Organisti litigiosi a Barga

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Siamo nell’anno 1591. Una disputa economica tra due suonatori stipendiati dall’Opera contemporaneamente per accompagnare il servizio liturgico.

Uno è una nostra vecchia conoscenza: il sacerdote Ortensio Manni, pievano del Duomo; l’altro un certo Cristoforo Carlini, altrimenti citato con il cognome di Parducci.

Una vicenda, contrassegnata anche da un episodio di favoritismo nei confronti di Carlini (Parducci) fratello del sacrestano. Carlini a quanto pare spesso non assolveva i suoi impegni e non poteva neppure essere ripreso per motivi di convenienza.

«Molto magnifici signori miei osservandissimi, l’ordine di Vostre Signorie molto magnifiche che in questa Pieve vi stiano due organisti i quali devino parimente servire alla cappella che si fa ogni domenica in laude di Nostro Signore et per le Pasque et altre solemnità in canto figurato, qual ordine è stato posto in uso con molto decoro et reputatione di questa chiesa et oltra la satisfactione universale s’è veduto far frutto ne ministri di essa di maniera che potranno sempre a luogo et tempo corrispondere al debito loro. N’attraversa hoggi quest’ordine un Cristoforo Parducci organista compagnio d’Hortensio Manni, quale in tutto il tempo di suo servitio non s’è mai trovato comparir al canto com’è obligo et non v’essendo chi l’appunti per essere il sagrestano suo fratello al quale […] quell’offitio se ne resta impunito, onde da parimente occasione quello suo far che gl’altri siano per abbandonare quest’uso laudabile. La qual cosa ho significato a Vostre Signorie molto magnifiche, con pregarli che non la permettino, ma più tosto con destrezza diano ordine al Cancelliere che non faccia polize ad alcuno di suo salario se prima non è giustificato dal Pievano ch’habbia fatto o dia mallevadore di fare l’obligo che deve nel servitio della chiesa, se però questo le par conveniente, o altra provisione come più le tornerà commodo purchè ciascuno faccia gl’oblighi che deve.

Il che se bene sarà giusto lo riceverò per gratia di Vostre Signorie molto magnifiche alle quali di cuore mi raccomando. Di Barga li XII di febbraio 1591. Di Vostre Signorie molto magnifiche affationatissimo servitore il Pievano di Barga.»

Una lettera del Podestà conclude la vertenza precisando che la documentazione era stata trasmessa al Magistrato dei Nove per una decisione arbitrale:

«Molto magnifici signori, rispondendo alla di Vostre Signorie molto magnifiche de 12 di genaio passato presentatami li 6 stante se li dice che havendo hauto a me Ortensio di ser Baccio Manni e Cristofano Carlini e nogli havendo potuti mettere d’acordo della differentia che è fra loro per conto del organo di questa pieve et del salario dell’organista stando ciascuno di loro su le pretensioni altre volte da me scritteli, gl’ho rimessi al Magistrato di quelle per il dì 15 stante con tutte le loro ragioni e pretensioni, come ni hanno ordinato. Ne sendo la presente per altro Iddio nostro Signore le feliciti. Da Barga li XI di febraro 1591. Di Vostre Signorie molto magnifiche, Cosimo Tedaldi Podestà.»

Mi riservo di rivelare in seguito l’esito della disputa qualora riesca a rintracciare altri documenti inerenti l’argomento.

 

Riferimenti archivistici:

Archivio di Stato, Firenze, Nove Conservatori del dominio e della giurisditione fiorentina, filza n.2435, lettere (1589-1591).

 

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