BARGA – La fine del 2017 porta un’altra bella novità che merita di essere sottolineata a dovere, perché riguarda il recupero del nostro patrimonio storico ed architettonico e soprattutto perché riguarda un’associazione che in tanti e tanti anni di onorata presenza a Barga ha sempre dato tanto e non ha mai chiesto nulla in cambio. Stiamo parlando del Gruppo Alpini di Barga e della loro intenzione di procedere, appena sarà possibile, al recupero della chiesina di Villa Gherardi, biglietto di ingresso, adesso assai fatiscente ed indecoroso, del nuovo ISI di Barga. E’ un progetto accarezzato da anni, dai tempi di Luigi Salotti presidente e segretario l’inossidabile Antonio Nardini, ma ora con il giovane presidente Andrea Bertolini (coadiuvato da Graziano Angelini (vice capo gruppo e Gabriele Cardosi segretario – cassiere), sembra che finalmente possa vedere la realizzazione, con la ristrutturazione della chiesina che diverrebbe la sede sociale degli alpini, nonché museo della storia del gruppo alpini di Barga, con le immagini relative anche agli alpini barghigiani che nel corso di più di un secolo hanno fatto parte di questo corpo. Le loro foto, le foto della storia degli alpini di Barga sono ora ammucchiate in alcune scatole nella piccola sede condivisa con altre realtà presso la sala Colombo.
E’ del 27 dicembre scorso l’approvazione da parte del comune dello schema di contratto della convenzione per la concessione della gestione cappellina e di un’area a verde, con annessa vecchia serra, posta nei pressi di Villa Gherardi. Nella prima appunto l’idea di realizzare la sede sociale ed il museo della storia; nella seconda un luogo di intrattenimento e di ricreazione per tutti gli associati del gruppo. La convenzione deve ora essere perfezionata e firmata tra le parti: gli alpini si impegnerebbero a realizzare tali restauri a proprie spese e ad avere in gestione l’area per un periodo di almeno cinque anni.
La cifra stimata per l’operazione si aggira sui 18 mila euro, ma forse ci vorrà molto di più per realizzare il progetto, ed anche il sogno, dei nostri Alpini.
Il Gruppo è costantemente impegnato in diverse iniziative tutte al servizio della comunità; è in testa a tutti i gruppi toscani per l’attività che svolge nel campo sociale. E’ stato ad esempio il primo tra le associazioni alpine ad inviare una cospicua somma per i terremotati dell’Abruzzo.
E’ in ottimi rapporti e collabora con Comune, clero e con le associazioni del territorio a tutti i livelli.
Da oltre 15 anni, costantemente, in accordo con l’Amministrazione Comunale, la direzione didattica ed i Carabinieri, svolge il servizio di vigilanza presso le scuole elementari e medie del capoluogo. Per quanto concerne la cura del territorio, gli Alpini tengono in ordine diverse aree a verde. E’ l’unico gruppo della sezione che ha in cura due cappelle: la capellina che si trova sulle rive del Lago Santo modenese, e la chiesa delle Palmente, lungo la strada di Loppia, dedicate ai caduti Alpini, sotto il titolo della Madonna della Neve.
Ma non è finita: hanno ripristinato la seicentesca fontana-ninfeo di Villa Gherardi; hanno restaurato le panchine di Canteo, hanno ristrutturato negli anni anche la fontana dell’opera di San Cristoforo che si trova nel podere della Vignola, sotto il Duomo. Da anni, come detto, si propongono di ripristinare anche la cappella esistente presso le scuole di Via dell’Acquedotto, dedicata alla Vergine assunta: una chiesina del seicento edificata dalla famiglia Angeli, da tanti e tanti anni abbandonata a se stessa
Che cosa hanno chiesto in cambio in questi anni? Niente. Proprio niente, se non la possibilità di passare qualche ora insieme e qualche piccolo contributo soprattutto per coprire le spese sostenute. Ma per tanti impegni non chiedono e non hanno mai chiesto nemmeno un soldo. E’ tutto lavoro di volontariato il loro. Che peraltro oltre a fornire importanti servizi, fa anche risparmiare un bel po’ di euro per la cura e la manutenzione del nostro patrimonio.
Ora vorrebbero portare avanti questo progetto e forse adesso sarebbe il caso che tutti noi facessimo un pensiero a dare stavolta una mano ai nostri alpini. Non hanno mai chiesto niente, ma stavolta forse avrebbero bisogno di essere aiutati perché l’operazione che intendono realizzare (e siamo certi che la realizzeranno, con la loro proverbiale forza, tenacia e positività) è importante ed anche onerosa.
Non lasciamo soli questi “ragazzi” che in generale, ad eccezione del presidente Andrea, di lustri sulle spalle ne portano ormai diversi, ma che non hanno perso lo smalto e l’energia di quando furono chiamati a servire la patria con in testa il cappello con la penna nera.
Non sappiamo ancora quando verrà firmata la convenzione, ma stiamo tutti all’erta e quando e se sarà, diamo noi, stavolta, una mano ai nostri alpini.
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