Uil Fp, Coronavirus, disposizioni rispettate ai triage? Evitiamo contagio di operatori sanitari

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LUCCA – La sicurezza e l’incolumità di tutti gli operatori sanitari deve essere una priorità in una fase delicata come questa in cui si affronta il Coronavirus. Lanciamo un appello alla Regione, allo Stato, alla direzione aziendale, affinché siano assicurate le migliori condizioni organizzative e operative possibili: organici adeguati, copertura dei posti vacanti da mesi. In questo modo riusciremo a garantire al personale in ogni momento adeguati turni di riposo e ridurre i carichi di lavoro che gravano sulla condizione psicofisica degli operatori”. Lo sostiene la segreteria della Uil Fpl di Lucca e Versilia che esprime, in un momento di emergenza, la propria vicinanza a tutti “gli operatori che si trovano in ‘prima linea’, pronti ad affrontare ogni situazione con grande responsabilità, sacrificio e senso del dovere verso i cittadini.  Ricordiamoci, sempre, che gli eroi non portano mantelli né volano, nella realtà li troviamo tra noi, pronti ad aiutare chi ha bisogno. E’ per questo che siamo convinti che sia necessario un piano emergenziale integrativo di ulteriore personale sanitario, pronto ad entrare in servizio per ogni eventuale emergenza”. D’altronde le notizie delle ultime ore dimostrano come a essere a rischio sia proprio chi si trova a confrontarsi con il Coronavirus, in prima linea appunto, a primo contatto con i pazienti e la popolazione: “Sono  medici e infermieri del pronto soccorso. In particolare – prosegue la Uil Fpl –  concentriamo l’attenzione sull’operatore infermiere di triage  che si trova di fronte ai paziente che deve sottoporre a prima valutazione; come accaduto all’infermiere addetto al triage all’ospedale di Codogno (Lodi), risultato  positivo al coronavirus. Sembrerebbe che fosse stato proprio lui a prendere in carico  il 38enne lodigiano colpito da Covid-19. E ora che il Virus è in Italia sono stati disposti interventi più qualificati e protettivi per gli infermieri di triage?”. La domanda è lecita perché, per la segreteria del sindacato, “è impensabile di intercettare a domicilio tutti i possibili casi potenzialmente o realmente infetti: il caso di Codogno ci deve insegnare.  Inoltre ci chiediamo se siano stati predisposti   i percorsi dedicati previsti dal Ministero della salute e ribaditi dall’ordinanza regionale, per i pazienti con sintomi, separati dagli altri che non li presentano all’ingresso in area triage”. La preoccupazione è alta per gli operatori sanitari: “Ci auguriamo – conclude la Uil Fpl – che siano già dotati di tutte le protezioni individuali necessarie al fine di evitare un loro contagio!  E ancora restando sul tema  saremo meno preoccupati se sapessimo che  i dispositivi di protezione individuale sono in numero adeguato alle necessità  di tutti i reparti interessati (dalle ambulanze ai reparti)”.

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