Davanti alle lacrime di cento, duecento, trecento ragazzi non puoi rimanere insensibile, nemmeno se sei a mille miglia di distanza con i tuoi pensieri. Non puoi rimanere insensibile se quelle lacrime sono le lacrime della nuova Barga, della Barga che verrà, che un giorno sarà al tuo posto a portare avanti questo paese; che oggi piange per la perdita di uno di loro; piange perché d’improvviso, da quel terribile giovedì sera, si è risvegliata un po’ più grande, un po’ più adulta. Come non avrebbe voluto. Non in questo modo. Non con il sacrificio di Francesco , di Francesco Tontini, 18 anni, una vita davanti tutta da vivere, da scoprire, con tante parole da dire, tante persone da amare, tante cose da fare, tante moto da guidare, tanto, tanto, e tanto altro ancora…
Francesco non c’è più ma le esequie che oggi si sono svolte in un pomeriggio via, via sempre più grigio, fino a quando anche le lacrime non si sono sciolte dal cielo sopra di lui e per lui, hanno dimostrato che Francesco era uno giusto; che Francesco era una persona che meritava di esserci e di continuare ad essere. Che Francesco era il meglio di noi, della nostra gioventù. Non è facile trovare conforto nella fede, ma la fede è davvero l’unico appiglio oggi affinché il dolore non ci schiacci in questo pomeriggio di una domenica che non sarà mai ricordata come una domenica.
C’è la fede e c’è il ricordo. Non c’è più Francesco, e ora, dopo il terrore, l’orrore di quel giovedì sera, rimane solo il suo ricordo, il suo sorriso, il suo essere un ragazzo di oggi con tante passioni ed con tante belle cose da dimostrare al mondo.
Rimane tutto il bello di lui ed il bello che c’è anche nei suoi coetanei, di tutti quelli che oggi abbiamo visto seri, tristi, commossi, impacciati ed a disagio in una giornata come questa, con le lacrime agli occhi; dei suoi amici sinceri che hanno voluto fargli sentire per l’ultima volta in rombo delle moto che tanto amava e con le moto, con le auto sportive che erano un suo sogno lo hanno accompagnato alla sua ultima dimora.
E’ la Barga che verrà, che oggi ci è scorsa davanti come in un sogno insieme al carro con la bara di Francesco, sommersa dai fiori bianchi, accompagnata dalle sirene delle ambulanze della Misericordia in cui lui tanto credeva; la cui passione gli aveva infuso mamma Marilena; accompagnata dal saluto commosso di quegli uomini in divisa nera che fanno parte dell’Arma che era ed è la vita del babbo; di quegli uomini che commossi non ti aspetteresti mai nemmeno di fronte al dolore, ma che sono uomini come tutti noi.
Mentre passava Francesco, mentre la commozione si faceva più forte e cresceva con il rombo dei motorini, non mi sono tornate in mente le pur belle parole che don Stefano ha pronunciato in chiesa. Ho rivisto invece le lacrime di don Giovanni Cartoni, che mentre spargeva il fumo dell’incenso sul feretro di Francesco non ce l’ha fatta a trattenere la commozione. Perché uomini sono anche loro, i sacerdoti; perché uomini siamo anche noi che scriviamo oggi sui nostri giornali e che non vorremmo mai farlo per raccontare tutto questo. Perché tutti noi siamo stati ragazzi ed oggi, con nella mente la gioia e la magia di quegli anni, abbiamo accompagnato idealmente Francesco verso un mondo che verrà. Che viene oggi, troppo presto, per lui, e che un giorno verrà per tutti noi.
Le ultime righe sono per rivolgerti un sorriso Francesco e per rivolgerlo alla mamma Marilena ed al babbo Davide ai quali sono davvero tanto, tanto vicino. Non ci sono parole per consolarli, non si possono consolare una mamma ed un babbo. Posso solo loro rivolgere il piccolo, ma sincero calore di un breve sorriso…
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Tag: barga, francesco tontini
Simonetta
20 Ottobre 2019 alle 19:51
La vita di un ragazzo di 18 anni non verrà mai dimenticata e non verrà mai cancellata dalla mente di chi gli voleva bene ciao Francesco.
Cinzia e Pietro
20 Ottobre 2019 alle 21:53
Un caloroso abbraccio alla famiglia Tontini.
Fam. Di Giambattista