Gli anni del Cinquecento, specialmente quelli di mezzo, sono stati molto importanti per Barga. Infatti, leggendo le delibere comunali del periodo ci possiamo rendere conto della grande volontà di attrezzare modernamente il castello, la Terra di Barga, e al tempo stesso di rivedere con cura le fortificazioni, causa di quest’ultima attenzione il pericolo dei fiorentini repubblicani fuoriusciti e fuggiaschi, ora che Firenze e il territorio a essa sottoposto, tra cui Barga, è nelle mani dei Medici. In altre parole che volessero arrecare danno allo stato fiorentino, magari iniziando ad avere nelle mani le parti periferiche, le enclavi, cosa che si renderà concreta per Barga negli anni strozziani della difesa di Siena.
Per quanto riguarda Barga e l’accennato suo ammodernamento, infatti, si decidono nel Consiglio della Terra della stessa Barga, interventi circa nuove cisterne e pozzi artesiani per l’acqua. Naturalmente i pozzi sono quelli pubblici, e la cura è nel senso di rivederli igienicamente e di riedificarne alcuni. Altre attenzioni sono dedicate a lastricare alcune vie e piazze, principalmente la ricordata Piazza, la principale della Terra, oggi piazza Salvo Salvi o del Comune, dove allora, Ser Martino Pancrazi, da poco, circa gli anni 1545, aveva edificato il suo palazzo, l’attuale sede del Comune di Barga. Per questa sua opera gli fu accordato di poter demolire l’antica loggia del mercato che al palazzo ne ostacolava un arioso sviluppo, però imponendogli di ricostruirne una nella parte opposta della Piazza, l’attuale Loggia detta del Capretz. Probabilmente tutto non procedé secondo le attese, perché ci fu una lamentela affinché fosse più ampia e alta di come si prospettava.
Infatti, sotto il dì 6 febbraio 1545, ecco deliberare dal Consiglio della Terra di Barga una lettera diretta agli uffici di Firenze, detti Ufficiali di Torre, affinché esaminassero attentamente l’insorta questione e fosse richiamato presso i loro uffici Ser Martino Pancrazi affinché si potesse sciogliere positivamente la controversia, così come accadde. Finita la costruzione della nuova loggia del Mercato, secondo la favorevole congiuntura del periodo cui si è fatto cenno, ecco l’idea di costruire una cisterna che raccogliesse le acque provenienti dal tetto della loggia. Quest’opera a vantaggio degli usi castellani fu poi fatta ed è ancora esistente a lato della piazza nella parte che dà sulla via di mezzo e si nota per l’imboccatura che la chiude: una pietra serena di circa mezzo metro quadrato che poggia su una cornice composta di quattro lastre di tale natura. Questa, in certi inverni molto freddi, si apre per gettarci dentro la neve della piazza.
Furono anni veramente eccezionali per l’enclave fiorentina Barga in Valle del Serchio, perché era entrata negli interessi della politica statale improntata da Cosimo I al rafforzamento dello stato, cosicché ci furono consistenti investimenti a spese dell’Universale fiorentino circa le fortificazioni. Tali investimenti, “altamente qualificati”, che risollevarono l’economia locale (nei Saldi del Comune appaiono i vari e numerosi pagamenti a persone impegnate nell’intrapreso) , fecero decidere ai barghigiani l’erezione nella piazza principale del Castello, l’attuale Salvo Salvi, una colonna in onore del Duca Cosimo I, consistente in una stele di pietra serena che ha alla sommità lo stemma dei Medici a sei palle e per questo, genericamente detta Medicea. In realtà, come detto, ben altro fu l’intendimento che ben si comprende nella delibera comunale che segue, scusandomi se mi cito dal lavoro che feci per questa testata circa il Palazzo Pretorio di Barga sede del Museo (nona parte):
“18 maggio 1548 –Francesco Fantozzini, uno del numero dei Consoli, prima udita la proposta fatta per il Magnifico Huomo Vieri de Cerchi, al presente Podestà di Barga, sopra l’arme di Sua Eccellenza, levandosi in piedi et assurso alla ringhiera consigliò et consigliando propose che a lui pareva, quando agli altri del Consiglio paresse, che si dovesse stanziare Scudi 23 d’oro a M° Battista scarpellino da Settignano per haver fatto l’arme di Sua Eccellenza di rilievo, scudo, colonna, corona, dado et basa et ogni suo adornamento et per sua fatica di magistro. Et messo a Partito … fu vinto per fave ventisei nere per lo sì, nessuna in contrario. E quali Scudi 23 d’oro si devono pagare per il presente Camerlingo di questa Comunità et non in altro modo”.
