Lunedì 16 luglio la Lega Mediavalle e Garfagnana ha incontrato i vertici della KME dello stabilimento di Fornaci di Barga. All’incontro hanno partecipato per l azienda: l’amministratore Delegato Claudio Pinassi e Michele Manfredi direttore di stabilimento.
Per la lega erano presenti il Sottosegretario di Stato agli affari esteri Guglielmo Picchi; il capogruppo in Regione Elisa Montemagni; il Consigliere Provinciale nonché Segretario lega Mediavalle e Garfagnana Simone Simonini; il Vice Segretario di Sezione Armando Pasquinelli, il Consigliere Comunale di Coreglia Piero Taccini, il Dirigente Roberto Andreotti e il responsabile organizzativo Melania Ferrari.
“Abbiamo deciso mesi fa – spiega un comunicato – di non penalizzare a priori la proposta di kme -dichiara il Segretario di Sezione Simone Simonini- troppo importante dal nostro punto di vista garantire ripresa economica e sviluppo del territorio.
I membri del direttivo della nostra sezione si sono messi a confronto cercando di informarsi con tutti quei componenti che hanno accettato di buon grado la nostra disponibilità, dal Sindaco del Comune di Barga, ad alcune sigle Sindacali, passando per l’azienda, e partecipando sempre ai vari incontri pubblici.
Il dialogo politico Istituzionale c’è stato sia a livello Provinciale ( dove chiediamo un maggior coinvolgimento da parte del Presidente della Provincia ), sia a Livello Regionale con il nostro Capogruppo.
L’incontro si è svolto con la massima serenità e cordialità, i Dirigenti Kme hanno risposto a tutte le nostre domande, mostrandoci le proiezioni di quello che l’azienda potrà essere con il rilancio previsto.
I responsabili ci hanno mostrato nei numeri, come sarà possibile recuperare la competitività a livello mondiale di Kme, andando a risolvere anche i problemi legati al distretto cartario Lucchese, (che a breve, visto i costi di smaltimento pulper, potrebbe andare in gravi difficoltà), attivando così un percorso di economia circolare a filiera corta.
Nei numeri abbiamo potuto evincere, come l’azienda divida i suoi costi in tre parti: materiali di consumo e manutenzioni, costi del personale e costo dell’energia elettrica, e come l’unica parte aggredibile sia il costo dell’energia elettrica che un’azienda di tali dimensioni deve sopportare.
Il rilancio aziendale passa anche attraverso prodotti sempre più raffinati, aumento dei volumi produttivi, creazione di un polo sull’economia circolare, e incremento sull’occupazione ( andando a recuperare i 72 posti oggi in esubero ), per un totale di 135 unità lavorative.
La società si impegnerà a produrre solo l’energia sufficiente per se stessa, senza voler fare business sui rifiuti, con un combustibile esclusivamente di scarti di cartiera (carta riciclata), con capacità di 100mila ton/annue tramite il processo di gassificazione e combustione da potenza non superiore a 12 MW, con 300 tonnellate gg di materiale e un aumento del traffico di camion stimato in 12/13 unità gg (presumibilmente a motrice elettrica).
La nuova configurazione dello stabilimento, avrà un nuovo quadro emissivo, nettamente migliorativo, rispetto ai livelli attualmente autorizzati (A parità di volumi di flusso prodotti). Il quadro emissivo complessivo dell’azienda, calcolato su una produzione di 90mila tonnellate annue andrà a ridurre le polveri del 10%, i metalli del 30%, i nox del 50%, la Co del 10%, il cot del 20%, e le diossine del 40%.
Abbiamo chiesto con garanzia, che il processo di auto produzione di energia elettrica sia strettamente collegato alla lavorazione della metallurgica.
Nei prossimi mesi ci sarà la presentazione del progetto definitivo – conclude il comuncato-, solo a quel punto il nostro Movimento valuterà, con i nostri membri di Governo, Regionali, Provinciali e locali se i numeri forniti corrisponderanno alla realtà, prendendo posizione ufficiale”.
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