BARGA – Tempo bello e clima giusto e gente in giro. Non come qualche decennio fa quando la fiera di Santa Maria e San Rocco era l’evento clou dell’estate, ma comunque un bel movimento lo stesso a Barga Guardino.
Con questi risultati ha preso il via il 15 agosto la Fiera di Santa Maria e San Rocco, evento della tradizione religiosa del paese che si intreccia con la tradizione dei costumi di questa comunità.
Dopo il primo giorno della Fiera di Santa Maria, per tutta la giornata del 15 agosto, oggi si prosegue con la fiera di San Rocco e per tutta la mattina di domani, sabato 17, con la fiera di San Rocchino.
Centinaia i banchi dislocati in tutta l’area di Via del Giardino, Piazza Pascoli e via Mordini, Largo Roma e Piazzale Matteotti, in Largo Biondi, dove da decenni e decenni non manca mai il banco di aglio, cipolle ed angurie che come vuole da tradizione non può mancare negli acquisti dei barghigiani per la fiera.
Tra abbigliamento, calzature, articoli per la casa, fiori, prodotti gastronomici tipici e non, gli immancabili croccanti, i palloncini colorati, i cocomeri e l’aglio, gli animaletti domestici, l’affluenza di persone inm giro a curiosare o a fare gli acquisti non manca e sicuramente sarà così anche per la giornata di oggi ed anche per domani mattina, ultima occasione per la fiera.
Come sempre, oltre alla fiera, anche il classico appuntamento con musica e ballo in Largo Roma. Ieri sera è stata la volta dell’orchestra di Antonio Maenza che ha scaldato i ballerini in pista. Stasera, 16 agosto, tocca al ballo giovane con una serata organizzata sempre in Largo Roma.
Per quanto riguarda le funzioni religiose, dopo la festa presso la chiesina dell’Assunta alla Fornacetta, oggi si replica con tante funzioni religiose nella chiesa di san Rocco, al Giardino. Sante Messe verranno celebrate anche per San Rocchino, quando si chiuderanno i festeggiamenti. La più solenne stamani alel 11 con la partecipazione anche di don Federico Franchi, che è stato salutato dai fedeli, memori degli anni in cui ha svolto il suo esercizio sacerdotale a Barga.
San Rocco a Barga è festa sentita quanto quella dell’Assunta e così sono tanti i devoti che da stamattina si stanno recando ad assistere alle san te messe in chiesa e ad accendere un cero da porre sotto l’0altare del Santo dove vengono recitare le proprie preghiere.
Davanti alla chiesa oggi, giorno di San Rocco, trovate anche il banco di Medici per l’Africa. Si possono acquistare tante belle cose e contribuire così agli scopi umanitari dell’associazione.
Non mancano come tutti gli anni le piccole grandi tradizioni, come quella ormai quarantennale che si svolge in via Mordini: la speciale “merenda” di San Rocco. L’idea viene dalla famiglia Rossi del Camberello ed il primo a proporla fu il capostipite Giuseppe Rossi. Oggi, anche con il figlio Floriano e con tanti amici, questa tradizione continua a suon di acciughe, di formaggi nostrali, insaccati e buon vino.
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Tra le tradizioni più apprezzate da tutti quella dei campanari di Barga. Ad annunciare a tutti il giorno di festa e le funzioni religiose imminenti il suono delle campane della chiesina di San Rocco. Risalgono agli anni ’50 del secolo scorso e da stamattina vengono suonate alla perfezione dai nostri campanari che sottolineano con la loro opera tutti gli avvenimenti religiosi barghigiani. Toccheggiate e veri e propri doppi per tutta la mattina e che si ripeteranno fino ad oggi pomeriggio alle 17 per annunciare l’ultima Santa Messa. Così del resto è stato anche ieri per l’Assunta, con tanti doppi e le campane suonate a festa alla chiesina della Fornacetta.
