giro; le file davanti agli ingressi dei supermercati dove si entra contingentati; ristoranti e bar con poca gente e con posti disponibili ridotti e negozi che già da giorni hanno cercato di adeguarsi con responsabilità alle regole da seguire ma per i quali non è facile andare avanti visto i volumi di affari. Da ieri si sono viste in giro anche le prime mascherine e da ieri è anche più tangibile la preoccupazione che ormai accompagna la vita di tutti, per questa situazione che tutti si augurano possa essere presto superata. Era dall’allarme sismico del 1985 che questa comunità non viveva l’imposizione di misure tali da mutare le abitudini personali. Allora fu per pochi giorni e si trattò solamente di stare fuori dalle case più vecchie e arrangiarsi per dormire su treni, in scuole e nelle auto, oggi si intaccano molte delle abitudini radicate di ognuno di noi. Ma, lo sappiamo tutti, non possiamo farci molto. Dobbiamo solo adeguarci e cercare tutti insieme, con l’aiuto ed il contributo di ognuno di noi, di farcela. Perché è indubbio che ce la possiamo fare.
Restate a casa, ha ragione la sindaca a ripeterlo. E rispettiamo regole e comportamenti da seguire. E’ l’unica cosa che possiamo fare per contribuire a far sì che l’emergenza contagio possa passare il prima possibile ed i nostri paesi possano tornare alla normalità; ad una normalità che manca e che sta colpendo in modo duro anche la nostra economia.
Barga ed il suo comune, con Fornaci uno dei poli commerciali della Valle e con il capoluogo che è il principale polo di attrazione turistica, sta pagando un duro prezzo per quanto riguarda le perdite economiche delle sue attività.
Nonostante questo, fin da prima che ieri sera il Presidente del consiglio decidesse i nuovi inasprimenti delle norme, ma anche oggi, tante attività, negozi di elettronica, ma anche parrucchieri e perfino ristoranti, hanno deciso autonomamente la chiusura preventiva; come contributo personale a combattere il diffondersi del contagio. Lo hanno fatto tra quelli di cui sappiamo, a Fornaci Jeans & Strass, il Centro Tim, Videobit, Afra Hair e Immagine Uomo Donna di Fornaci, la trattoria La Bionda ed anche il ristorante Il Bugno. I titolari della Bionda di Nonna Mary peraltro sulla decisione della chiusura hanno tenuto a precisare che in questo momento così particolare, hanno ritenuto giusto fermarsi per la salvaguardia di clienti, dei dipendenti, dei titolari e delle loro famiglie. A chiudere a Barga l Bar Sport, le parrucchiere Cristina e Ilaria Donnini, la cartoleria Da Erina (fino a sabato almeno), la Conca d’Oro; L’Osteria è andata in ferie nei giorni scorsi; altri hanno ridotto i giorni di apertura. Altri forse hanno chiuso. E non è detto che il numero dei negozi che decidono di chiudere temporaneamente non cresca ancora.
Chi resta aperto invece, lo fa dovendo sottostare a non poche difficoltà organizzative e nel rispetto delle regole che peraltro in questi giorni sono mutate di giorno in giorno.
Comunque sia, che i nostri negozi, alberghi, ristoranti e bar e le altre attività commerciali edecidano di chiudere o abbiamo dovuto chiudere; che decidano di restare aperti e di fare il possibile per continuare a dare in sicurezza il loro servizio alla comunità, meritano tutti la nostra stima, la nostra solidarietà e, nel caso, anche, circa il rispetto dei comportamenti da seguire, la nostra massima collaborazione.
Tag: commercio, economia, crisi, regole, dpcm, dpcm 9 marzo, negozi chiusi
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