A Pierre sfugge la situazione di mano. Chiama i due amici e li fa venire al suo capezzale. Claudio e Arianna lo trovano sdraiato a letto con una bottiglia vuota di Bordeaux Gran Cru. Le ultime parole prima di cadere nello sconforto e nel sonno sono per le sue donne: “che grosso abbaglio! Ed io che pensavo fossero in competizione per me…la verità è stata svelata troppo tardi ed ora, le ho perse tutte e due”. Si sente ridicolo e inadeguato. Arianna si sdraia accanto a lui, Claudio chiude le tende per conciliare un buon sonno ristoratore.
Poco dopo, nel salotto di Pierre, Arianna e Claudio per la prima volta soli, stanno l’una difronte all’altro. “Te lo saresti mai aspettato questo crollo da Pierre? Certo che la sincerità è un bomba, va saputa gestire, nella quantità e nei tempi”, dice Arianna. “E chi l’ha saputa gestire meglio, ha vinto la partita…”, risponde Claudio a bassa voce, come se parlasse con se stesso.
Accertatosi che Matteo sia dai nonni, Claudio va al Tribunale ad aspettare Elena all’uscita dal lavoro. Elena è sorpresa e subito gli chiede se sia successo qualcosa. “Sono qui per te”, dice Claudio, aprendole lo sportello dell’automobile. Sul sedile posteriore fa bella mostra di sé un cestino di vimini con un plaid e una bottiglia di vino infilati dentro, il tentativo di far rientrare Elena nella sua vita. “Voglio confidarmi con te, ho bisogno di te, i miei amici non contano più di te, più di noi”.
Claudio le parla della crisi che sta vivendo, di come potrebbero superarla insieme. Lei accusa il colpo ed accetta di salvare il loro matrimonio. Alla domanda di Claudio se si vede con qualcuno, risponde un secco no, aggiungendo che però stava per iniziare a guardarsi intorno: “il ragazzo della tintoria era niente male…”. La notte è stellata, il vino amabile, il plaid caldo. Dopo tanto tempo Elena e Claudio si sentono di nuovo vicini.
Non passa molto tempo che Camilla fa outing con gli amici, presentando il suo nuovo amore: Nicoletta. Invita Pierre, Claudio, Arianna e il Capitano al magazzino, ormai trasformato in un laboratorio di pittura e di cucina. “Non me lo aspettavo neanche io ma sapete, il dovere di uno chef è di sperimentare…”. Tutte le carte vengono scoperte, a parte quella del diamante nascosto nella cantina climatizzata di Pierre. Quella responsabilità viene lasciata solo a lui. “Ma come? Cosa sta succedendo? Tutti i tasselli vanno al loro posto e io rimango con il diamante in mano?” dice Pierre a Nicoletta prendendola per un braccio e trascinandola fuori. “Si caro, io mi tengo Camilla e a te lascio qualcos’altro di altrettanto prezioso”.
Pierre non sa cosa fare. Non può restituire il diamante e non può venderlo. Decide quindi di infischiarsene, di far passare un po’ di tempo e di lasciare che l’idea giusta venga a lui.
Riflettendo sulle varie forme d’amore, Arianna capisce di essersi innamorata. Così va a trovare il Capitano nella sua galleria, senza avvisarlo, vuole fargli una sorpresa. Il Capitano è al telefono mentre sta applicando un fiocco gigante su un pacco altrettanto gigante. Fermandosi in punta di piedi dietro la porta, Arianna resta ad ascoltarlo. Lui sta dicendo che si è innamorato della fioraia più sexy di Roma e che ha intenzioni serie, deve solo trovare il coraggio per dirglielo.
Arianna a quell’affermazione, entra puntando dritto a lui. Si baciano focosamente.
Le acque si calmano e Nicoletta può tornare in circolo. Cambia identità e si tinge i capelli di un biondo platino.
Camilla trasforma il laboratorio pittura-cucina in un locale di tendenza con impronta vegana.
