Arrivano alla fine anche le riflessioni del movimento La Libellula sull’esito delle elezioni e sulle successive giornate che hanno visto protagonista la comunità di Barga.
Ecco il testo integrale:
“Passata una settimana dalla bagarre elettorale e raffreddate le polemiche del pre e post elezioni, ci sembra giunto il momento per fare alcune riflessioni.
Barga non aveva forse mai vissuto una tornata amministrativa così incerta e competitiva: la presenza di ben 4 liste e il risultato in bilico fino all’ultimo momento sono il segnale di una partecipazione attiva alla vita politica del Comune senza precedenti e questo è sicuramente il segno di un interesse vivo dei cittadini verso il proprio territorio e le scelte che lo riguardano; un fatto da accogliere senza dubbio in maniera straordinariamente positiva e sul quale anche il nostro movimento crediamo abbia dato un importante contributo.
Talvolta ci sentiamo domandare come mai la Libellula non abbia partecipato con una propria lista a queste elezioni: pur rispettando il parere di tutti, non abbiamo mai condiviso un tale intento: il diritto alla salute e a un ambiente più pulito deve essere universale, non di destra o di sinistra, ma appartenere indistintamente a tutte le forze politiche; ci pare che i numeri ci diano ragione, dato che il 93% degli elettori ha dato la sua preferenza alle tre liste che si sono impegnate per iscritto e in maniera precisa per quanto riguarda il NO al progetto di gassificatore KME e anche su altri aspetti riguardanti la salute e l’ambiente nella nostra Valle; da parte nostra dunque facciamo le congratulazioni e gli auguri al nuovo sindaco, Caterina Campani, per il suo certamente non facile compito, rassicurando al tempo stesso tutti coloro che ci seguono che vigileremo attentamente sul rispetto degli impegni presi; questo è il nostro compito, non altri.
Alcune riflessioni sulle recenti elezioni sono arrivate anche dal segretario della Uilm Area Nord Toscana, Giacomo Saisi, il quale ha invitato il nuovo sindaco al “riavvicinamento ai lavoratori dello stabilimento di Barga” a suo dire da troppo tempo trascurati dalle istituzioni nonché alla riapertura al dialogo e al confronto con le organizzazioni sindacali sui temi che riguardano il lavoro; una ben strana richiesta, dato che non ci risulta che l’amministrazione comunale abbia mai rotto i rapporti coi lavoratori e i loro rappresentanti; semmai lo ha fatto con la dirigenza KME, il che dopo i ripetuti attacchi e la scarsa considerazione verso le istituzioni locali, ci sembra comprensibile; atteggiamento di non curanza verso la popolazione e scarsa democraticità che KME non ha certo cambiato nel tempo, prova ne sia la sua assenza al processo partecipativo “Tutti nella stessa Barga”, nonostante i ripetuti inviti.
Ma ciò che ci colpisce di più è questo passaggio del suo intervento: “KME non è solo il pirogassificatore ma è soprattutto un’industria metalmeccanica che occupa 600 lavoratori più un nutrito indotto che vivono grazie agli emolumenti aziendali“. Come non essere d’accordo; solo che questo concetto sarebbe meglio rivolgerlo ai dirigenti dell’azienda, piuttosto che alle amministrazioni; una dirigenza che da anni presenta fantasiosi piani industriali che con la produzione del rame hanno ben poco a che fare, dall’idroponico prima ai rifiuti industriali oggi; quale altra industria metalmeccanica incenerisce rifiuti per autoprodursi energia? Davvero un impianto come questo, in grado di funzionare autonomamente con 30 addetti e di generare lauti profitti dallo smaltimento dei rifiuti e dalla vendita dell’energia sulla rete, è una garanzia per i 600 lavoratori e per l’indotto? E se invece l’impianto non funzionasse, come già successo in innumerevoli altri casi, che cosa comporterebbe per lo stabilimento il fallimento di un investimento così ingente? Forse Saisi farebbe meglio a rivolgere ai piani alti di KME le sue osservazioni e chiedere un piano industriale serio e incentrato sul core business aziendale, una volta tanto.
E infine, a proposito di lavoro: molti aspettano ormai da sei mesi un chiarimento pubblico e convincente sulla vicenda dell’allontanamento dallo stabilimento KME della dipendente della cooperativa Fanin; episodio tutt’altro che chiaro e sul quale non può che continuare ad aleggiare il sospetto, avanzato da altri autorevoli esponenti sindacali come Mauro Rossi della Fiom e mai fugato ufficialmente dall’azienda, che esso sia ricollegato alla partecipazione della dipendente alla nostra manifestazione del 13 Ottobre: riteniamo intollerabile che non si sia ancora fatta chiarezza su un episodio che, qualora i sospetti fossero confermati, sarebbe di una gravità inaudita e in aperta violazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione, primo fra tutti la libertà di pensiero; attendiamo fiduciosi che i rappresentanti sindacali, come l’amico Saisi, si attivino anche in tal senso; e magari, perché no, anche il nuovo sindaco potrebbe pretendere tale chiarimento come passo necessario prima di riprendere i rapporti interrotti con la dirigenza stessa”.
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