Coronavirus. Ogni giorno che passa, e ne son passati solo due, dalle categorie commerciali, della ristorazione ed anche da quelle alberghiere presenti nel comune di Barga, che ricordiamo è il comune a più grande vocazione turistica del territorio, in questi ultimi anni l’unico sempre in crescita in questo settore, cresce la grande preoccupazione per le conseguenze di questa situazione; non tanto del coronavirus a livello di malattia e pericolo, ma delle scelte che le attività sono state giocoforza costrette a fare con il decreto del governo per limitare il contagio.
C’è la sensazione che siano state prese misure nell’interesse della salute nazionale, ma che i sacrifici maggiori li si siano richiesti solo a chi sta sul campo e rischia grosso ogni giorno con il proprio lavoro.
Sia a Barga che a Fornaci, commercianti, albergatori e ristoratori sono in fibrillazione con un calo delle vendite che in questa ultima settimana nella migliore delle ipotesi è arrivato dal 50 al 70-80%. I ristoranti quelli più colpiti, ma anche le attività ricettive non son da meno, anzi. Non va molto meglio nei negozi dove si cerca di resistere all’impatto economico delle misure restrittive per limitare il diffondersi del virus e della paura della gente che esce molto di meno.
I commercianti hanno deciso di rivolgersi anche al Comune di Barga ed in verità oggi è stato proprio l’assessore al commercio Francesca Romagnoli a chiedere confronti con le categorie per un confronto. Lunedì’ ci sarà un incontro con il CIPAF di Fornaci, il comitato degli operatori economici del paese e mercoledì quello con commercianti ed albergatori di Barga.
Giuseppe Santi, il presidente del CIPAF di Fornaci ci dice: “L’aria in giro è pesante e la gente è calata vistosamente; abbiamo messo cartelli nei negozi con le norme da seguire per la sicurezza e cerchiamo di far mantenere i limiti sulle distanze, ma questo del resto è facile… magari ci fossero gli assembramenti nei negozi?! Invece sono vuoti o quasi…
Stamattina, nonostante il mercato, l’afflusso a Fornaci è stato minimo e questo la dice lunga sulla paura che c’è tra la gente che poi si riflette proprio sul commercio anche perché qui non possiamo permetterci il lusso di chiudere o di stare a casa.
Speriamo ora in qualche forma di aiuto. Noi chiederemo se è possibile e speriamo di poterlo fare come categoria, il rinvio dei pagamenti di imu, bollette, utenze e tasse locali; almeno per darci un po’ di respiro”
“Noi siamo messi male – dice Martina Lunatici dell’Hotel La Pergola di Barga – Abbiamo solo cancellazioni e nessuno che prenota! I gruppi disdicono tutti e sono la base principale del nostro lavoro…Non so come si evolverà questa situazione, ma la stagione la vedo già compromessa. La mia paura è che alla fine dell’anno dovremo contare le aziende che hanno chiuso…
Vorremo capire se quanto meno il comune può fare qualcosa per noi, con lo sgravio o il posticipo dei pagamenti di imposte e tariffe, e poi anche la Regione speriamo che ci possa dare una mano, per alleggerire un po’ i problemi che stiamo vivendo con qualche forma di sgravio…”
Stefano Orsucci con la sua famiglia gestisce l’Hostel Villa Gherardi ed il ristorante Giro di Boa a Barga: “A Villa Gherardi abbiamo avuto tante cancellazioni, soprattutto di consulenti esterni di aziende come Kedrion, Sipack, Kme che settimanalmente venivano a dormire da noi per lavoro, mentre adesso devono stare a casa… La cancellazione del rally del Ciocco ci ha fatto perdere un weekend di tutto esaurito… L’ostello è praticamente vuoto… Anche le scuole chiuse non hanno favorito, visto che se ne sono tornati a casa i professori che solitamente stanno da noi durante il periodo di scuola. La cancellazione di ogni evento ovviamente porta ulteriormente a zero le presenze negli alberghi di Barga… Anche al ristorante non va meglio… la gente cancella pranzi e cene per paura del virus (domenica sera, per fare un esempio un gruppo di diciotto donne ha disdetto). Ormai si è scatenata la paura.. Spero solo che duri poco questa situazione e che non vada ad intaccare il turismo estivo perché sarebbero guai seri”.
