La Libellula: “Dialogo, non minacce o divisioni”

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Riceviamo dal Movimento La Libellula e pubblichiamo:

“Abbiamo già scritto del grande successo della manifestazione del 13 ottobre, sia per la numerosità dei partecipanti che per le diverse componenti molte delle quali forse mai avrebbero pensato di marciare insieme per una causa comune; le forze dell’ordine hanno esse stesse riconosciuto la natura assolutamente pacifica e per certi versi sorprendente di quanto accaduto sabato.

Purtroppo però mentre accadeva tutto questo, non molto distante si sono verificati dei fatti che riteniamo talmente gravi da non poter essere ignorati; ci riferiamo alle fotografie scattate ai negozi che hanno aderito alla protesta abbassando la saracinesca e fatte poi circolare sui social con chiari avvertimenti al boicottaggio di questi esercizi commerciali.

Come abbiamo detto nell’intervento a fine manifestazione, non è con la divisione o con le minacce che la questione del pirogassificatore può essere risolta; ci deve essere rispetto per l’opinione di tutti e sappiamo che questa questione accende spesso accesi dibattiti nelle piazze e sui social, e non potrebbe essere altrimenti; tuttavia riteniamo che ci debba essere un chiaro limite che deve essere posto ovvero quello di non poter accettare minacce o ricatti da parte di nessuno.

Purtroppo quanto accaduto sabato non è il primo episodio che registriamo, ci sono stati in precedenza episodi simili sia contro i negozianti sia contro i gazebi della raccolta firme: non lo tollereremo oltre e di qui in avanti adiremo a vie legali se non cesseranno; invitiamo per questa volta anche i negozianti o chiunque altro si ritenga danneggiato a chiudere un occhio, anche se ovviamente non possiamo costringere nessuno a farlo.

Invitiamo però l’azienda a prendere ufficialmente e per iscritto le distanze da questi comportamenti e da coloro che li attuano, esattamente come il nostro movimento ha preso in passato le distanze quando sono accaduti episodi simili sui social da parte di alcuni sostenitori del NO, oggettivamente comunque molto meno gravi e spesso frutto di una errata interpretazione del loro reale tono; da parte nostra ci sembra che l’invito al dialogo sia massimo, prova ne è l’invito all’incontro coi lavoratori nonché quello al tavolo tecnico con la dirigenza KME.”

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