Chiede spiegazioni il Movimento la Libellula circa una articolo apparso il 6 marzo sul Il Sole 24 ore dal titolo “Per il pirogassificatore si profila un’intesa a tre” che secondo il movimento: “Afferma che sarebbe imminente la firma di un accordo di programma a tre tra KME, Regione e Aziende Cartarie del distretto lucchese, destinato a dare il via al processo di approvazione dell’ormai noto, ma di fatto ancora invisibile agli atti, progetto di pirogassificatore, che si vorrebbe realizzare a Fornaci di Barga. Non possiamo nascondere lo stupore per una simile notizia – scrive ancora La Libellula . Nell’incontro del 22 Gennaio scorso, l’AD di KME Claudio Pinassi aveva infatti espresso il progetto di pirogassificatore come una delle ipotesi allo studio per l’autoproduzione di energia elettrica assieme ad altre (es. era stata citata anche l’ipotesi di una turbina a metano) e che in ogni caso di qualsiasi passo avanti la popolazione sarebbe stata informata direttamente dall’azienda, in una logica partecipativa e di totale trasparenza; gli avevamo inoltre sentito affermare che l’intenzione di KME non era certamente quella di aiutare il settore cartario per quanto riguarda lo smaltimento di fanghi e pulper, ma solo di risolvere al meglio il loro presunto problema sui costi energetici; questa era la situazione alla quale siamo rimasti a tutt’oggi.
Leggiamo quindi con stupore e sconcerto di questo imminente accordo, come se il progetto pirogassificatore fosse ormai cosa fatta, con l’attiva e compiaciuta partecipazione delle aziende cartarie e addirittura col placet della Regione, tutto questo in barba a qualsiasi principio di trasparenza e partecipazione sopra citato.
Ora, comunque la si possa pensare a riguardo del “progetto pirogassificatore”, quello che chiediamo in quanto cittadini, prima ancora che come appartenenti al movimento, è chiarezza, da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Chiarezza, in primis, da parte di KME: si è infine deciso di abbandonare qualsiasi ipotesi alternativa e si è virato definitivamente sul pirogassificatore? Se sì, quali sono le reali ragioni che spingono verso questa soluzione? Si vuole continuare davvero ad affermare che il problema sono i costi energetici, nonostante la recente normativa sulle aziende energivore che ha fornito gli sconti richiesti dallo stesso AD? O sarebbe invece meglio ammettere quelle che sono le reali implicazioni economiche di un progetto simile?
Se la strada scelta è davvero questa, l’azienda sappia che non ci accontenteremo affatto delle sue generiche affermazioni sul “miglioramento ulteriore delle emissioni globali di fabbrica” ma vorremo sapere puntualmente rispetto a quali emissioni (Diossine? Metalli Pesanti? Particolato?) e a quali parametri (Le emissioni attuali? Quelle autorizzate?) sarà misurato questo “miglioramento”; sa KME che la Valle del Serchio ha già adesso, con le emissioni attuali, livelli di polveri sottili spesso oltre soglia di legge e è caratterizzata da fenomeni di inversione termica che favoriscono il ristagno degli inquinanti? Sa che studi epidemiologici autorevoli affermano come la media dei decessi e dei ricoveri per malattie collegate alle emissioni inquinanti sia già drammaticamente oltre quella regionale? Ci aspettiamo risposte davvero convincenti riguardo a questo supposto “miglioramento”, dato che si parla non solo di installare questo impianto che brucerebbe decine di migliaia di tonnellate di scarti plastici, ma anche di aumentare la produzione di rame di circa 30.000 tonnellate e di aumentare notevolmente il traffico pesante.
Chiediamo chiarezza anche da parte delle aziende del distretto cartario: si vuole davvero puntare su questa soluzione per lo smaltimento del pulper di cartiera? Che fine farà il progetto Ecopulplast, finanziato dall’Unione Europea e certificato come vero progetto di economia circolare? Come avevamo già scritto in precedenza, i numeri riguardanti la quantità di pulper originata dal distretto cartario lucchese, non sono compatibili con entrambe le soluzioni e l’impianto di Fornaci dovrebbe sicuramente importare rifiuti, non necessariamente cartari, anche da altre parti d’Italia: altro che pirogassificatore a “chilometro zero” di cui favoleggia il giornale di Confindustria; ricordiamo al Sole 24 Ore che associare galline e uova (seppur di Colombo) con impianti che emettono diossina, non ha portato molto bene in passato, dal Belgio in poi.
Chiarezza infine anche da parte delle istituzioni coinvolte: la Regione è seriamente d’accordo con questa ipotesi? I parlamentari neo eletti che avevamo interpellato che cosa hanno da dire a riguardo di questo improvviso presunto accordo a tre?
Attendiamo con fiducia chiarezza da parte dei soggetti coinvolti.”
Tag: pirogassificatore
DISGUSTATA
9 Marzo 2018 alle 13:26
MA CERTO: IL PIROGASSIFICATORE E’ UNA BOTTA D’OSSIGENO IN TUTTI I SENSI!!!
CHE SCHIFO!
Roberto Conti
10 Marzo 2018 alle 9:55
A prescindere se si sia favorevoli o contrari al Pirogassificatore, in questa storia mi rendo conto che a qualcuno sfugge il piccolo particolare che, in un paese democratico, sono le norme di legge a regolamentare le attività umane e industriali, con gli organi competenti che sono deputati a verificare se le caratteristiche di un progetto le rispettano e, in base a cosa riscontreranno nelle loro verifiche, se rilasciare o meno le autorizzazioni per avviare queste attività.