Riccardo Negri de L’Osteria: “Ormai non viene nessuno al ristorante. Ora chiuderemo per ferie e poi vedremo come fare anche perché con le misure di sicurezza che ci vengono imposte come si fa a stare aperti? Bisognerebbe lavorare per pochi intimi… è assurdo tutto questo…”
Nicola Autiero del Ristorante La Pergola: “Vedo una stagione estiva tragica, anche se saranno ritirati i provvedimenti d’urgenza. Già ora è un dramma. Il lavoro è calato durante la settimana del 70 %, il bilancio in vista della festa della donna un disastro; abbiamo dovuto annullare la musica e poi da 54 prenotati mi è rimasto un tavolo da 8, che non so se alla fine confermerà o meno… Oltretutto questa normativa delle distanze imposta dal Decreto è quasi una follia… per sabato sera abbiamo dovuto noi disdire dei tavoli per non incorrere in problemi penali legati al mancato rispetto delle distanze… una follia…
In queste settimane ad aggravare la situazione l’annullamento delle gite scolastiche con le quali lavoravamo molto nelle stagioni scorse. Come si fa a lavorare così? Qualcuno ci deve dire come andare avanti. Qualcuno ci deve dare una mano, che sia il comune o il governo.”
Riccardo Reverberi del ristorante Scacciaguai di Barga: “In questi mesi solitamente lavoro grazie alla collaborazione con tour operator del nord Italia che portano in zona durante la primavera molte gite… tutte disdette uelle di marzo; per aprile sono ancora in stand by, ma son preoccupato; per noi questo è già un danno enorme.
A pranzo praticamente non si lavora più, la cena un po’ meglio, ma i pensieri ci sono.
Poi vorremmo che qualcuno ci aiutasse a capire una volta per tutte questo decreto del governo che cosa comporta per noi… perché nella sua interpretazione siamo stati un po’ lasciati a noi stessi. C’è questo problema delle distanze minime… Se si rispetta le normative del decreto non è davvero più possibile lavorare; diventa tutto complicato… Una soluzione possibile? Mah, non so… forse la chiusura di tutti perché quello che ci chiedono è impossibile da rispettare e a quanto so si rischia il penale”
Luca Grilli, uno dei titolari dello Shamrock Irish Pub di Barga: “Ho annullato tutti gli eventi musicali, con grattacapi anche per i contratti già sottoscritti, ho messo cartelli all’ingresso e al banco, sul rispetto delle misure ma come si far a garantire il rispetto delle misure di sicurezza per chiunque entra nei locali? Qualcuno ce lo deve spiegare bene, ci deve dare una mano a capire e ad organizzarci, perché per il momento siamo stati lasciati soli con le nostre responsabilità; con un decreto in mano che non è nemmeno tanto chiaro, ma dove di sicuro si rischia grosso in caso di non ottemperanza… Il tutto in una situazione in cui non possiamo certo permetterci il lusso di chiudere. Chi ce le paga le spese e otto stipendi?
La mia ricetta? Non ne ho, ma sicuramente vogliamo valutare come andranno le cose questa settimana e poi decidere il da farsi. Io vado avanti, lavoro, cerco di rispettare tutte le regole possibili e immaginabili, ma devo lavorare, non posso chiudere…. E qualcuno una mano ce la deve dare per poter andare avanti. Abbiamo bisogno di supporto e di tutela perché così siamo e ci sentiamo soli. Con in carico delle responsabilità immense che imposte dagli altri”.
Tag: coronavirus, disdette, alberghi, commercio, turismo
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