VIAREGGIO – Giovedì 31 gennaio sono 50 anni dal rapimento di Ermanno Lavorini, il 12 enne viareggino, avvenuto il 31 gennaio 1969. Fu il primo rapimento di un ragazzino avvenuto in Italia.
A distanza di mezzo secolo da quei giorni, che catapultarono la città sotto i riflettori mediatici di mezzo mondo, si continua a rimanere con qualche dubbio per come siano andate effettivamente le cose. Il corpo senza vita del ragazzino fu trovato sulla spiaggia di Marina di Vecchiano, il 9 marzo del 1969. Tra i motivi del rapimento si è passati da una radice nell’estremismo di destra (per finanziare azioni eversive) al movente gay, smentita in appello dalla Cassazione. Quanto ai soldi del riscatto, 15 milioni chiesti alla famiglia, c’è chi ha sostenuto che sarebbero serviti per sostenere l’attività di gruppi di destra. La morte di Ermanno è stata inserita però da qualche accusatore anche nel mondo dell’omosessualità e balletti verdi viareggini.
Sono trascorsi 50 anni da questo drammatico epilogo e Viareggio è ancora divisa e ancora oggi sul movente di questo rapimento ci sono contrapposizioni nette. I condannati di questo episodio furono Marco Baldisseri, 8 anni e sei mesi, Rodolfo Della Latta, 11 anni e 10 mesi, Pietrino Vangioni 9 anni, per tutti gli imputati sono stati condonati 2 anni. Vittime del depistaggio sessuale furono l’imprenditore Adolfo Meciani che si suicidò nel carcere Don Bosco di Pisa e Giuseppe Zacconi accusato ingiustamente di pedofilia e poi scagionato.
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