“Gente di corte”: un libro su Porcari di Giampiero Della Nina

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Giampiero Della Nina, che risiede a Porcari, è un personaggio poliedrico che dirige le sue attenzioni, con buoni successi, in varie e diverse direzioni della cultura e anche dello spettacolo. Specialmente indirizzato verso la storia del suo Paese e seguendo questa sua passione ha dato alle stampe diversi libri, ma la sua visione culturale e anche più ampia, specialmente nel definire i modi di dire del lucchese, unitamente ai suoi proverbi. Per altro, dobbiamo dire che ha dato alle stampe anche un libro abbastanza singolare nel suo soggetto, frutto del lavoro che ha esercitato, La professione di ragioniere a Lucca dal 1907 al 2006, 100 anni di storia”.

Persona posata, per dire della sua serietà, desidero ricordare quando mi sorprese un giorno preciso della mia vita, esattamente il giorno che presentai nel giugno 2015, alla Fondazione Ricci di Barga, il mio modesto lavoro, seppur interessante, sullo scultore cinquecentesco Pietro o Piero di Mario Simoni, alias Pietro da Barga, con sue inedite notizie barghigiane. Infatti, volle essere presente e al pensiero della sua venuta da Porcari a Barga, ancora, piacevolmente mi emoziona. Per il vero però, quel giorno, non mi resi conto che quel signore che svettava in fondo alla sala della Fondazione fosse lui. Sì! È vero, che non tanto velatamente mi aveva promesso che sarebbe venuto, però presi la cosa come una delle solite promesse che poi, magari si scordano. Al termine venne al tavolo per avere una copia autografata e quando, alzando gli occhi, chiesi il suo nome, avrei voluto non essere lì.

Premesso questo ricordo personale che mi aiuta a iniziare a parlare del suo ultimo libro, “Gente di corte”, va detto ancora che Della Nina ha scritto anche qualcosa della Storia Barga, due delle sue pagine più affascinanti nel libro “La Lucchesia e il suo Folclore”, 2016.
Un libro diviso per mesi, dove a luglio e a dicembre, trovano spazio anche due importanti memorie di Barga. A luglio nel giorno “25 luglio: San Cristoforo, Patrono di Barga. Barga festeggia il Patrono dalle gambe mozze.” (pagg. 158,160) Mentre, a dicembre, neanche a dirlo: “7 dicembre: A Barga un Doppio lungo 500 anni.” (pagg. 250-252) A questi due ricordi, collaborando da Barga tramite facebook, lo scrivente e Cristian Tognarelli.

Ora però, dopo questa presentazione del personaggio, è giunto il momento di dare spazio alla sua ultima fatica letteraria “Gente di corte”, Albatros, 2018; inserito nella collana “Strade, Nuove Voci”, a ciò premettendo che chi scrive lo fa avvisando il lettore che non è un critico letterario, volendo solo rendere omaggio allo sforzo letterario dell’Autore.

Il libro è presentato nel quarto di copertina con delle parole molto eloquenti circa il suo contenuto:

Ci sono luoghi che come specchi riflettono l’anima di chi li vive. E Via Pacconi, in un certo senso, era proprio uno di questi luoghi, abitata da gente onesta e umile. Circa a metà della via, nel punto in cui tutti erano soliti chiamare “alla luce”, a mezzogiorno gli uomini si riunivano per parlare del più e del meno. Usanze, tradizioni, storie di amore e di sacrifici si intrecciano in queste pagine dando vita a un romanzo che ci racconta la vita in un paese nelle campagne di Lucca nel secolo scorso e i giorni in cui gli italiani nel 1946 votarono la Repubblica.

Via Pacconi è nel paese di Porcari, luogo che si amplia ai suoi dintorni, in cui vive l’Autore e di conseguenza, dallo stesso, molto conosciuto in tutti i suoi aspetti, nel caso e storicamente, nella sua visione sociale e umana. Ne racconta le vicende, scolpendo i personaggi che vi hanno vissuto, con una forza tale, tanto da farli rivivere al lettore, come me, che neppure sanno chi fossero, restandone certamente affascinato, perché l’Autore, come avesse tra le mani un pennello impressionista ricco di sentimento, li disegna usando le parole come codice per farsi capire e non giocandoci inutilmente.

