Riprendiamo il nostro discorso interrotto con il primo articolo e vediamo ancora quanto segue.
Si amplia il resoconto bargeo e non fatto dall’Annuario, con il dire che in loco si pubblicavano due giornali locali periodici, La Corsonna e la Gazzetta di Barga; quest’ultima però sta marcando un poco il passo. Le due testate si stampavano da due tipografie, questa volta censite, una era la Ditta Groppi, che fu di Pietro Groppi deceduto nel 1908 e ora, ma lo diciamo noi e con certezza, gestita dalla nuova ditta Sighieri & Gasperetti, l’altra era di Ugo Bertagni. Inoltre ci sono due cinematografi, uno al giardinetto interno alla locanda La Pergola di piazza San Rocco, chiamato Eden, l’altro al caffè Capretz di piazza Salvo Salvi, detto Cinematografo Italiano. Qui si danno gli “spettacoli” in pellicola che terminano con un filmato comico. Questi luoghi cinematografici fungono anche da piccoli teatri per certe commedie e altre manifestazioni artistiche, oltre al settecentesco ed effettivo teatro, il Differenti che è nel cuore del castello.
Da quando è nato il giornale La Corsonna, era il 1903, gli era stato imposto quale titolo Il Corsonna, nome cambiato in La Corsonna per l’intervento di Giovanni Pascoli, amico dei due fratelli fondatori, Alfredo e Italo Stefani. Il giornale, specialmente con Alfredo, ha iniziato a rendersi conto che Barga non ha bisogno soltanto di cure politiche ma anche sociali. Alfredo, già indirizzato, con il ricordato Leo Giuliani, nell’azione interventista circa il conflitto mondiale che ora è una realtà, sente e vede, appunto, che il suo paese, amato con un trasporto quasi senza uguali, deve evolversi anche socialmente e per lui sta pensando a un’associazione che ne curi le grandi memorie, la socialità attiva in suo favore e la moralità.
Certamente in ciò le fu maestra l’azione dello scomparso Pietro Groppi, giornalista tipografo dalle numerose attività, che già nel lontano 1880, aveva fondato anche su questi principi il primo giornale di tutta la Valle del Serchio, chiamato “L’Eco del Serchio”, testata spentasi sul finire di quel secolo. Alfredo, allora inizia a pensare e a lanciare sulle pagine del suo giornale l’idea di un’associazione che potrebbe chiamarsi Pro Barga ma anche a un’associazione ricreativa tra montagna e sport. Le due idee, già lanciate e forse attive, specialmente la Pro Barga si farà forte dopo il Secondo Conflitto Mondiale, quando Italo Stefani, fratello di Alfredo Stefani (che era morto nel 1929), nel 1949 fonderà la nuova Pro Barga, oggigiorno Pro Loco.
Tornando sul nostro discorso, tra le attività artigianali in genere, seppur non censito nell’Annuario, sia presente dentro Barga anche un maglificio in via XX settembre (oggi via di Mezzo) e proprietario ne sia Celestino Biagiotti, che poi lo cederà a Lando Lucignani. C’è ancora un’attività detta Agenzia: la Tognarelli, che probabilmente, assieme alle altre che vedremo in altri articoli, tra l’altro ha iniziato a occuparsi dei viaggi nella speranza di un futuro migliore per i barghigiani che intendono emigrare, che poi diverrà negli anni a seguire effettivamente operante nel settore. Quest’Agenzia è allocata a palazzo Balduini – Nardi in piazza Garibaldi e vende anche giornali, cartoleria e altro, che in quest’anno 1916, il tutto è traslocato al piano terra del vicino palazzo comunale in piazza del Comune, ora dedicata a Salvo Salvi. Come nota di colore, chi invece volesse comprare una bicicletta, un vero lusso in questi anni, delle rinomate ditte Medusa, Bianchi o Eolo, può rivolgersi al Sig. Pietro Da Prato.
C’è anche e funzionante il già accennato e settecentesco teatro dei Differenti, dove si è già iniziato a tenere anche spettacoli di beneficenza a favore dei combattenti al fronte e per le loro famiglie, specialmente con compagnie di filodrammatici locali ma anche da fuori. Poi, c’è l’ospedale San Francesco laggiù al vecchio Convento dei Frati Francescani, retto da un Comitato di gestione. L’Ospedale è un’istituzione barghigiana cui tengono moltissimo i cittadini e del quale, ognora, orgogliosamente rinnovano la memoria fondante, specialmente ora che l’Italia s’è mossa, quasi un filo conduttore tra le albe della scossa italiana e quest’ultimo conflitto basato sui soliti principi.
