I recenti dati Istat indicano un calo dello 0,9% della disoccupazione giovanile in Italia rispetto a febbraio 2018 e del 4,4% su marzo 2017. Numeri che non stupiscono il mondo agricolo se pensiamo che quasi 30mila giovani nel 2016/2017 hanno presentato in Italia domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea.
“Il lavoro dei giovani cresce nei campi – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – anche nella nostra regione. La Toscana nella classifica delle domande per il primo insediamento si colloca al terzo posto, dopo Sicilia e Puglia, con ben 2763 domande presentate. Basta pensare che in Toscana, secondo i dati forniti da INPS, delle 23.303 aziende agricole autonome ben 3.805 sono gestite da titolari under 40 pari al 16.5%”.
Le aziende agricole dei giovani – ricorda la Coldiretti – possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. I giovani agricoltori – rileva la Coldiretti – usano il web e la tecnologia, 1 su 4 è laureato e conosce, almeno a livello scolastico, una o più lingue straniere, di solito l’inglese, mentre 8 su 10 sono abituati a viaggiare e andare all’estero, una caratteristica che permette di raggiungere e inserirsi in nuovi mercati e di mandare i propri prodotti in giro per il mondo. Secondo un recente sondaggio Coldiretti/Ixè, nel 57% dei casi oggi un giovane preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento).
“Per sostenere gli aspiranti imprenditori, Coldiretti ha costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito e assistenza web. E’ in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale – afferma Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite e lo dimostra il fatto – conclude De Concilio – che le domande presentate per i Psr già superano di circa il 44% il totale degli insediamenti previsti per l’intera programmazione fino al 2020”.
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