Martedì 24 luglio (ore 11), sarà inaugurata alla galleria comunale (via di Borgo, Barga) la mostra “Piccole poesie senza parole”: opere di Gabriel Feld, allestimento a cura di Sandra Rigali, organizzata da Cento Lumi con il patrocinio del Comune di Barga.
Gabriel è un amico di Barga da alcuni anni, frequentando regolarmente il laboratorio di Nick Kraczyna (sempre in via di Borgo) per studiare e approfondire le applicazioni della stampa in ambito artistico.
Architetto diplomato a Buenos Aires e specializzatosi alla prestigiosa università di Harvard, Feld ha prestato servizio come insegnante per la Rhode Island School of Design dal 1990, dirigendo dal 2014 al 2016 l’European Honors Program a Roma per questo istituto.
Proprio in uno dei suoi soggiorni romani, ha incontrato alla sede universitaria di Palazzetto Cenci un torchio calcografico Bendini ed è stato amore a prima vista: dai monotipi, alle incisioni su lastre multiple per approdare in tempi più recenti alle litografie. Da allora ha studiato le possibilità di questo mezzo espressivo sotto la guida di straordinari insegnanti e stampatori, ma alla fine il frutto del suo lavoro deriva soprattutto dalla sperimentazione.
“Considero le mie stampe delle piccole poesie senza parole“ – dice Gabriel Feld – “Più che comunicare un messaggio, però, cercano di condividere un’esperienza materiale, quasi tattile. I miei lavori sono costruiti con materiali di ogni tipo: oggetti di uso quotidiano (carta, lacci, reti, tessuti, fiocchi o elastici) o di origine naturale (petali di fiori recisi, foglie o ramoscelli). L’ispirazione spesso arriva dalle tracce che ci lasciamo dietro nel percorso della nostra vita: casuali, involontarie, effimere ed avanescenti. E se a un primo livello sono già felice di accorgermi di loro, dall’altra parte le mie stampe mi permettono di approfondirne l’osservazione e condividerla“.
“Quando uso il termine costruiti a proposito dei miei lavori – conclude l’artista – non lo faccio a caso: considero il mio lavoro di stampatore un’estensione di quello che faccio come architetto. Volendo, si potrebbe parlare di architettura realizzata con un altro mezzo“.
La mostra barghigiana resterà aperta fino al 3 agosto ed ospiterà una serie di monotipi, incisioni su lastre multiple, litografie, cianografie ed acquerelli realizzati in giro per Stati Uniti, Italia, Messico e Cina: una sorta di diario di viaggio dove registrare l’impatto lasciato da ogni luogo e da ogni circostanza.
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