(ringraziamo per le foto anche Elisa Rocco e Massimo Pia)
La storia di San Rocco
Rocco nasce a Montpellier, in Provenza (sud della Francia) in un anno imprecisato tra il 1348 e il 1350. Al momento della nascita Rocco reca sul petto, lato cuore, una voglia a forma di croce che ne permetterà il riconoscimento del corpo dopo la morte. La famiglia, i Delacroix, è tra le più abbienti della città. A Montepellier, presso la locale ed antica Università Rocco avrebbe studiato medicina interrompendo gli studi alla morte dei genitori, Giovanni e Libera. Dopo il funesto evento, il giovane, distribuisce i propri averi ai poveri e parte in pellegrinaggio verso Roma.Al momento di iniziare il pellegrinaggio ha già assunto l’abito del Terzo Ordine Francescano. Rocco, secondo la tradizione, avrebbe conosciuto il terribile flagello della peste già nella città natale. Giunge in Italia nel momento di massima virulenza di un’epidemia di peste nera ed interrompe il viaggio verso Roma ad Acquapendente (Viterbo) ove nel lazzaretto di S. Gregorio assiste appestati ed ammalati.Qui si manifestano le virtù taumaturgiche del Santo: il segno della croce praticato da Rocco sulla fronte dei malati procura la guarigione e si diffonde così la fama dei miracoli del giovane pellegrino francese.
Giunge a Roma tra il 1367 ed il 1368. Vi si ferma per tre anni assistendo gli ammalati. Con il segno della croce indelebile sulla fronte, guarisce un cardinale che lo conduce alla presenza di Papa Urbano V. Dopo aver lasciato Roma, Rocco è a Rimini, Forlì, Caorso e Cesena ove si prodiga a favore degli appestati. A Piacenza contrae la peste e si ritira in una grotta, ancora esistente e trasformata in santuario, lungo il fiume Trebbia nei pressi di Sarmato. Un cane provvede al sostentamento del Santo con una pagnotta che preleva alla tavola del padrone, il Signore di Sarmato, Gottardo Pollastrelli. Questi segue la piccola bestia, scopre la grotta e cura il giovane che si rifiuta di seguirlo a palazzo.
Gottardo cerca vanamente di seguire Rocco che lo induce a desistere dal proposito. Gottardo ne diffonde la vita e la fama dei miracoli; si ritiene sia stato il primo agiografo del Santo nonché il primo ad averlo raffigurato in una immagine e seguendo gli insegnamenti del maestro avrebbe conseguito anch’egli la santità. Tra gli storici, però, l’esistenza o meno di questa figura accostata al Santo è parecchio controversa. Nella grotta al Santo appare un angelo che gli annuncia la guarigione e la facoltà di chiedere una grazia al Signore. Lungo la strada del ritorno a Montpellier, Rocco è incarcerato come spia a Voghera. Rifiuta di rivelarsi nonostante i Signori del luogo siano avi materni.
Resta in carcere per quasi cinque anni. Riceve ancora una volta l’apparizione dell’Angelo che gli annuncia la morte ormai prossima che giunge nella notte tra il 15 ed il 16 Agosto probabilmente del 1379. Al momento della sepoltura, grazie al segno di croce che Rocco porta sul petto, lo zio materno Bartolomeo, Signore del luogo ove il Santo è stato incarcerato, riconosce il nipote nel misterioso giovane pellegrino che mai aveva voluto rivelare la propria identità. Sempre al momento della sepoltura la grazia che Rocco aveva chiesto al Signore si manifesterà con il ritrovamento della tavoletta che porta incisa la frase “Chi invocherà il mio servo sarà guarito”, e che compare in numerose rappresentazioni del Santo.
La chiesa di San Rocco
Alla fine del 1400 si hanno notizie di un oratorio chiamato Cappella S. Rocco in fondo al ponte di Porta di Borgo, sorto per onorare il santo protettore contro la peste dilagante. Nel 1630 si inizia a costruire la nuova chiesa di S. Rocco in un luogo vicino al precedente oratorio. Terminata nel 1639, un altare diverso o l’odierno accolse l’attuale tela raffigurante quattro personaggi: la Madonna col Bambino in alto, S. Rocco, S. Sebastiano e S. Antonio; i primi due santi sono protettori contro la peste, S. Antonio è il protettore degli animali domestici presenti in gran numero nell’allora giardino, dietro i santi sono raffigurati appestati derelitti.L’altare della Madonna di Pompei con un quadro si suppone sia del periodo dopo il 1700 periodo in cui si venerava la Madonna del Carmine. L’altare di S. Rocco che è vicino all’entrata della sacrestia, in stile barocco, è recente: in esso si conserva un’antica statua del santo.
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