Roberto Barbi: “Per dignità, ridatemi la mia squalifica a vita”

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“Rinuncio formalmente alle riduzioni di pena che mi avete concesso per la mia collaborazione. Fate finta che la mia lotta al doping non ci sia mai stata e se non potete, se la mia rinuncia non è valida: considerate questa mia lettera come una ribellione, un oltraggio, quello che volete ma comunque qualcosa che riporti la mia squalifica in quello che era e che ora rivoglio: una squalifica a vita.Vi restituisco i benefici che applicando la legge mi avete concesso, accettate la mia collaborazione senza corrispettivo. Spero che almeno in questa occasione vogliate accogliere la mia richiesta”

C’è esasperazione nella richiesta che l’ex maratoneta della nazionale barghigiano Roberto Barbi, squalificato a vita dieci anni orsono per doping, ha inviato martedì alla Procura Nazionale ed al Tribunale nazionale antidoping nonché al presidente del CONI, Giovanni Malagò.

Ridatemi la mia condanna per intero”,  dice  Barbi. “E’ una questione di dignità”, gli fa eco il suo legale Fausto Malucchi.

Barbi riassume poi la vicenda che in questi anni è arrivata ad una possibile  sospensione della pena a partire dal 2024 a seguito della sua collaborazione sulle indagini per doping.

“Nel mio piccolo ho cercato di fare qualcosa perché altri non facessero quello che io avevo fatto. In parte ci sono riuscito e ne sono orgoglioso, anche se ho pagato con l’emarginazione, con l’offesa, con la paura.

La mia grande passione pensavo di poterla tornare a praticare dopo una lunga squalifica ed un’oggettiva collaborazione da voi riconosciuta come meritevole di premio. E “premio” c’è stato perché dopo dieci anni di stop mi è stato detto che sarei potuto tornare a gareggiare: nel 2024, subito dopo aver festeggiato il mio sessantunesimo compleanno… E’ durata poco quella “tristissima festa” perché subito dopo, considerando “non lieve” la mia colpa in ordine all’ignoranza di una determinata norma regolamentare il “premio” per la mia collaborazione è stato poi spostato al 2032.  Non so chi di noi sarà ancora vivo in quella lontana data: io, burocraticamente, sarò considerato “anziano” e non so se avrò ancora la forza per correre.

Vi avevo fornito – prosegue Barbi – ulteriori elementi perché quel solo formale riconoscimento del 2024, poi spostato con una scusa al 2032, potesse diventare un beneficio effettivo, fissandolo ad oggi, dopo dieci anni di pena. Ora mi avete detto che non potevate accogliere la mia richiesta, non perché la legge non lo prevedesse, non perché non fosse meritevole di esserlo ma perché il parere della procura era stato negativo”.

“Eravamo fiduciosi che dopo l’istanza presentata dopo otto anni dalla squalifica a vita, vista anche l’importante collaborazione del Barbi ed anche gli elementi di novità portati a nuove inchieste ultimamente – spiega il suo avvocato – potesse essere deciso che per lui era tempo di tornare a correre;  non al 2024 ma da adesso. Non era davvero accettabile che si potesse anche solo pensare di attendere il 2024, figuriamoci il 2032. E invece così non sarà; per farla breve la procura ha dato parere negativo e questo ha bloccato ogni concessione da parte del tribunale antidoping. Quello che oggi richiede Barbi è solo dignità.”

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