Il piazzale del Fosso e il calcio
Tutta questa premessa è servita per introdurre l’argomento gioco del calcio, allora detto Football, che prenderà avvio a Barga proprio sullo sterrato piazzale del Fosso che ha una lunghezza di quasi 100 metri, irregolare in larghezza ma ampio e in quel 1920 alla meglio adatto alla “nuova” attività calcistica ma non solo, perché, oltre al passeggio, qui si praticavano gli svaghi ginnici, le numerose corse podistiche, il ricordato Gioco del Pallone detto anche Bracciale e il Tamburello. Un insieme di attività sportive specialmente carezzate da Alfredo Stefani quale rinascita del paese dopo la guerra, che sul finire del 1919 aveva fondato, con altri e con tanto di Statuto il Club Sportivo Educativo Barga, divenendone presidente, con sede in via Giannetti, in alcune stanze della casa di Pietro Jacopetti.
Roberto Biagi (Londra 1891- Middlesex 1942)
Secondo l’intento di quest’articolo, tralasciando le altre discipline sportive, a noi interessa capire quando a Barga entrò la pratica dell’antichissimo gioco del calcio, dall’Inghilterra, patria di fondazione di quello contemporaneo, detto Football ma anche, appunto, da noi detto calcio.
La nostra ricerca non può dirsi esaustiva, tutt’altro, comunque c’è sul giornale locale La Corsonna, in un numero del 1919, una traccia singolare e molto interessante circa l’argomento, che poi ci riporta a capire che fu proprio il piazzale del Fosso che vide nascere a Barga questa passione.
Stiamo sfogliando il numero 12 de La Corsonna uscito il 29 giugno 1919 e qui, all’interno, vediamo nella rubrica Sport un articolo che s’intitola semplicemente Biagi Roberto di Castelvecchio Pascoli. Fin qui niente di eccezionale, anzi, nasce subito la domanda: ma chi è questo Roberto e perché con il suo nome s’inizia l’articolo? Allora, andando a leggerlo, ci pare di capire, perché non è molto chiaro l’estensore dello scritto, che il giornale abbia avuto dal personaggio o da qualche altra fonte, notizie sulla sua attività sportiva, tra cui nel football. Qui per ora ci fermiamo per anticipare alcune notizie su chi fosse questo Roberto Biagi e per questo ne siamo grati a Mirella Biagi di Castelvecchio, una discendente di questa bargo-londinese famiglia Biagi, che alla domanda se fosse da lei conosciuto ci ha fornito delle interessanti e fondamentali notizie ed anche la sua immagine.
Roberto Biagi era figlio degli emigranti Antonio e di Luisa Borzoni. Aveva anche dei fratelli tutti nati a Londra: Ferdinando, bisnonno di Mirella Biagi, Giuseppe, Caterina, oltre a loro Pietro, nato il 20 aprile 1894, che partecipando alla Prima Guerra Mondiale nelle fila italiane del 3° reggimento Artiglieria da Montagna, il 16 settembre 1916, eroicamente, sacrificò la sua vita per l’Italia, ricevendo alla memoria la Medaglia d’Argento. Roberto si sposò con Mariana Conti ed ebbero discendenza.
Venendo a Roberto, questi era nato il 2 agosto 1891 e morì nel Middlesex l’anno 1942. Al compimento del diciottesimo anno, lascia Londra e viene in Italia (militare?) e secondo l’articolo di cui stiamo parlando datato 1919, ora è a Padova. Si evidenzia che è uno sportivo di livello in diverse discipline, tra cui il podismo, box e nel football, sport appresi e praticati anche a Londra. Il giornale chiosa che già altre volte si ebbero notizie del suo impegno sportivo ma ora “ben volentieri lo additiamo a Barga sportiva smaniante d’affermazioni anche in quel ramo che per pratica distinzione e di eventi non ha potuto avere i suoi idoli suscitatori d’entusiasmi benefici.” Si allude al football.