Questa moda di organizzare comitati (per qualsiasi problematica, e che, vorrei chiarire e ricordare, non possiedono alcun requisito per essere riconosciuti come interlocutori in alcun procedimento legale) può rivelarsi pericolosa per il mantenimento dello stato di diritto di una democrazia rappresentativa, in quanto fa passare il concetto che il cittadino possa scavalcare, se contrario a una cosa che non gli piace, gli organismi preposti ad attuare le norme promulgate dal legislatore e le leggi stesse; ripeto ciò può essere potenzialmente pericoloso, perchè, concettualmente, chi dimostra di non rispettare le leggi o gli enti preposti ad attuarle, anche in nobili lotte ambientalistiche, può far pensare che possano essere non rispettati anche in ambito di problematiche che riguardano l’ ambito democratico e il rispetto per la sicurezza e l’ integrità del prossimo, quindi pensiamoci bene prima di contrapporci, non nelle sedi appropriate , quali le camere del parlamento, alle norme di diritto!!!!
Caterozzino
10 Marzo 2018 alle 15:12
Egr. Sig. Roberto Conti, prima di fare affermazioni la invito a studiarsi bene la normativa vigente. Lei afferma, in nome della democrazia, che i comitati nati per “moda” non possiedono alcun requisito per essere riconosciuti come interlocutori in alcun procedimento legale (parole sue). Le cito l’art 3-sexiex del decreto 152-2006 (testo unico ambiente): “In attuazione della legge 7-8-1990 n 241 e successive modificazioni, e delle previsioni della Convenzione di Aarhus ratificata in Italia con la legge 16-3-2001 n 108 e ai sensi del decreto legislativo 19-8-2005 n. 195 CHIUNQUE SENZA ESSERE TENUTO A DIMOSTRARE LA SUSSISTENZA DI UN INTERESSE GIURIDICAMENTE RILEVANTE, PUO ACCEDERE ALLE INFORMAZIONI RELATIVE ALLO STATO DELL’AMBIENTE E DEL PAESAGGIO NEL TERRITORIO NAZIONALE”. Evidentemente il legislatore, con una sensibilità maggiore della Sua, ritiene che essendo l’ambiente proprietà di tutti noi, sia meritevole di tutela, da perseguirsi anche da parte dei cittadini, riuniti in comitati o meno, che hanno sempre e comunque il diritto di chiedere accesso agli atti amministrativi emanati dagli enti preposti.
redazione
12 Marzo 2018 alle 17:10
Imparate però a firmarvi, per cortesia; come ha fatto il sig. Roberto Conti. E’ giusto, quando si commenta una persona reale come il sig. Conti, far sapere chi siamo e non utilizzare uno pseudonimo. Grazie.
Roberto Conti
12 Marzo 2018 alle 18:50
Certo Signore o Signora (ma, sono sicuro, che non lo sapremo mai e Caro Direttore, lasci perdere, il mondo è pieno di individui che non hanno abbastanza carattere per esporsi, è e sarà sempre così!!)….Anonimo/a, lei ha perfettamente ragione, chiunque può accedere alle informazioni relative allo stato dell’ ambiente e del territorio nazionale e ciò è anche giustamente sacrosanto, ma poi finisce lì, o vuole che le sveli che fine ha fatto il ricorso del “Movimento Anti Inceneritore dell’ Alce”, quando è arrivato al Giudice competente?!?!
valter ghiloni
13 Marzo 2018 alle 7:55
E’ anche vero però, Roberto, che quell’incenerito non è stato fatto… quindi a qualcosa è servito esporsi. Quello che invece noto, anche con soddisfazione, è che nel tempo si sono invertiti i ruoli, una volta ero io quello che riteneva il rispetto delle norme fondamentali…. ora non più, l’età e l’esperienza mi hanno insegnato qualcosa. E, già detto e ripetuto e sempre firmandomi, in tema di salute non esiste legge, esiste il mio pensiero e la mia possibilità di ribellarmi anche alla legge.
Roberto Conti
13 Marzo 2018 alle 15:32
Ciao Valter, è un piacere sentirti, sono così tanti anni che non ci incontriamo!!! Il mio è un discorso di concetto e generale e proprio perchè, a livello “filosofico” non sono un fervente…estimatore del sistema democratico (non ti illudere, nell’ invecchiare io non ho cambiato idea, l’ ho solamente…raffinata!! 🙂 ) mi fa specie che chi si professa tale, quando le regole del sistema vanno a scontrarsi contro i propri interessi particolari, metta in dubbio le le leggi licenziate dalle istituzioni e gli organismi preposti a farle rispettare.
In quanto al perchè l’ inceneritore della ex ALCE, non è stato fatto, perchè si sono opposti gli enti locali di quel territorio, ripeto, il comitato popolare, a livello legale, non è stato nemmeno preso in considerazione; in definitiva e questo lo riconosco, l’ unico potere pratico che hanno questi comitati è quello di esercitare pressioni sui politici che gestiscono gli enti locali.
Tutto ciò a prescindere se sia opportuno o meno fare questo pirigassificatore, io, a differenza di troppi pro e di troppi contro, sono consapevole di non possedere adeguate conoscenze tecniche da poter esprimere un giudizio in merito.
Stammi bene e ciao. h
Graziello Togneri
13 Marzo 2018 alle 16:28
Secondo me, caro Valter la Legge e le Norme vanno sempre rispettate, almeno in uno stato civile e di diritto. “Lex, dura Lex, sed Lex”.
valter ghiloni
14 Marzo 2018 alle 7:51
Protestare non significa comunque non rispettare la legge. E contestarla neppure. In ogni caso sono consapevole, quando violo consapevolmente certe norme, delle conseguenze giuridiche, penali e civili, che ne possono derivare. E questo è per me l’importante. Se una legge è contro le mie idee, se posso non la applico (in taluni casi è possibile) se è impossibile non mi pongo problemi. Consapevole delle conseguenze.