Una mattina Pierre si alza di soprassalto dal letto: stanno bussando forte alla porta, insieme a ininterrotti squilli di campanello. Va ad aprire mezzo addormentato, sono le sei di mattina.
Nicoletta è ferma sul pianerottolo, con i capelli spettinati e il fiatone. Lo abbraccia con trasporto pettinandogli con le mani i ciuffi scomposti. Pierre si prende l’abbraccio chiudendo gli occhi, come se un balsamo lo ungesse da capo a piedi. Poi un pensiero istantaneo come un fulmine gli attraversa il cervello: “Camilla è nel mio letto!”.
Nicoletta gli chiede di entrare.
Camilla si alza e li raggiunge, allacciandosi una vestaglia trasparente molto sexy. Nicoletta la guarda imbambolata e si presenta come il tecnico dell’antifurto inseguita da un maniaco. Chiede ospitalità per qualche ora. “Tanto qui ci dovevo tornare per tarare il sistema”, dice per giustificarsi, mentre inizia ad aggeggiare con la centralina, regolando i sensori per renderli più sensibili alle vibrazioni. “Ecco fatto! Con i colpi che ho dato bussando avrebbe dovuto suonare. Ora basta un fruscio perché scatti. Deve essere prudente signore, ci sono molti ladri in giro”. Pierre, esterefatto, resta ancora una volta senza parole difronte alle mille risorse della sua enigmatica amica.
Camilla, nel frattempo, prepara la colazione per tutti e tre, proponendo a Nicoletta di fermarsi da loro quanto vuole. La casa è grande e c’è posto per tutti. Inoltre, con un tecnico come lei in casa, non ci sarebbero problemi di intrusione. Pierre annuisce, timidamente, come se due Frecce Rosse stessero arrivando al binario scambiatore troppo velocemente.
Più tardi, trovandosi sola in casa, Nicoletta va nella stanza dei vini, prende in mano la bottiglia di Silex e si accerta che sul fondo sia ancora attaccato il suo pacchetto, delle dimensioni di un francobollo, che ha nascosto con maestria la volta precedente. Lo scarta: un diamante brilla. Lo rimette a posto con cura e ripone la bottiglia nella posizione originaria, sdraiata.
Pierre è distratto e in Enoteca fa un paio di gaffe, incarta un vino bianco ad un cliente che ha scelto un rosso, descrive perfettamente il terroir della Borgogna per un Chateau La Tour, insomma è confuso. Cosa lo aspetta a casa ancora non lo sa, ma dentro è tutto un ribollire, il che è veramente strano per lui, abituato ad avere la situazione sotto controllo. I Fratelli Commissi se ne accorgono e lo tengono d’occhio. Fra pochi giorni arriverà un grosso cliente Giapponese, quindi, niente scherzi!
La sera, Pierre porta a casa una magnum di Prosecco della Valdobbiadene non filtrato. Pensa che sarà il vino in grado di infondere il buon umore a tutti quanti e di allentare le tensioni, non avendo ancora capito che l’unico ad essere teso è lui. Camilla cucina un’ottima cena e a tavola la conversazione fluisce tra le due donne come se si conoscessero da sempre, mentre Pierre riesce ad inserirsi a fatica. A fine serata, Pierre si ritira stanco morto, mentre Camilla offre il bicchiere della staffa alla nuova arrivata. Alle due della mattina Camilla non si è ancora coricata. Pierre si sveglia di soprassalto e tende l’orecchio, sente risate e tintinnii di bicchieri. E’ turbato, non riesce a riprendere sonno e resta lì, silenzioso, con l’intento di percepire i discorsi delle due donne. Camilla racconta di quando l’ha conosciuto, da ragazzo, e di come ora i ruoli si fossero invertiti. “Così le piace credere!”, dice Pierre tra sé e sé. Nicoletta, ad ogni domanda di Camilla risponde in modo evasivo. E’ chiaro che non ama raccontare di se stessa. L’unico nome che pronuncia con sentito affetto è quello dello zio Arsenio.
Nicoletta il giorno dopo, chiede a Pierre di trovarle un posto sicuro dove stare per qualche tempo: il maniaco è appostato sotto casa sua e conosce gli indirizzi dei suoi amici. Gli racconta che la Polizia aveva preso sotto gamba il suo caso di stolking, sostenendo che il soggetto in questione non era pericoloso. Pierre accetta di aiutarla ma, non venendogli in mente niente di adatto, chiede aiuto ad Arianna, che a sua volta chiede aiuto al Capitano. Per fortuna quest’ultimo possiede il nascondiglio perfetto: un magazzino fuori Roma, corredato da un grande alloggio per feste e festini.
Arianna accompagna Nicoletta al magazzino. Tornando a casa telefona a Pierre, dicendogli che ora capisce perché Nicoletta è tanto speciale, è magnetica ed irresistibile come lui.
Pierre non sa cosa fare, ora che le due donne della sua vita si sono conosciute. Per la prima volta sente di dover fare qualcosa, dato che la situazione non si risolverà senza il suo intervento. Si scuote di dosso l’indolenza e pensa ad una strategia. Il fatto è che non sa quali pesci prendere.
Così, come al solito, ricorre alla sua storica amica. “Idee?”, chiede ad Arianna.
“In un uomo apprezzo la sincerità: scegli la tua donna ideale e sii sincero con lei”. La risposta lo sgomenta.
Intanto Claudio legge sul giornale un articolo sulla fuga della ladra ricercata per il furto nel palazzo di Pierre: una cornice in bronzo dorato del Settecento salita alla ribalta per nascondere all’interno un diamante di grosso taglio; c’è la descrizione della ladra. Claudio passa in Enoteca da Pierre con il giornale per confrontare la descrizione: “Razza bianca, di corporatura media, di 25 anni, con capelli corti e neri, consegnava pizze come copertura”. Pierre si fa pallido, mentre i Fratelli Commissi lo fissano con sguardo interrogativo. “Nicoletta proprio ieri è piombata a casa mia inseguita da un
maniaco, mi ha chiesto aiuto” confessa a Claudio. “Certo, quel maniaco è la Polizia!”, esordisce l’amico sfottendolo. “E mi ha anche tarato il sistema d’allarme!”, aggiunge sbigottito. “Sei sicuro che invece non te l’abbia disinstallato?”, insinua Claudio divertito.
Una volta a casa, Claudio chiede ad Elena se in Questura si parlava dell’inseguimento della ladra che aveva rubato la cornice con il diamante. Elena lo rimprovera di ricordarsi del lavoro di sua moglie solo grazie al furto commesso nel palazzo di un amico, “congratulazioni!”. Peccato che da sei mesi lei fosse stata trasferita al Tribunale, ma di questo Claudio non si ricordava… “congratulazioni!”, conclude Elena arrabbiata.
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