Così dichiara il segretario dell’area Toscana Nord della UILM Giacomo Saisi che peraltro dice: ” E’ stato confermato il lavoro dei sindacati con l’azienda. Basta ora con le battaglie ideologiche”:
““I LAVORATORI Kme Italy ed Em Moulds hanno votato a larghissima maggioranza per l’ipotesi di accordo firmata il 22 ottobre tra l’azienda e le organizzazioni sindacali per il rilancio degli stabilimenti produttivi. Come sindacato non possiamo che essere soddisfatti ma ora ci auguriamo che anche le istituzioni politiche del territorio tengano in considerazione l’esito del voto e l’esito del referendum, perché ultimamente sono stati coinvolti in battaglie ideologiche e hanno trascurato gli aspetti che riguardano il lavoro e lavoratori di Kme”. E’ deciso il segretario della Uilm area nord Toscana, Giacomo Saisi, e non lesina una frecciata alla politica che, anche nelle ultime ore, ha fatto emergere dubbi e critiche sul futuro dell’azienda e, in particolare, dello stabilimento di Fornaci di Barga in netto contrasto con il voto espresso dai dipendenti. “Eppure l’affluenza alle urne è stata alta: su 551 lavoratori aventi diritto, i votanti sono stati 453 pari ad una percentuale dell’82,21%, così ripartiti: 401 sì, pari all’88,52%, solo 44 i no (9,7%,), 7 schede bianche e 1 nulla. Un grande risultato che è anche un riconoscimento al lavoro svolto dalle organizzazioni sindacali. L’accordo, approvato dal referendum, prevede una durata triennale, che va in continuità con gli accordi firmati a giugno e ottobre del 2016 e ha l’obbiettivo di dare un definitivo rilancio allo stabilimento e un ritorno alla piena occupazione”. Il segretario della Uilm entra poi nei dettagli specifici dell’intesa che “prevede un piano industriale dove oltre alla piattaforma ‘Waste to Energy’ conferma che il core business dell’azienda rimane la metallurgia, con investimenti mirati sulle linee di fusione e di colata, il miglioramento degli impianti già esistenti e la ripresa dell’attività di ricerca e sviluppo in ambito metallurgico; questi aspetti sono le basi fondamentali per cercare di agganciare una definitiva ripresa. Un’azienda che non investe e non fa ricerca è destinata alla chiusura”. Un piano parallelo a quello già presentato e approvato il 5 luglio a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico e il 20 agosto sempre a Roma al Ministero del Lavoro in occasione della richiesta di proroga degli ammortizzatori sociali. “Riguardo alla gestione del personale, dà ampie garanzie occupazionali, perché nessun lavoratore verrà licenziato e sulla gestione degli ammortizzatori sociali si andrà in continuità con le modalità utilizzate dal 2016 ad oggi; quindi per quei lavoratori direttamente operanti in aree produttive saranno utilizzati criteri di rotazione, mentre per quelli oggi al massimo degli ammortizzatori sociali si prevede che entro i primi tre mesi del 2019 rientrino all’interno del perimetro aziendale con mansioni non inerenti all’attività produttiva, con l’impegno da parte nostra che nel più breve tempo possibile rientrino nel ciclo produttivo. Proseguirà inoltre l’attività di collaborazione con i comuni della Valle del Serchio e Garfagnana – continua Saisi -. Viene riconfermato il premio di risultato con il solito impianto incentivante dell’accordo del 2016 che già nel 2017 ha portato all’erogazione economica di una parte del premio. Al referendum, inoltre, i lavoratori con la seconda scheda hanno scelto di continuare a ricevere i 500 euro di welfare aziendale in Flexible Benefit e non in busta paga a tassazione piena. E non è una linea che arriva solo da Fornaci: a Serravalle Scrivia e nella sede direzionale di Firenze l’esito del referendum è stato positivo quindi l’ipotesi diventa accordo a tutti gli effetti esecutivo – conclude Saisi -. La politica deve prendere atto del risultato e iniziare a pensare davvero ai lavoratori”.
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Giuseppe Luti
14 Novembre 2018 alle 16:55
E’ la salute quella che conta. Dopo viene il “lavoro”. Ma deve essere sicuro e non dannoso per la gente. Prima ancora che per i lavoratori. Tutti, o quasi, i lavoratori hanno dei figli, dei nipoti, delle mogli, dei fratelli, ecc, ecc. Quando questi non saranno, per il “Lavoro”, vittime probabili e quasi certe di cancro, potranno, forse rallegrarsi.
Carlo
15 Novembre 2018 alle 20:06
Cosa da a lei e ai 453 votanti il diritto di decidere per l’intera valle ? Se parliamo di referendum facciamolo seriamente e aperto a tutta la popolazione e di quello si che la politica dovrebbe tenere conto
Valter Ghiloni
19 Novembre 2018 alle 7:58
O Carlo, come direbbe qualcuno altro… ma un lo sai che i sindacalisti sono i padroni del mondo! E che solo loro sono i dispensatori della verità?
E comunque il loro referendum ha deciso un contratto integrativo aziendale, non cosa fa o non fa l’azienda, che lo avrebbe fatto o non fatto indipendentemente (ammesso che sia l’azienda che vuole fare e farà)