Era il 20 dicembre 2015, quando mossi da Barga per andare a Lucca a vedere una mostra che ancora oggi, pensandoci, mi emoziona. Si tratta dell’allora mostra “Dipingere l’incantesimo”, ospitata presso la Fondazione Banca del Monte della stessa città, curata da Umberto Sereni e dedicata con l’affascinante titolo alla riscoperta della pittura Toscana del ‘900. La mostra era stata presentata con una pittura di Alberto Magri che raffigura il profilo Apuano visto dalla Valle del Serchio, esattamente da Barga. Allora mi dissi: no! Questa è da non perdersi. Così è stato per questa mostra “L’Artista Bambino – Infanzia e primitivismi nell’arte italiana del primo ‘900”, parimenti presentata con un’affascinante pittura di Alberto Magri “Il gioco della corda” (1906-1908), che raffigura tre bambine che stanno attuando il predetto gioco in un verde prato cui fa da sfondo una casa. Questa mostra così è presentata su Exibart: L’esposizione esplora la “regressione” verso il disegno infantile e la volontà di recuperare un linguaggio di stampo primitivista da parte di importanti artisti dei primi decenni del XX secolo.
La cura, anche del bel catalogo, è stata affidata a un’indicativa figura della storia dell’arte contemporanea Toscana e oltre, Nadia Marchioni di Fornaci di Barga, che ha all’attivo un curriculum professionale di tutto rispetto.
Per i barghigiani ricordiamo il suo impegno nel far conoscere il pittore e scultore Adolfo Balduini (1881 – 1957), soggetto della sua Tesi di Laurea all’Università di Pisa, anno 2000, con tre prime occasioni barghigiane. La prima fu il contributo all’iniziativa della Fondazione Ricci di Barga: “I Selvaggi della Lucchesia – Mino Maccari a Barga”, che proprio nell’anno 2000 della tesi, la volle per descrivere nel catalogo della mostra “Il contributo di Adolfo Balduini alla poetica del Borgo”. Una seconda volta fu la partecipazione al ciclo di conferenze di neo laureati organizzato dal Gruppo di Barga degli Amici dei Musei di Lucca e Provincia, che si tenne nell’autunno 2001, con pubblicazione dei testi delle conferenze nel libro “Barga, Arte Stria e Territorio” (Regione Toscana 2002), nel cui corpo compare l’intervento di Nadia Marchioni “Adolfo Balduini: provincia, memoria e modernità”. Infine, per venire alla cura del catalogo della mostra espressamente dedicata dalla Fondazione Ricci di Barga ad Adolfo Balduini l’anno 2006, dove compare ancora un saggio della Marchioni “Adolfo Balduini nel Novecento Toscano”.
Dopo queste prime importanti esperienze, altre hanno fatto seguito, e oggi ecco la Marchioni alle prese con “L’Artista Bambino”, allestita alla Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, che è nel complesso monumentale di San Micheletto a Lucca. (La mostra inaugurata il 16 marzo 2019 sarà visibile, escluso il lunedì, sino al 2 giugno, con orario 10-13, 15-19.)
In questa singolare mostra molti sono i contributi artistici diretti a far capire il soggetto dell’esposizione, che per ordine alfabetico sono di: Adolfo Balduini, Giacomo Balla, Piero Bernardini, Renato Birolli, Cesare Breveglieri, Duilio Cambellotti, Spartaco Carlini, Carlo Carrà, Adriano Cecioni, Elisabeth Chaplin, Vittorio Matteo Corcos, Giorgio De Chirico, Carlo Erba, Umberto Fiorevanti, Riccardo Francalancia, Tullio Garbari, Fillide Levasti, Alberto Magri, Giorgio Morandi, Cipriano Efisio Oppo, Pablo Picasso, Ottone Rosai, Henry Rousseau, Alberto Salietti, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Gianfilippo Usellini, Lorenzo Viani, Gigiotti Zanini.
Nel saggio del catalogo di Nadia Marchioni “Con gli occhi dei bambini – Infanzia e <primitivi> nell’arte del primo Novecento”, a pag. 22, abbiamo a chiara nota un aspetto della mostra e leggiamo:
“È in Magri, figura centrale di questa esposizione, che si fondono le due strade maestre del primitivismo in Italia, quelle del ritorno all’infanzia e al medioevo; come indicava Ragghianti, dopo aver fatto i nomi di Spartaco Carlini, Rosai e Viani, è Magri <che fa del Dugento toscano la sua poetica esclusiva e dominante, la condizione della sua visione lirica>, sebbene, com’è evidente nei bambini seduti sul carro coperto di erba e fiori del polittico Il Bucato, l’esclusività di questa scelta non abbia affatto carattere assoluto e si armonizzi perfettamente alle sue precedenti ispirazioni infantili.”
