La Libellula: Precisazioni in merito allo scontro Remaschi – Libellula

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Riceviamo e pubblichiamo.

 

“Credevamo ormai chiusa la questione del dialogo svoltosi sabato mattina a margine del convegno ASBUC fra i manifestanti per il No all’inceneritore di KME e l’assessore Remaschi e speravamo di evitare ai lettori la situazione antipatica delle repliche  e controrepliche, ma il comunicato stampa del 26 giugno del dell’ASBUC che, rifacendosi alle dichiarazioni di Remaschi riportate nell’articolo di Luca Galeotti del 23 giugno, parla di “frasi assolutamente incivili” rivolte da un attivista della Libellula all’assessore Remaschi, ci costringe a fare alcune precisazioni sull’accaduto, riportando la nostra versione dei fatti.

Del resto, la stampa non sempre riesce ad esporre in maniera esaustiva i fatti che peraltro, in questo caso, da parte nostra, sono stati già ampiamente chiariti con il Presidente dell’ASBUC.

Quando sabato Remaschi si è allontanato dal convegno ASBUC nel quale noi 11 manifestanti no-inceneritore stavamo aspettando di potergli rivolgere pubblicamente alcune domande in merito all’accordo Regione- KME dell’11 giugno scorso, lo abbiamo raggiunto nel parcheggio per rivolgergli quelle domande almeno lì fuori. In quel momento noi stavamo cercando di esercitare civilmente il diritto all’informazione perché per noi le sedi migliori sono quelle pubbliche e ci sembra normale che un responsabile politico risponda alle domande dei cittadini, anche se fatte per la strada, soprattutto quando gli si chiede conto di atti, a nostro avviso, così gravi come quell’accordo. Del resto, non ci risultava che Remaschi avesse rilasciato alcuna dichiarazione pubblica in cui spiegava alla popolazione come mai la sua Giunta aveva votato all’unanimità quell’accordo così deleterio per la nostra Valle, mentre lui era assente in quanto in missione in Finlandia, come da lui stesso dichiarato.

Oltre a quella sul perchè della sua assenza in una circostanza così importante per il futuro della Sua Valle, abbiamo rivolto all’assessore altre domande ben precise: una sul fatto che l’accordo regione-KME prevede, con l’inceneritore, una diminuzione di emissioni rispetto all’autorizzato anziché rispetto alle emissioni attuali e un’altra sul destino dell’agricoltura garfagnina a inceneritore costruito: a queste domande l’assessore non ha risposto.

L’assessore, fin da subito, si è mostrato palesemente contrariato dalla situazione, ci ha detto che quella non era la sede adatta per fare domande e ci ha chiesto perché non lo avessimo mai contattato per un incontro privato nel quale lui avrebbe risposto a tutte le domande. Il clima era sicuramente teso, determinato dal fatto che invece che comprensione ci siamo trovati come di fronte a un muro e questo ha contribuito ad accendere la discussione, i toni si sono inevitabilmente alzati ed è sfuggita un’espressione sicuramente infelice ma scaturita dalla frustrazione di non sentirsi ascoltati: un manifestante ha detto all’assessore che al nascere dei funghi alla diossina a causa dell’inceneritore, lui li avrebbe portati all’assessore, nella speranza che facessero effetto.

Non c’è nemmeno bisogno di sottolineare che tale inopportuna battuta non appartiene al pensiero del Movimento La Libellula, il quale non augura a nessuno di ammalarsi e che anzi chiede a gran voce e da tempo che la salute dei Valligiani sia tutelata. Quella battuta è stata fatta dal manifestante a titolo personale e la Libellula non la fa sua.

Tanto è vero che, ritornati al Convegno ancora in corso dopo la discussione con Remaschi, abbiamo dichiarato pubblicamente che la nostra è una “battaglia di ispirazione gandhiana” per la difesa di quel bene comune che è l’aria che respiriamo. Siamo convinti che il “principio di civiltà” a cui il presidente ASBUC fa giustamente riferimento e che ci unisce tutti è: confrontarsi, ascoltare i cittadini, rispondere alle domande, favorire la partecipazione, informare, sottrarsi alle pressioni dei poteri forti e lavorare per il bene comune. A questo modello di civiltà la Libellula si sforza di aderire e non può che gioire se anche politici e giornalisti locali vi aderiscono, evitando di montare casi inesistenti.

Di questa storia restano i fatti: le domande non risposte di Remaschi, l’articolo di Galeotti del 23 giugno che fornisce un quadro parziale (eludendo di riportare che Remaschi non rispondeva alle domande e che chi urlava era lui) e l’atteggiamento attivo e dialogante della Libellula che sempre più cittadini mostrano di apprezzare.

E cogliamo questa occasione per chiedere ai politici provenienti dalla nostra terra che promuovano progetti seri per il futuro della Valle e che contrastino progetti che non favoriscono la Valle ma solo gli interessi economici di pochi”

 

Movimento  La Libellula

Commenti

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  1. Luti Giuseppe


    Quando i politici hanno paura a rispondere alle domande, nascondono sicuramente qualcosa a tutti i cittadini.

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