Il “Perdono” ai frati

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No, non è che i frati (i ‘cappuccini’, poi…) avessero bisogno, proprio loro, di un “perdono”; è che allora, ai tempi della mia adolescenza, il Convento era davvero ‘dei “Cappuccini” ‘ : non ho mai potuto dimenticare la solenne, umile austerità di Padre Alfonso, la sua sensibile vicinanza quando un dolore grande colpiva qualcuno – lo sentii, con intensità, quando la mia mamma fu ricoverata nell’Ospedale di S. Francesco per l’intervento che segnò l’inizio del suo “ultimo miglio” -.

Per quella ribellione all’Eterno che allora mi travolse ero certamente io ad aver bisogno di un Perdono; e Padre Alfonso seppe farmi avvertire come la Misericordia divina fosse su di me, con la comprensione che un autentico padre ha in serbo per un figlio disperato.
Erano, anche, gli anni in cui fra i ragazzi era una lettura delle più coinvolgenti quella di Il Giornalino di Gian Burrasca: coinvolgente al punto di stimolare in molti di noi una soerta di emulazione: fummo in diversi a dedicare un quaderno, cui imponevamo titolo come Il giornalino di Topolino – o di Paperino -, che ospitasse il racconto di marachelle a volte realmente commesse, in altri casi molto enfatizzate o addirittura inventate. Qualche tempo addietro ho rintracciato il mio, fra le molte vecchie carte che mai sono riuscito a gettare (insulti di nostalgia conservativa?).

Sfogliandolo – spesso col sorriso sul viso, talora con una qualche malinconia – ho trovato che un 1° agosto avevo descritto un turbamento che mi aveva assalito nel pensare (intuire? Riflettere?) che la festa del Perdono segnava, con l’inizio di una imminente conclusione dell’ estate e quindi anche delle vacanze, la fine di una lunga serie di gioiosi divertimenti, per noi e per i ‘grandi’: non restavano che i giorni della “fiera di Santa Maria e poi di San Rocco. E osservavo che, in fondo, il ‘Perdono’ somigliava un po’ alla Befana entrambi “tutte le feste le portano via”…

Oggi, col ‘senno del poi’ e un po’ meno di candida ingenuità, mi sembra invece che proprio grazie all’ottenuto Perdono può invece aversi l’inizio di una rinnovata fase della nostra esistenza, che nonostante la vecchiezza conserva, purtroppo, non poche fragilità.

 

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