In merito alla chiesa di Eglio nel libro di Domenico Pacchi si legge quanto sopra:
«Terra non molto antica sotto la Vicaria di Castelnuovo […] ebbe la licenza di fabbricare la sua chiesa in onore di S.Frediano solo del 1494 li 2 ottobre.»
Due documenti sintetici,ma significativi, attestano casualmente la presenza di un antico organo nella chiesa di Eglio verso la metà del XVI secolo.
Forse risaliva addirittura al periodo di costruzione della chiesa citato da Pacchi.
Dalla lettura complementare dei due documenti appare evidente che allora la chiesa di Eglio era soggetta all’Opera del duomo di Barga.
Come è noto in seguito la chiesa apparteneva al Pievanato di Pieve Fosciana. Oggi il paese è una frazione del Comune di Molazzana.
Torniamo alla nostra storia che parla dell’organo antico. Siamo nell’anno 1588, e leggiamo un’accorata lettera scritta in data 20 aprile 1588 da don Camillo Manni pievano di Eglio al Magistrato dei Nove Conservatori di Firenze in merito allo stato di deperimento dell’organo situato in chiesa:
«Li molti bisogni di questa Pieve, a quali, è tenuta provedere l’Opera di essa son causa ch’io venga a manifestare la negligenza degli Operai intorno al poco provvedimento che ci pigliano […] Inoltre vi è l’organo che passano venti anni che non è stato servito da maestro alcuno et se gli v’ha di bisognio Dio cosa et dove hoggi con la spesa di cinquanta o 60 scudi o poco più o meno verria benissimo accommodato, in breve tempo sarà forza incominciarsi da capo a farvi nuova spesa.»
Il secondo documento è una registrazione di spesa presente in un libro di saldi dell’Opera di San Cristoforo di Barga dell’anno 1594, dove, in occasione di un intervento attuato da Giulio Cesare di Gaspare Todeschini allo strumento del duomo di Barga, appare anche uno stanziamento per la riparazione di quello della pieve di Eglio:
«Al reverendo messer Camillo Manni piovano di Egli scudi 15 a lire 7.10 per scudo, quali sono stati stantiati per li Operai secondo il solito per restauratione del organo in detta chiesa lire 112.10.»
Si deduce che lo stanziamento richiesto nel 1588 dal pievano Manni, sia poi stato ottenuto soltanto nel 1594 e che il lavoro sia stato eseguito dallo stesso maestro Giulio Cesare di Gaspare Todeschini.
Questo artista al momento non è altrimenti noto e non se ne conosce la provenienza.
Archivio di Stato, Firenze, Nove Conservatori del dominio e giurisdizione fiorentina, filza n. 2429, lettere (1588).
Archivio parrocchiale di S.Cristoforo, Barga, serie quarta, filza n. 1, saldi (1528-1598).
Domenico PACCHI, Ricerche istoriche sulla provincia della Garfagnana esposte in varie dissertazioni, società Tipografica, Modena MDCCLXXXV, p.54.
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