Mercoledì 2 ottobre alle ore 10 presso l’Aula Magna dell’ISI Barga, all’interno del Festival “LuccAutori” si terrà la conferenza “Giovanni Pascoli, il gigante “fanciullino”. Ennio Cavalli, la poetica di un contemporaneo incontra il grande di Barga”.
Il poeta Ennio Cavalli presenta il libro “Se ero più alto facevo il poeta” (La nave di Teseo). Intervengono Alessandro Adami, presidente della Fondazione Giovanni Pascoli e Demetrio Brandi, presidente di LuccAutori. Con la partecipazione degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. L’incontro è aperto al pubblico.
Se ero più alto facevo il poeta
La poesia di Ennio Cavalli non sopporta confini, tant’è che in questo libro attinge, flirta, si trasforma in prosa. La prosa, a sua volta, punta alla leggerezza, alla velocità di scavo, all’idea calviniana di “espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile”. Prosa e poesia si fondono così in quella sorta di “pensiero lungo” che fa da lo conduttore a tutta l’opera di Cavalli. Già nelle poesie d’esordio (L’infinito quotidiano, 1973) Federico Fellini vedeva “una ricchezza di immagini suggerite da una sofferenza intellettuale e letteraria, invenzioni belle, fresche, originali”.
E Dario Fo sottolineava, più di recente, “il gioco di prospettive e di rimandi” tipico del suo narrare.
Se ero più alto facevo il poeta è il libro della maturità di un autore che mette a frutto esperienze di vita, forza visionaria e ricerca linguistica. Con filosofia lucreziana e ironia a lento rilascio, questo florilegio di pagine inedite tocca il tema della natura, della morte, del soprannaturale, delle religioni, dell’amore, del sociale, dello scrivere, del sorridere. Si passa dall’immanente al trascendente, dall’infanzia dell’umanità alle risorse del mito, dai toni civili preoccupati e coraggiosi al divertissement, dal resumé degli anni di piombo visti dal marciapiede opposto a quello dei terroristi alla smagliante “intervista impossibile” con Virgilio. Mentre gli stralci di poetica radunati in Circo a tre piste e in Maestri di danza non restano modelli di virtuosa programmazione. Diventano essi stessi, per osmosi, rintocchi fantastici e preziosi.
Ennio Cavalli, nato a Forlì nel 1947, vive a Roma. Inviato Rai, dopo un primo “rodaggio” in cronaca, si è sempre occupato di cultura e spettacoli. Con il romanzo Quattro errori di Dio (2005) ha vinto il premio Campiello Giuria dei Letterati. Con Libro grosso (2009), il Viareggio Poesia. Con I gemelli giornalisti sono io! (2011), il premio Elsa Morante Ragazzi. Altre opere in prosa: La Bibbia in lattina (1992, con una lettera di Federico Fellini), Il romanzo del Nobel (2000, nota di Dario Fo), Fiabe storte (2003), Il poeta è un camionista (2003), Il divano del Nord (2005), La cosa poetica (2014), I gemelli giornalisti sempre in viaggio, quarto della serie (2016), L’amore prima dell’aggettivo (2017). Le più recenti raccolte di versi: Trattativa con l’ombra (2013), La più bella poesia del libro e altre anomalie (2015), Qualcuna (2016), Vangelo di legno verde (2016), Poesie incivili (2017), Orfeo e il Signor Tod (2018).
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