LUCCA – Sono 8.258 le imprese femminili attive in provincia di Lucca a fine 2017: dopo un periodo di ininterrotta crescita, nel corso del 2017 si è registrata un’inversione di tendenza che ha progressivamente portato la flessione al -0,8% nei dodici mesi, per 69 imprese in meno. Si tratta di un andamento peggiore sia rispetto alle imprese non femminili (-0,4%) che al complesso imprenditoriale provinciale sceso del -0,5%.
A determinare la dinamica è stata la flessione del numero di iscrizioni, diminuite di 93 unità (-12,2%) rispetto al 2016, cui si è aggiunto un lieve incremento delle cessazioni. Similare l’andamento in Toscana, dove l’intensità della contrazione delle iscrizioni in rosa è però risultata inferiore (-4%).
È questo il quadro che emerge dall’analisi del Registro delle imprese tenuto dalla Camera di Commercio di Lucca, dove le imprese femminili attive alla fine del 2017 arrivano a incidere per il 22,6% sul tessuto imprenditoriale provinciale. Lucca si colloca al di sotto della media regionale (23,8%) insieme a Pisa (23,1%), Pistoia (22,8%) e Firenze (21,9%); le province con la più elevata incidenza in rosa risultano invece Grosseto (28,2%), Livorno (26,2%), Prato e Siena che rilevano un peso superiore ai 25 punti percentuali.
“La condizione di svantaggio che in passato ha caratterizzato il ruolo delle donne nel mondo del lavoro e dell’imprenditorialità – ha commentato Giorgio Bartoli, Presidente della Camera di Commercio di Lucca – ha sviluppato in loro una maggiore determinazione nel perseguire obiettivi di realizzazione professionale e personale. A Lucca le idee per avere successo non mancano, ma devono essere sostenute. Come prescrivono le direttive europee, infatti, gli Stati membri devono sostenere e incentivare l’imprenditoria femminile e la presenza femminile nelle imprese, a partire dai vertici. Le istituzioni italiane mettono a disposizione delle donne una serie di agevolazioni e sgravi fiscali utili per l’attività imprenditoriale. Anche incubatori, fondazioni e altri soggetti privati stanno andando in questa direzione.”
All’interno del territoriale provinciale la diminuzione ha interessato la sola area della Versilia (-1,8%, -69 unità), dove risultano insediate ben 3.701 imprese femminili per il 44,8% del totale provinciale, in particolar modo i comuni di Forte dei Marmi, dove si registra la più elevata incidenza femminile, e di Viareggio. Nella Piana è presente invece il 40,0% (3.301) del tessuto imprenditoriale lucchese in rosa, mentre il 15,2% opera nell’area della Valle del Serchio.
Circa due imprese attive su tre (63,9%) sono imprese individuali, mentre le società di capitali e quelle di persone si fermano rispettivamente al 17,7% e al 16,6% del totale.
Quasi l’80% delle imprese femminili lucchesi svolge attività nei servizi, con le più elevate numerosità nel commercio (2.378 imprese; 28,8%), nel turismo (1.132; 13,7%), nelle attività dei servizi alla persona (lavanderie, centri estetici, parrucchieri, etc.) con 904 unità attive in provincia (10,9%) e nell’intermediazione immobiliare (562 unità; 6,8%). Di rilievo anche la presenza femminile nelle altre attività dei servizi (1.256 imprese), in particolare nel noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, nelle attività di intrattenimento e nelle agenzie assicurative. Più contenuta la quota di imprese in rosa nell’industria, scesa all’8,6% (712), e nell’edilizia (3,8%), mentre nel settore agricolo le imprese femminili sono 800 (9,7%).
L’11% delle imprese femminili è anche giovanile (under 35) per complessive 898 aziende, mentre la quota di imprese femminili straniere si attesta al 10,2% (842 unità), un valore ben al di sotto di quella regionale (15,8%) riconducibile in gran parte all’elevata presenza straniera femminile a Prato e Firenze. Il 21,5% delle imprese in rosa risulta infine artigiana, un valore poco al di sotto della media toscana (22,7%).
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