Pirogassificatore alla KME: un contributo alla discussione

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Lavoro e diritti, tutela dell’ambiente, democrazia; sono elementi imprescindibili per chi scrive ed   intende esprimere alcune  valutazioni e proposte nel merito della vicenda pirogassificatore  presso la KME

Ci rivolgiamo   ai lavoratori ed alle lavoratrici dell’azienda e del distretto cartario così come  ai residenti della valle del Serchio ed alle istituzioni,  convinti che sia il  tempo  di costruire una proposta di sistema per il distretto cartario in cui l’uso del territorio, delle acque  e la predisposizione di una  filiera di trattamento e recupero dei rifiuti siano  armonizzate con l’ambiente e con la società per ridurre al minimo l’inevitabile impatto sul piano della qualità della vita e del mantenimento del patrimonio Ambientale per le future generazioni.

Il riuso e lo smaltimento dei rifiuti e degli scarti di materia a nostro avviso   deve porre al primo posto della scala delle priorità il recupero di materia da materia e la valorizzazione  della biomassa contenuta nei fanghi da depurazione attraverso la produzione di biometano per autotrazione invece di bruciare come avviene adesso il gas prodotto dai depuratori a piè di cartiera da parte dei principali produttori di carta da imballaggio.

Siamo altresì convinti che la valorizzazione energetica della parte residua  non potrà basarsi sulla combustione diretta e l’incenerimento, guardiamo quindi con attenzione  alla procedura  di validamento di una  pirogassificazione della parte residua  ma ne contestiamo la dimensione, le procedure autorizzative ed alcuni contorni  poco  rassicuranti sul piano etico e politico.

La taglia dell’impianto così come pensata e dimensionata,  unitamente alle matrici autorizzative che abbiamo appurato sono state poste alla base del progetto,  (pulper, subpulper e Combustibile solido secondario definito CSS)  lasciano pensare ad un progetto  che  economicamente ed industrialmente  farebbe diventare primaria l’attività di KME come smaltitore di rifiuti e non come soggetto industriale per la produzione del rame, a tutto ciò aggiungiamo  il fatto che in Toscana, per quanto di nostra conoscenza, non esistano  al momento impianti in grado di produrre CSS, tutto ciò   ci lascia estremamente perplessi sulla operazione così come viene avanzata.

Chiediamo inoltre,  totale trasparenza sull’intero processo amministrativo ed industriale  perché  vogliamo avere conferma se corrisponde al vero che i consulenti  della azienda che hanno proposto la tecnologia di piro gassificazione di questa taglia  siano gli stessi del defunto impianto di Castelfranco di sotto in provincia di Pisa, impianto testato prima del 2010 e poi oggetto di ricorsi sui procedimenti autorizzativi (respinti) ma nonostante ciò “smontato e rispedito al mittente”.

Guardiamo  con favore  alla idea di realizzare  nella  valle del Serchio come  nell’insieme del  territorio che contiene il  Distretto cartario Lucchese  una filiera industriale basata sul recupero della materia da materia, sulla valorizzazione delle biomasse contenute nei fanghi biologici attraverso la produzione di biometano perché tutto ciò ridurrebbe sin da subito la produzione di CO2 da movimentazione merce. Consideriamo   indispensabile che tutto il movimento  dei rifiuti, del pulper avvenga su rotaia o tramite mezzi su gomma alimentati  a biometano,  nel caso in cui il procedimento amministrativo in atto in regione per un pirogassificatore in KME dovesse andare in porto,   soprattutto per la movimentazione in ingresso ed uscita dal sito di Fornaci.

La vicenda colpevolmente sottaciuta,  della mancata realizzazione di un semplice  impianto di compostaggio nella piana di Lucca, nonostante gli alti livelli della raccolta differenziata raggiunti dalla cittadinanza,  e le modalità con cui la vicenda KME  si è andata articolando impongono  assoluta chiarezza, rifiuto di proposte ambigue e sovradimensionate di impianti come pure  coraggio ed innnovazione  .

Chiediamo con forza quella trasparenza e completezza delle informazioni che non abbiamo visto in questi mesi di appassionata discussione  e di lavoro progettuale e politico,  la Democrazia   unitamente all’amore per i nostri territori, l’ambiente e  chi ci vive sono i nostri punti fermi su cui intendiamo aprire un confronto pubblico con Tutti.

 

Tommaso Panigada,

Fulvio Mandriota,

Eugenio Baronti

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