Non poche, però, sono le difficoltà per il mantenimento dell’amato Ospedale ma la data della sua nascita è veramente una viva memoria tra i paesani, tanto che per esso non concedono tregua alle volontà. Sanno che si volle nel 1849 dai liberali barghigiani, in ciò sorretti da un frate francescano che il Vescovo di Pisa, distaccò dalla cura degli Spedali Riuniti di Pisa, così mandandolo a reggere la parrocchia di Barga in sostituzione temporanea del parroco filo austriaco Valentino Bientinesi, più che inviso a chi stava lottando per l’Unità d’Italia. Appunto, l’Italia unita che ora si spera di raggiungere lassù a nord est, tra un fiammeggiare di scoppi e di assalti alla baionetta. Quel frate aveva per nome fra Bernardino da Siena e ognuno sa che riuscì a pacificare gli animi dei liberali concedendo a loro le stanze del convento che la parrocchia gestiva in concordato d’uso offerto dal Comune. Il suo nome ebbe l’onore di essere scolpito nel marmo, che ogni persona che si reca laggiù nella speranza di un soccorso della scienza medica, subito, prima dell’ingresso, vede sopra la fontanella.
Quale presidente il Comitato di Gestione dell’Ospedale, sin dal 1899 e in continuità d’azione, ne è investito il Cav. Piacentini Egisto. La sua azione fu molto importante sin dall’insediamento, avendolo ampliato e consolidato nelle sue attività, in sinergia con due bravi medici di Barga, il Dott. Comm. Alfredo Caproni e il Dott. Eliodoro Carradini. Tra l’altro l’ha risollevato da una grave crisi finanziaria e ne ha definita con il Comune di Barga la finale acquisizione dello stabile a favore del Comitato gerente l’Ospedale. Siamo sempre al 1916 e Piacentini non può ancora saperlo, ma quando deciderà nel 1924 di lasciare la presidenza dell’Ospedale, i membri del Comitato gli riconosceranno i ricordati e fondamentali meriti, nominandolo Presidente Onorario a vita. Chi scrive ricorda che il Cav. Egisto Piacentini è una di quelle persone che andrebbero maggiormente ricordato per aver saputo dare moltissimo alla società barghigiana, come vedremo subito a seguire e per altre cose che appariranno e di lui parlano.
Oltre all’Ospedale c’è anche un luogo di studi detto Conservatorio di Santa Elisabetta che è retto da un Operaio, con annessa le scuole femminili di vario grado, elementari e superiori a esse, dove alcuni emigrati, i più facoltosi, lasciano le figlie per gli studi al convitto gestito dalle novelle suore Giuseppine. Mentre la scuola elementare maschile, dopo aver avuto sede al palazzetto Verzani, un palazzotto in stile toscano con una gradinata in fronte (oggi scomparso), che è vicino alla chiesa di San felice, ora e da poco, è nel nuovo palazzo al Giardino, nella futura piazza del Popolo, oggi Giovanni Pascoli, dal 1914 dell’approvazione della costruzione, per quanto riguarda l’educazione, assurta a scuola direttamente gestita dalla Provincia di Lucca.
Come già accennato, il Conservatorio di Santa Elisabetta è gestito da una Commissione Amministrativa composta di un Operaio e due consiglieri. In questo 1916 l’operaio è il Cav. Piacentini Egisto, mentre i consiglieri sono il Dott. Comm. Alfredo Caproni e Jacopetti Pietro. Per la direzione della scuola vediamo che essendo femminile, il personale è solo di tale natura. Economo è Cellini Beatrice, mentre Sestini Luisa è la direttrice, con due vice nelle persone di Coli Agostina e Giusti Irma. Le insegnanti dei Corsi Complementari Interni sono Giannotti Marianna che è maestra di Lavoro, Nieri Assunta maestra elementare interna, Giusti Maria, Ugolini Ada, Marcucci Marianna e Tambellini Agata, sono le maestre dell’annessa Scuola Complementare. Infine Parigi Estere è supplente ai lavori.
Continuando in questo spaccato di Barga, vediamo che uscendo dal Castello, in via del Giardino, nell’antica strada che scende da Canteo, esattamente da Villa Gherardi, ha sede e agisce la Società Mutuo Soccorso Cristoforo Colombo tra gli emigranti, fondata nel 1893, sulla cui porta spicca il busto, ancora esistente, del navigatore che scoprì l’America e ha come presidente onorario il Prof. Cav. Giulio Giuliani.
Come fondazione e quindi prima di questa, è operante anche la Fratellanza Artigiana, anche questa una società di mutuo soccorso tra gli artigiani, che prese avvio nel 1862 in un’importante casa del Castello che era nel quartiere di Macchiaia, dove ancora è allocata, e ha come presidente onorario perpetuo la buona memoria di Giuseppe Garibaldi. La Fratellanza ha anche una scuola di Disegno nata nel 1888 e diretta dal prof. Luigi Colognori. Queste sono due società dal carattere massonico, cui si contrapponeva la cattolica Società di Mutuo Soccorso Angelio, con presidente onorario l’Arcivescovo di Pisa, cui il Vicariato di Barga era sottoposto per lo spirituale.