In questo presente articolo che ha solo la pretesa di divulgare l’iniziativa, che partendo da una testata che ha nel nome la parola Barga, anche per il minimo spessore dell’autore, ovviamente non è da aspettarsi molto di più che un rilievo sulle cose che lui maggiormente ama, gli artisti del suo luogo, che non sono assolutamente da poco. Questo per dire che se è poco lo scrivente grande è lo spessore degli artisti che qui hanno tratto la loro ispirazione, tanto da aver fatto dire all’on. Renato Macarini Carmignani, salito da Lucca a Barga per inaugurare la Seconda Mostra dell’Arte Barghigiana, quasi cent’anni fa, era il 1929:
“Siamo in una mostra, in questo paese che ha tradizioni d’arte … Tutti gli artisti barghigiani disegnano in modo meraviglioso con tradizione italiana. … Gli artisti di Barga, dicevo disegnano bene per causa del luogo ove son nati; il paese influisce sul sentimento e quindi su l’opera d’arte. Come abbiamo una scuola senese e fiorentina … Ecco che qui abbiamo un fenomeno di scuola barghigiana.”
Un fenomeno “la scuola barghigiana” che ben definisce il Prof. Umberto Sereni nel suo saggio del catalogo “Et in Arcadia Ego – Giovanni Pascoli e Alberto Magri poeti in Valle del Serchio”, dove si può capire quanta e quale fu l’ansia d’arte in una terra sentita Arcadia. Dove uomini e natura vivono in simbiosi con la poesia che emana ogni cosa che si vede, che riuscendo a viverle con occhi di bambini, si può raggiungere in ogni arte il momento culminante che è, e ha sempre come risultato, appunto, la poesia, il cui chiarore illuminante si amplia nel leggere il capitolo del saggio Sereni “Il <filtro pascoliano>”. Il Poeta che svela a tutti i valligiani, oltre alle già percepite e sapute bellezze esteriori, quelle più intime, con la sua arte, sdoganandole per tutti, specialmente apprese da Magri e Balduini.
Di questi due artisti che in Barga vissero, in pascoliana serenità d’arte, la loro Arcadia, questi sono i lavori esposti nella mostra. Alberto Magri: “Il gioco della corda” (1906-08) – “Via del Pretorio” (1916) – “Crepuscolo estivo” (1918) – “Il Fosso” (1905) – “Piazza Salvi” (1909) – “Vendemmia” (1912) – “Il Bucato” (1913) – “La Casa Colonica” (1912) – “Le Alpi Apuane da Barga” (1913) – “San Cristofano” (1927) – “Il Sodatino Morto” (1915) e immagini di lavori stampati su riviste parigine. Mentre di Adolfo Balduini: “Pupazzetto di Alberto Magri” (1915 c.a.) – “Il Paese di Trassilico” (1915) – “Bambine che saltano la corda” (1919) – “Bambine che raccolgono fiori” (1919) – “Il ritorno dalla festa” (1920) – “Le vedove di guerra” (1917). Poi, le immagini che Balduini trasse dalle formelle del Duomo di Barga: i guerrieri, il drago e l’arciere. Nella mostra è pur notevole il contributo d’opere dall’esperienza di Lorenzo Viani.
Nel catalogo della mostra, oltre ai due citati testi di Marchioni e Sereni, altri sono i saggi, come quello di Silvio Balloni “Adriano Cecioni e il <pensiero dominante> dell’infanzia” – Paolo Bolpagni “L’editoria periodica per ragazzi e l’utilizzo di stilemi infantili come risorsa espressiva nell’illustrazione del primo Novecento in Italia” – Lucia Gasparini “L’arte e l’arte dei bambini-Gli artisti e le scienze umane scoprono i disegni infantili tra fine Ottocento e inizio Novecento” – Annamaria Ducci “Ragghianti antigrazioso-Il <primitivo> come problema”.
Tag: adolfo balduini, l'artista bambino, nadia marchioni, alberto magri
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