«La comunicazione della giunta introduce elementi di innovazione rilevanti, sia sul terreno della governance che sull’impiantistica e l’incremento dei livelli di raccolta differenziata. Non possiamo certo rassegnarci alle geometrie variabili: non vedo perché se un Comune riesce a raggiungere percentuali del 90% di raccolta differenziata questo obiettivo non sia concretamente perseguibile anche in tutti gli altri territori. Condividendo pienamente la posizione del nostro gruppo, espressa da Monia Monni, credo però che occorra fare uno sforzo per chiarire pienamente i confini di tre perimetri essenziali».
Lo ha detto Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente della commissione Ambiente e Territorio, intervenendo in aula sulla comunicazione della giunta in merito ai rifiuti e all’economia circolare.
«Il primo perimetro da chiarire – ha spiegato Baccelli – è quello tra economia circolare ed economia lineare. Mi riferisco, per fare un esempio, al progetto di Kme a Barga che certamente non è annoverabile nell’economia circolare. In secondo luogo, bisogna specificare il confine tra rifiuti solidi urbani e rifiuti speciali. Quanto agli urbani, è opportuno che la Regione svolga una pianificazione su scala regionale ed i Comuni siano messi in condizione, tramite subambiti, di esercitare con maggior autonomia e forza la definizione e l’organizzazione del servizio.
Infine, il ruolo della Regione, che deve essere quello di accompagnare i territori e le loro amministrazioni non dettare linee ed imporre la realizzazione di impianti. Per questo credo che il discrimine sul tema dei rifiuti speciali sia appunto il giudizio del territorio. Sempre per restare all’esempio di Barga, Kme non può inventarsi esperta in pirogassificatori e le istituzioni e le comunità locali debbono essere ascoltate. Di più, deve essere dirimente il giudizio espresso dall’amministrazione comunale, prima rappresentante degli interessi di una comunità, che, nel caso del Comune di Barga è totalmente negativo. Per questo considero il progetto del pirogassificatore irrealizzabile e per lo stesso motivo ritengo che, quanto al progetto Eni di bioraffineria potrà veder la luce solo qualora i Comuni di Livorno e Collesalvetti esprimano un giudizio positivo sulla base delle garanzie ambientali, infrastrutturali e di investimento che saranno loro proposte. Nel pretendere di imporre impianti ai territori si ottiene da un lato di creare forti ed inutili preoccupazioni alle comunità interessate, dall’altro aspettative nelle aziende proponenti che alla prova dei fatti non troveranno soddisfazione».
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