Garfagnana, video erotici di una minorenne su whatsapp; denunciati 9 ragazzi

-

GARFAGNANA – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castelnuovo di Garfagnana, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Firenze per il reato di “Divulgazione di pornografia minorile”, 9 minori, tutti di età compresa tra 16 e i 17 anni.

L’indagine, avviata già nel mese di febbraio, a seguito di notizie acquisite confidenzialmente sul territorio dai Carabinieri del Nucleo Operativo e da una denuncia – querela da parte della madre della parte lesa, una ragazza minore degli anni 14, venuta a conoscenza della diffusione di immagini pedopornografiche tra giovani adolescenti – di minore età –  ai danni della figlia ha consentito di accertare che un giovane ragazzo, fidanzatino della minore, a sua insaputa, ha divulgato a degli amici coetanei, condividendole su una chat di gruppo di Whatsapp, alcune immaginI e filmati che la ritraevano in atteggiamenti erotici e sessualmente espliciti. Le immagini, sono state poi pubblicate su altre chat da alcuni dei primi destinatari, fino alla chat della scuola della minorenne.
Così, in pochi giorni e senza che ormai nessuno, anche volendo, potesse bloccarne la diffusione, l’immagine si è diffusa in modo “virale” tra molti giovani della Garfagnana generando scalpore e preoccupazione per molti genitori.
Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Firenze, portavano i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Castelnuovo di Garfagnana a interrogare molti giovani in qualità di persone informate sui fatti, raccogliendo numerosi ed inconfutabili elementi probatori e ricostruendo così la catena delle pubblicazioni.
Al termine dell’articolata, delicata e complessa attività investigativa i carabinieri sono riusciti ad acclarare il pieno coinvolgimento e le responsabilità penali dei 9 minori, per la detenzione e la diffusione virale di foto pedopornografiche. Gli indagati hanno dimostrato di non avere la capacità di controllare gli strumenti informatici che la tecnologia mette a loro disposizione, e di non avere la capacità di comprendere quale effetto potesse avere per la vittima il loro comportamento.
Adesso dovranno rispondere davanti al Giudice del grave reato di cui sono ritenuti. Ma oltre alle indagini penali, su iniziativa delle Procura sono stati aperti procedimenti civili a tutela sia della vittima che degli indagati, con il coinvolgimento dei Servizi Sociali, al fine di guidare i minori ed i loro genitori nella comprensione piena delle ragioni e degli effetti dei propri comportamenti, e soprattutto della necessità che l’educazione dei giovani, ad ogni livello (familiare, scolastico, sportivo) non può tralasciare il corretto utilizzo degli strumenti informatici.

Tag:

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.