“Il 23 settembre 2018 scadranno i contratti di solidarietà e ad oggi non sappiamo ancora se KME rientrerà in quelle aziende che riusciranno ad avere un ulteriore anno o se dovranno gestire i prossimi anni senza l’aiuto di un ammortizzatore sociale. Per analizzare il progetto di rilancio del gruppo e la richiesta di proroga degli ammortizzatori sociali, lunedì 25 giugno la Uilm e le altre organizzazioni sindacali, insieme alla Kme Italy, dovrebbero essere convocate al Ministero dello Sviluppo Economico. Usiamo il condizionale perché questa riunione ha già subito già troppi rinvii: doveva essere all’inizio il 18 giugno, poi il 19 e ancora il 22 per arrivare al 25 che speriamo sia la data definitiva”.
Lo dice, annunciando il nuovo rinvio a lunedì prossimo ed esprimendo preoccupazione per i tempi sempre più stretti, il segretario della UIL Toscana Nord, Giacomo Saisi.
“L’Italia – continua – non è ancora fuori dalla crisi, ci sono ancora molte aziende in difficoltà e la richiesta per avere un anno di proroga è molto alta. Non sarà facile, perché le risorse economiche messe dal governo nella manovra finanziaria del 2018 non saranno sufficienti per accontentare tutti, quindi resta di fondamentale importanza che l’azienda si presenti al MISE con un progetto credibile che miri al rilancio dello stabilimento Fornacino e di tutto il gruppo italiano. Il prima possibile. In questi due anni gli accordi firmati hanno aiutato l’azienda a rimettersi in carreggiata ma allo stesso tempo sono costati enormi sacrifici ai lavoratori, infatti ancora oggi molti dipendenti sono collocati al massimo dei contratti di solidarietà e per tutti dobbiamo trovare una soluzione e un definitivo ricollocamento all’interno dello stabilimento.
Come Uilm riteniamo indispensabile riuscire ad andare in continuità e avere un altro anno di Cassa Integrazione, ma soprattutto c’è la necessità di un piano industriale che miri allo sviluppo dello stabilimento, un piano che dia nuovamente futuro al sito e fiducia ai lavoratori, altrimenti per salvaguardare l’occupazione saremo costretti a fare l’ennesimo accordo difensivo, tenendo in considerazione che la vertenza diventerebbe ancor più complicata se saremo in assenza di un ammortizzatore sociale. E’ ormai più di 10 anni che lo stabilimento versa in una forte crisi e le intese sottoscritte nel tempo sono riuscite solo in parte a limitare i danni. KME, nel tempo, per cercare di rilanciare il sito di Fornaci ha chiuso gli stabilimenti di Campo Tizzoro a Pistoia (2006) e di Cordoba in Spagna (2012): tutto con l’obbiettivo di spostare produzioni da un sito all’altro, ma nonostante ciò non siamo riusciti ad evitare perdite di posti di lavoro. E’ arrivato il momento di provare a dare una svolta e invertire la rotta e pretendere che si punti a un definitivo rilancio di Fornaci, sito su cui Kme ha puntato con forza.
Il progetto sull’auto produzione di energia elettrica presentato sabato scorso a tutti i lavoratori se, come assicura l’azienda, rispetterà tutte le leggi vigenti e migliorerà le emissioni in atmosfera attualmente consentite, potrebbe essere il piano industriale dell’auspicato rilancio e dopo molti anni passati a cercare di salvaguardare l’occupazione finalmente si potrà tornare a parlare di sviluppo e di creazione di nuovi posti di lavoro”.
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