Come dice anche Antonio Nardini in un suo articolo apparso sul Giornale di Barga del 1977, “La colonna Medicea di Piazza del Comune”, stilato in occasione della sua duplicazione eseguita per consentirne la conservazione, il cui originale oggi e sotto la Loggia dei Podestà sull’Arringo, mentre nella piazza c’è la copia eseguita dalla Ditta Dini di Ghivizzano, si ha altra conferma al nostro assunto circa la vera dedicazione:
La colonna, recante lo stemma mediceo con sei palle, fu innalzata nella Piazza del Mercato in onore del Duca Cosimo Primo dai Barghigiani grati, si dice, per gli aiuti finanziari ricevuti soprattutto per fortificare il loro castello.
Andando ancora al lavoro dello scrivente poc’anzi ricordato, si legge:
L’anno dell’innalzamento della colonna è il 1548 e leggendo tra le pagine della storia di Barga ci accorgiamo che da almeno due anni qui si sta dando corpo a un preciso volere di Cosimo I, consistente nel rafforzamento dello stesso Castello, che con la sua terra costituiva una “enclave” insinuata tra gli stati di Lucca e Ferrara. In effetti, Barga era ritenuta importante per la politica statale “cosimiana” letta dal punto di vista dell’attuando suo rafforzamento. Infatti, qui sarà mandato dallo stesso Cosimo I un importante ingegnere fiorentino, Giovanni Battista Bellucci il San Marino, inizialmente, l’anno 1546, con il fine di fare e portare a Firenze una relazione sullo stato delle difese di Barga, tale da far capire i bisogni e cosa occorresse di suppletivo per renderla inespugnabile. Con il ritorno a Firenze il San Marino sicuramente fece intendere a Cosimo I, che se avesse voluto mantenere Barga immune da noie che si sarebbero riversate sullo stato, occorrevano importanti lavori, autorevole suggerimento subito messo in atto. Infatti, per Barga ci fu un grosso investimento, in denaro e scienza difensiva, a carico dell’universale fiorentino con manodopera a carico del Comune di Barga, che sappiamo affidata a maestro “Bartholotto”. Il tutto del lavoro fu attuato sotto l’attenta sorveglianza dello stesso ingegner Bellucci, il San Marino, progettista e direttore dei lavori, che videro molto impegnato, oltre al Consiglio della Terra, anche il podestà Vieri de Cerchi (1548-49), che sull’impresa teneva ben informati gli uffici fiorentini e lo stesso Cosimo I.
Autorevole supporto a quanto affermato circa l’interesse a Barga da parte di Cosimo I si trova anche nel libro “Barga Medicea” –Olschki 1983. Precisamente nella nota 97 di pag. 66, dove Carla Sodini parlando del territorio e dell’economia barghigiana nel sec. XVI, riporta un brano di lettera scritta da Cosimo I a Francesco Inghirani nel marzo 1549, in cui si può leggere che passato il podestà Cerchi si mandino i soldi al nuovo (Vincenzo Sassetti) e si continui il lavoro secondo i suggerimenti del San Marino, ossia il Bellucci.
I lavori videro interessate le mura, la rocca, dove stava il Palazzo Pretorio e il Duomo, la torre, le varie “cascatoie”, i ponti di Borgo e di Macchiaia, le composite porte d’accesso e altro, insomma quasi tutto di Barga. Come detto, la stessa Barga fece la sua parte per l’impresa, percepita e realmente di straordinaria importanza per il Castello, consistita nel deliberare in Consiglio le “comandate” ai suoi abitanti per i lavori alle “muraglie”, all’ufficio eleggendo nello stesso Consiglio due uomini per porta.
Per altro possiamo citare altre spese saldate dal Comune per l’erezione della colonna a Cosimo I, tra cui lo stanziamento di Lire una e soldi cinque, eseguito il 21 aprile 1548 a favore di Giovanni Bartolini e Matteo Mazzoni per un canapo logoratosi a tirare la colonna alla Piazza con l’arme di sua Eccellenza, poi a favore del solo Matteo Mazzoni per due moggia di rena. Altri gli stanziamenti, come a Mencho Tognietta £ 3 a dì 24 di aprile 1548.
Quasi un destino che oggi in Barga il ricordo di Cosimo I sia duplicato, come a dire che tanto interesse per l’enclave, per il timore si perdesse nella notte delle menti, chi non andasse nell’antica Piazza di Barga e lì vederlo, solo andando sull’Arringo ci s’imbatte nel simile e autentico che è sotto la Loggia dei Podestà.
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