Seguita l’articolo: Il football fra gli altri sport è nella sua più acuta fase di passionalità e gli incontri sono in crescente aumento. Per la coppa Helio notiamo favorevolmente in lizza l’Autore F. B. C., di cui fa parte il nostro Biagi verso il quale i barghigiani … sono prodighi di cure e d’incoraggiamenti. Così dopo aver fatto parlare di se le cronache londinesi e romane, il Biagi va facendosi un nome di foot-ballista anche a Padova ove conta non pochi entusiastici ammiratori pel suo stile scientifico ed informato alla massima cavalleria. Siamo certi che un rapidissimo cenno al nostro bravo concittadino sarà cosa gradita e che abbia altresì a stimolare la gioventù barghigiana affinché pure essa come le genti più progredite trovi piacevole riposo nello sport.
Continua l’articolo dicendoci, come si è visto, che arrivò in Italia al diciottesimo anno, quindi nel 1909, e che tutti gli sport praticati che già abbiamo citato, gli conferisce una bella resistenza fisica, cui contribuì la vita militare, pensiamo in Italia, vissuta, enigmaticamente, “nell’arma degli esercizi ginnici più violenti.” Termina l’articolo se non fosse il caso di averlo a Barga per: capitanare il futuro F. B. C. (Foot Ball Club? O Football Barga Club?) e per dare impulso agli altri sport da lui magistralmente praticati? Se poi Biagi venne a Barga e se giocò nella sua squadra, questo ci sfugge.
Mi pare chiaro che in Barga c’era già in quel giugno 1919 la consapevolezza di cosa fosse il football, anzi, si sta pensando a organizzare anche qui da noi questo sport che andava diffondendosi in ogni contrada d’Italia.
Se però a qualcuno fosse rimasto il dubbio se veramente si parlasse di calcio con la parola “football” usata per Roberto Biagi, ecco che ci soccorre ancora La Corsonna e nella solita pagina in cui si pubblicò l’articolo che parla dello stesso Biagi, infatti, a seguire ecco lì pubblicata una lamentela circa l’uso del piazzale del Fosso, a firma “Selvaggio”.
La lamentela è molto simpatica nel suo stendersi e ci dà anche uno spaccato della vita su quel piazzale, come fosse usato, ma anche sociale. Nei fatti, la lamentela o pubblica protesta, si apre con l’affermazione che quello spazio adibito al gioco del pallone (il bracciale) e nelle sere d’estate della palla, oggi tutto questo non è più ammesso e fioccano le multe per la protesta delle signore e signorine che lo vogliono per il loro solo passeggio e di “qualche sfaccendato dalle scarpe lucide”. L’estensore della lettera replica a queste pretese soggiungendo che invece è bene che lì i giochi si possano svolgere perché rendono più forti e agili i giovani del paese e non è giusto che siano sospesi: che devono fare? Andare a giocare nei prati così disturbando qualche contadino e non su di un pubblico piazzale che poi è l’unico spazio adatto? Che devono fare? Andare a nidi o frutta?
Il comune ha detto che la ragione del divieto sono i giovani platani che la palla o il pallone guasterebbero. Che dire? Certo con quella potatura che gli hanno fatto, sono già messi poco bene! Ci mettano un cappuccio ai platani e lascino giocare i ragazzi, piuttosto che vederli giocare a carte nelle bettole di Barga, che questo sì che è un serio danno!
Il Giornale rispose alla lettera e qui si apprende che il gioco del calcio a Barga è già in uso e attuato da quei ragazzi. In pratica si rispose che in parte è giusto il contenuto della lettera, però è anche doveroso dire che la sorveglianza sul piazzale del Fosso è necessaria. Questo per non veder sradicare dai ragazzi erba e terra insieme e disturbare il passante con i loro giochi, ecc. Se si guarda come son ridotti i gradini del Bastione e il cedro che è diventato il loro rifugio, quindi, è giusto che il Comune provveda con le multe ammonitrici per quella “falange di monelli che sono la piaga più triste del nostro paese.” Fintanto che giocano alla palla, a CALCIO, a tamburello non fanno certamente nulla di male, però ci sia una regola.
Ecco che abbiamo letto or ora e con precisione la definizione classica e italiana del football: calcio. I ragazzi di Barga in quel 1919, tra le loro molte attività di svago e divertimento avevano il nuovo gioco che senz’altro aveva avuto come ispiratori, oltre le notizie italiane, anche i loro coetanei di ritorno in villeggiatura dalle terre di oltremanica, dove i genitori avevano fatto fortuna, quel viatico che se buono, prevedeva e dava la possibilità di tornare con la famiglia alla loro cara e stessa Barga.
Tag: calcio, Fosso, calcio a barga
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