Il Capitano trova che i dipinti di Nicoletta siano notevoli, dotati di una grande carica espressiva. Le propone di dipingere quadri per lui, vuole farne un artista. Nicoletta accetta con entusiasmo, la sua vita sta finalmente andando nella giusta direzione, verso la redenzione. Ma c’è sempre il diamante a casa di Pierre.
Nicoletta, con la vendita del primo quadro, compra un Brunello di Montalcino 1997 e si presenta da Pierre. “Te l’avevo detto che non consegno solo pizze. Sono una ladra, e anche di donne, ho rubato la tua, potrai mai perdonarmi?” Pierre difronte al suo indiscusso cambiamento d’immagine scuote la testa e gli viene da ridere. “Mi hai fregato per bene, brunetta o, piuttosto, dovrei chiamarti biondina?”. Nicoletta gli propone uno scambio: un’ottima annata per il diamante. Devo pagare un debito di riconoscenza. “Ce l’hai ancora vero?”.
“Devo ammettere che l’etichetta con la pietra era un chiaro indizio”, le dice Pierre con nonchalance, consegnandole anche l’ultimo anello della catena.
Un grande sollievo entra nel suo cuore: può finalmente tornare ad essere il Pierre di sempre e buttarsi tutta quella storia assurda alle spalle. Storia da cui ha imparato che il mondo non ruota intorno a lui e che le apparenze ingannano. Così pensando, si scuote l’insuccesso dalle spalle e si ributta a vivere, maturando la convinzione che, dopo tutto, gli conviene restare se stesso. Inizia a credere che la prudenza non sia mai troppa e che le sue valutazioni, d’ora in avanti, debbano basarsi su elementi oggettivi.
Va in cartoleria ad acquistare un nuovo taccuino, su cui inizia a fare uno schema, intestando la prima colonna ad un fondamentale requisito: Eterosessuale. Sostituisce poi Varie ed Eventuali con Lavoro Onesto/Rendita.
Al vernissage di esordio, Nicoletta usa lo pseudonimo di Lady Zala. Ci sono proprio tutti, anche lo zio Arsenio, direttamente da Parigi, per applaudire la nipote. Zio Arsenio si sofferma su un dipinto celebre, che un suo cliente stava cercando da tempo, profondendosi in commenti difronte a Pierre e Nicoletta. In quel momento arrivano Claudio abbracciato ad Elena, Camilla con al seguito due camerieri che sorreggono grandi vassoi colmi di tartine alle erbe selvatiche e, infine il Capitano, per mano ad un’emozionata Arianna.
Nicoletta viene catturata dai fotografi, che congeda dopo pochi minuti per raggiungere il gruppetto insieme ad una bionda strepitosa. “Il Capitano ci teneva nascosto questo gioiello, sua sorella Svetlana, appena arrivata da San Pietroburgo”, dice Nicoletta, presentandola agli altri.
Il Capitano la prende per mano per dare spiegazioni, schiacciando l’occhiolino a Pierre: “Svetlana lavora per una maison di cristallerie belga ed ha la passione per i vini e per i diamanti, come quello che le ho fatto incastonare sul retro dell’orologio, per non indurre i ladri in tentazione…”. Fa una pausa poi, rivolgendosi a Pierre: “Pare che il diamante sia del Settecento… Vorresti occuparti di mia sorella durante la sua permanenza a Roma, dato che parla solo il russo e il francese?.
E’ amore a prima vista.
Pierre, alla fine della serata, esce dal vernissage con Svetlana e Nicoletta a braccetto, notando che al posto della tela tanto decantata dallo zio Arsenio, c’è solo l’impronta della cornice. “Ma, il quadro?”, balbetta meravigliato. “Oh No! Ancora una volta!”, risponde seccata Nicoletta, tornando di corsa sui suoi passi.
Pierre si fa una grande risata e, rivolgendosi a Svetlana, le chiede: “Vorresti vedere la mia collezione di vini? E’ brillante! Ma collection de vin est brillant! моя коллекция вин является блестящим!”.
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