Le bizze del tempo di questa pazza primavera sconvolgono anche le api che restano nelle arnie per effetto della pioggia durante la fioritura senza riuscire a svolgere il prezioso lavoro di trasporto del polline da una pianta all’altra ma in forte ritardo è anche la produzione di miele con cali fino al 70% per i primi raccolti di stagione, a seconda delle zone. È la Coldiretti a lanciare l’allarme sugli effetti del maltempo che sta ostacolando il lavoro delle api disturbate dalle piogge e dal freddo e che ha rovinato anche la giornata mondiale delle api, che si festeggia il 20 maggio a livello planetario, istituita dall’Onu nel 2018.
“Questa primavera instabile – sottolinea Fabrizio Filippi presidente di Coldiretti Toscana – sta creando grossi problemi agli alveari in alcune aree perché il maltempo ha compromesso le fioriture e le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e quindi non stanno riuscendo a produrre miele ma difficoltà si registrano anche per l’impollinazione delle piante da frutto, con la prevedibile conseguenza di una minore disponibilità di prodotto, senza una decisa inversione di tendenza”.
Nelle campagne della Toscana si producono mediamente 23mila quintali di miele, circa il 10% della produzione nazionale, per un valore di circa 16milioni di euro. Gli apicoltori nella nostra regione sono circa 4700 e sebbene sia un settore dove è sviluppato l’hobbismo, una buona parte di questi sono veri e propri imprenditori agricoli. L’anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 93.000 arnie.
Gli effetti del clima – rileva la Coldiretti – rischiano di aggravare una situazione già difficile infatti con il calo della produzione di miele aumentano le importazioni di miele dall’estero. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 8 milioni e mezzo di chili e la Cina con quasi 3 milioni di chili; Paesi ai vertici per l’insicurezza alimentare.
“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità – consiglia Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua De Concilio – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”. Invitiamo gli appassionati di questo salutare alimento – conclude De Concilio – a visitare i nostri mercati Campagna Amica trovando luoghi ed orari sul sito www.campagnamica.it”.
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