È un libro, un romanzo che guarda dentro un paese, Porcari, ma l’Autore non vede i giorni dei personaggi raccontati, il loro muoversi all’interno, tra cose belle o brutte, con distacco. Forse, per la forte sensibilità dell’Autore che li vide da giovane vivere quei giorni di Via Pacconi, o di loro sentì raccontare episodi e vicende dai più vecchi, nel libro ce li presenta in un vero dell’anima che coinvolge il lettore e lo fa immedesimare nella storia umana di un Paese, in un sorprendente spaccato di vita.

È Via Pacconi, in questo libro di Giampiero Della Nina, un formidabile caleidoscopio d’emozioni porcaresi che s’immedesimano con un tutto del mondo vicino e lontano. Un binocolo rovesciato, che aggiustato alla vista nel dritto, fa leggere le eterne traversie umane di sempre, nel caso di questo libro, nel senso più profondo, frutto della personalità dell’Autore, della sua penna intinta in una percezione delle cose ricca di variegati colori, uscendone ogni storia calda, a volte anche sferzante anima e cuore, altre, ma in definitiva in un tutti i racconti, un affettuoso snodarsi di passioni e dello struggente amore tra Anna e Rinaldo.

Io a questo punto avrei esaurito il compito che mi ero prefisso, però, per rendere maggiormente esaustiva questa presentazione, mi piace dare spazio a degli apprezzamenti che Della Nina ha ricevuto dai suoi compaesani e pubblicati su facebook, come nel caso del dottore in agraria, il novantenne Giuseppe Del Carlo, di cui faccio uno stralcio:

Finalmente ho avuto il tuo lavoro tramite Arbatros, che ho letto d’un fiato. Lo rileggerò con calma … Innanzi tutto voglio dirti che è bellissimo. Mi ha commosso più volte … Voglio infine esprimerti i più vivi complimenti per i modi semplici e razionali adottati per descrivere gli umani comportamenti di personaggi di Porcari, che mi hanno ricordato le fortunate opere di Piero Chiara e Andrea Vitali. Il tuo lavoro, invero, mi ha fatto fare un passo indietro di tre quarti di secolo. Ho riveduto la gente di via Pacconi degli anni ’30, ’40 e fino agli anni ’50 inoltrati. Quella gente, come premetti in copertina, onesta e umile, e che poi descrivi con i loro pregi e difetti, compreso le imprecazioni del tipo “accidenti a pionono”, che anch’io ricordo, ma all’epoca, prima della guerra, era considerata un’imprecazione innocua, quasi un intercalare come oggi si dice “mannaggia”.

Gente allenata a trovare risorse anche in periodi di siccità, dignitosamente, senza venir meno ai principi di onestà. Gente con il carattere da imprenditore nel proprio dna, a vari livelli. Come la riferita produzione delle granate di saggina, che tu correttamente chiami scope, e il loro commercio porta a porta a decine o centinaia di chilometri di distanza, con la bicicletta con o senza il piccolo rimorchio. O come la dimenticata raccolta di pattume per le strade, con paletta e carretto, di cui il Fucini aveva descritto nel racconto “Questione d’interesse” e che la Rai aveva portato sullo schermo con la partecipazione di Arnoldo Foà; o come la vendita per le strade di Porcari e dei paesi limitrofi, di frutta e verdura sul piccolo rimorchio dietro la bicicletta, oppure nel citato commercio delle sigarette americane del dopo guerra … In breve, credimi, mi è proprio piaciuta questa tua ultima pubblicazione, che merita una vasta diffusione, ma non solo locale, perché induce a capire tante cose. Personalmente ne farò omaggio ad alcuni amici siti agli antipodi del paese, per far conoscere la mia gente rispetto alla loro che decedeva per pellagra o per lupara.

Altro sentito apprezzamento è stato ricevuto dalla Sig.ra Aida Lucchesi:

In questo momento ho finito di leggere il tuo libro fra le lacrime, i ricordi nostalgici che mi hai riportato alla memoria, mi hanno molto commosso. Il libro è bellissimo. La storia a lieto fine, come una favola, di Rinaldo e Anna riporta il mio pensiero ai miei cari e ho rivissuto queste ore in loro compagnia. Ti voglio ringraziare pubblicamente.

Per altro possiamo dire che il libro ha ricevuto il suo battesimo proprio a Porcari, al Palazzo di Vetro della Fondazione Eugenio Lazzereschi, il giorno 21 aprile 2018. Prossimamente sarà presentato anche a Lucca presso la libreria Ubik, esattamente venerdì 11 maggio 2018.

 

 

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