Allarme vespa velutina anche in Toscana? Marchetti (FI): «Sul calabrone killer delle api una brochure e un sito due anni fa. Poi?»

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FIRENZE – «Dopo le brochure informative e l’attivazione del sito di monitoraggio due anni fa, sulla vespa velutina la Regione che ha fatto? Si è preparata all’espansione dell’areale del calabrone killer delle api già presente in Liguria? No perché adesso che l’insetto alieno è qui urge un salto di qualità nelle misure di contrasto: siamo pronti?» E’ quanto domanda alla giunta toscana il Capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti, appreso che dai controlli effettuati come sempre dagli apicoltori sono emerse colonizzazioni del pericoloso insetto alieno.

«Purtroppo – incalza Marchetti – la possibilità che anche in Toscana giungesse la temibile presenza di questo calabrone di origine asiatica era nel novero delle prospettive. La vespa velutina infatti – ricorda Marchetti – era già presente da qualche anno in Liguria, penetratavi dal confine francese, e fino a La Spezia. Che espandesse il proprio areale non era ipotesi peregrina, e proprio per questo nel 2017 la Regione Toscana aveva preparato una brochure informativa e attivato il sito stopvelutina.it per canalizzare i monitoraggi del fenomeno. Ecco: e adesso che c’è? Siamo pronti al contrasto? Come si intende procedere a fronte delle segnalazioni?»

La vespa velutina è una specie alloctona alle nostre latitudini. Classificata tra quelle aliene invasive da eradicare: «Siamo davanti a un pericolo per la salute pubblica – ammonisce Marchetti – e per la biodiversità. Non solo: ogni ‘non fatto’ in Toscana in termini di controllo, contrasto ed eradicazione dell’insetto avrà plausibilmente ripercussioni nei territori in cui successivamente l’insetto andrà ad espandere il proprio areale. Per di più, ogni ape perduta è uno scrigno di benessere ambientale per l’intero pianeta e non solo per l’apicoltore che eventualmente la alleva».

«In un settore apicolo e in una filiera del miele già piegati da fenomeni climatici avversi e castagni colpiti da una recrudescenza delle colonizzazioni di cinipide galligeno – conclude Marchetti – il fenomeno va affrontato subito e il settore sostenuto non solo con provvedimenti puntiformi, ma con interventi di programmazione strategica che nel tempo rimettano in equilibrio ambienti ed habitat».

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