Cari amici, barghigiani e loppiesi all’estero,
come sapete, nel patrimonio architettonico, artistico, affettivo del territorio da cui provenite, c’è un monumento dalla storia molto importante, la Pieve di Santa Maria Assunta in Loppia. Edificio religioso dalla vita millenaria, è madre naturale delle chiese della Valle del Serchio, in epoca medievale legate ad essa per ragioni spirituali e storiche. Il suo primato è incrementato da un ricchissimo patrimonio artistico e architettonico frutto di secoli di storia e di fede. Ma la Pieve di Loppia, ancora oggi aperta al culto, non è solo un edificio di muratura, ma soprattutto un luogo del cuore cui tante persone si sentono legate da ricordi personali, da aneddoti, da rapporti familiari e amicali. Questo luogo è stato per lunghi secoli il punto di riferimento dei nostri avi: per i momenti lieti e tristi della vita di ogni fedele, per i giorni di festa e i tempi di dolore della comunità, per importanti eventi storici e per le banali gioie quotidiane. E la chiesa stessa ricorda il suo stretto legame con gli emigrati, conservando ancora oggi oggetti liturgici e opere d’arte dono dei loppiesi all’estero, come la splendida statua in gesso della Pietà, donata negli anni ’20 dalla Da Prato Statuary Company, ancora oggi esposto in chiesa a mostrare quanto i loppiesi siano consci e memori di questo sentimento.
Per anni il mantenimento e la cura di questo vero e proprio gioiello d’arte medievale della Valle – almeno dall’ultimo dopoguerra fino ad oggi – è stato affidato alle sole forze messe in campo dalla diocesi di Pisa, di pievani fortunatamente illuminati e capaci che si sono succeduti alla guida della nostra comunità parrocchiale ed alla buona volontà dei tanti fedeli innamorati di questo prezioso luogo di fede e cultura.
Purtroppo l’amore che continua a far vivere questo edificio non basta a tenerne in piedi i muri. Nel corso degli anni, le difficili congiunture economiche e l’usura del tempo hanno contribuito a rendere la nostra Pieve fragile e bisognosa di attenzione. Particolarmente critica la situazione del tetto, le cui condizioni destano seria preoccupazione. I piccoli interventi di manutenzione non bastano più a risolvere i problemi: lo stato della copertura va continuamente peggiorando, con infiltrazioni che già stanno mettendo in pericolo la stabilità della chiesa e delle sue decorazioni. Occorre un intervento incisivo e costoso, che risolva il problema una volta per tutte: un intervento che è stato valutato su almeno 250.000 €. Sarà necessario ricorrere a molte strade per raggiungere questa cifra e restituire alla Pieve lo splendore che merita: speriamo che una di queste sia il cuore e l’affetto di voi emigrati e figli di emigrati, sicuri che non farete mancare la vostra solidarietà.
Se desiderate lasciare un’offerta per questo scopo l’IBAN della parrocchia è IT19A0620070100000000105341
Grato per la vostra attenzione, vi faccio gli auguri di un sereno Natale di Gesù Cristo.
Il pievano
Don Giovanni Cartoni
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