Tutte e tre le società, passata la guerra, si sarebbero dovute unire assieme nel futuro 1933 ma la Società Angelio, probabilmente alloggiata nel piano terra di una villa del Giardino o altro casamento precedente alla stessa Villa, che sta sulla via che va in San Pietro Campo, preferì sciogliersi, mentre le altre due si fonderanno nella Fratellanza Bargea, cui si unì anche la Biblioteca Circolante Angelio, altra realtà attiva in questo 1916, nata l’anno 1879. Mentre a Fornaci di Barga è attiva una Società Operaia sorta nel 1892, ovviamente, prima dello stanziamento della SMI e pensiamo anche la Società Artigiana di Ponte all’Ania. A queste società operanti in Barga e nel suo comune, si univa anche quella dei Reduci delle Patrie Battaglie e Fratellanza Militare, sorta l’anno 1878, per opera di Antonio Mordini, l’ex prodittatore di Garibaldi in Sicilia.
Va detto a coronamento di queste note che in questo 1916 i due centri del Comune, che si stanno maggiormente ampliando sono Fornaci di Barga con l’avvio della SMI e Barga. Per Fornaci s’inizia ad assistere alla richiesta di apertura di qualche attività commerciale che richiede il crescere della fabbrica, la SMI, per il grandissimo afflusso di operai che scendono dai paesi di pietra, le cui domande di concessione sono affrontate dal Consiglio Comunale. Ponte all’Ania, già terra di confine granducale con Lucca, ha un suo importante commercio che ha visto nel secolo precedente un’efficace proliferare di attività anche artigianali, ma che ora inizia a soffrire per il crescere economico proprio di Fornaci di Barga.
Per Barga il sobborgo del Giardino è in una fase di ampliamento, mentre tutte le cose importanti e utili al quotidiano del cittadino sono tenute ben strette all’interno della cittadella che è contornata dalle mura castellane. Comunque, il Giardino si sta attrezzando e pian piano va lanciandosi per divenire il centro del Paese. Una grossa, se non fondamentale mano a questo sviluppo gli viene da quegli emigranti di ritorno che avendo fatto fortuna, qui realizza il sogno della sua casa o villino in patria, ovviamente in questo luogo edificabile, tra l’altro pianeggiante e quindi molto appetito.
In questo 1916 non sono molte ma già occhieggiano qua e là, come l’Albergo Alpino e altro casamento confinante, degli emigranti Serafini, per certi versi affascinanti nel loro ammiccare una bellezza nuova e da qui altre se ne vedono. Sul fianco dell’Albergo Alpino costruito da Emilio Castelvecchi, un emigrante di ritorno, che sorse a un solo piano quale rimessa per cavalli alla fine del secolo precedente, sul fianco sinistro di quest’albergo, di là dalla futura piazza del Popolo oggi Giovanni Pascoli, si è costruita da pochissimi anni la già citata e nuova scuola elementare maschile. Nel mezzo tra le costruzioni, oggigiorno la piazza Giovanni Pascoli, c’è ancora un orto o un campo coltivato con piante da frutto e forse gelsi che alimentano i bachi da seta che si coltivano nelle filande locali, un tempo da non molto passato, attivissime.
Di fronte alla costruzione alberghiera l’Alpino, nel largo detto del Giardino, dalla parte opposta dello sterrato, dove c’è da oltre trent’anni una bella fontana pubblica e poi vi fu piantato anche un piccolo cedro del libano destinato a divenire l’elemento distintivo del nuovo centro urbano, si stanno ergendo altre costruzioni di rilievo volute dagli emigranti sulla via per Castelvecchio Pascoli e quella per San Pietro in Campo, ancora poca roba ma il segno è partito.
Su quest’affascinante periodo storico di cui si è fatto cenno, in questo 1916 poco più che un embrione, Il Giardino di Barga e le aeree che molto timidamente, ma comunque mostrano una bella urbanizzazione, dove si svilupperà nel dopo guerra 1915-18 sino agli anni trenta di questo Novecento la Nuova Barga, oggi è il soggetto di uno studio che vede impegnate in sinergia di ricerca la Fondazione Ricci e l’Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga. Il titolo è stato identificato nel nome Barga Liberty ed Eclettica e riguarda la rivisitazione di questo importante momento tra società, arte e artigianato legato alle allora nuove costruzioni, finalizzato a una rievocazione espositiva dei bei villini che, come detto, sin da questo 1916, già occhieggiano qua e là e non solo a Barga, ma anche nel complesso del Comune. In pratica, tra esterni e interni, i villini già esistenti, di se già molto ammiccanti, mostreranno nelle future realizzazioni, viepiù opere di pittura murale, ferro battuto, marmi, ecc., che ancora oggi affascinano per la loro indicativa cifra d’arte; esposizione in forma di mostra, destinata in seguito a divenire il soggetto di una pubblicazione.
(continua)
Tag: barga, prima guerra mondiale, 1915-18
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