Sulla vicenda pirogassificatore presso KME, progetto che il prossimo 1 dicembre sarà illustrato ai sindacati dall’azienda, interviene anche la FIOM che fino ad ora non si era pronunciata sulla questione che però ricorda che ci sono anche altre questioni sul tavolo, a cominciare dall’arrivare al settembre 2018 con una produzione dello stabilimento in grado di far riassorbire gli attuali 85 esuberi.
Lo dichiara il segretario provinciale, Mauro Rossi: “In questi giorni in molti si chiedono e ci chiedono quale sia la nostra posizione sull’ipotesi di Kme di realizzare un termovalorizzatore all’interno dello stabilimento di Fornaci di Barga per ridurre i propri costi energetici.
Conosciamo a grandi linee tale ipotesi progettuale, siamo in attesa e ci auguriamo che venerdì 1 dicembre ci vengano dettagliati i particolari, consapevoli che su temi di questo tipo, che interagiscono con la vita e le sensibilità della popolazione di un’intera area, l’attenzione, la precauzione e la trasparenza debbano essere massime. E per quanto ci riguarda saremo vigili e scrupolosi.
Non vorremmo però che in questo modo l’attenzione si concentri soltanto su questo tema con una sorta di referendum e che si riduca l’impegno a rilanciare la produzione metallurgica e a salvaguardare l’occupazione. Non riteniamo ammissibile che un’azienda come Kme (che conta ancora 570 dipendenti) possa dipendere dall’esistenza o meno di questo impianto.
I dati finora disponibili sull’attività di Kme nel 2017 (volumi e risultati finanziari) indicano timidi segnali che possono anche essere interpretati positivamente ma che sono assolutamente al di sotto di quanto sarebbe necessario per dare sicurezza e certezza di occupazione a quanti (85) sono al massimo degli ammortizzatori sociali sulla montagna pistoiese. Se non ci sarà un netto cambio di passo ci troveremo a gestire la crisi senza nemmeno poter contare sugli ammortizzatori sociali.
La produzione metallurgica può e deve essere rilanciata. Bisogna puntare sulla ricerca e su nuovi prodotti: lo si era detto ma non si è fatto. Si doveva aggredire il mercato ed invece non si è sufficientemente puntato sulla commercializzazione dei prodotti. L’innovazione e la ricerca finora sono state indicate come essenziali solo a parole.
La direzione aziendale aveva annunciato un aggiornamento del piano industriale basato essenzialmente su tre punti: rilancio del core business (produzione di rame e leghe), ricerca e sviluppo, risparmio energetico.
Siamo pronti ad ascoltare cosa ci proporranno in merito alla questione dei costi energetici ma vorremmo che l’azienda ci indicasse anche le intenzioni sugli altri due punti.
Soprattutto ci auguriamo che la Direzione Aziendale abbia anche in mente un possibile e credibile piano alternativo e che non voglia legare le sorti aziendali solo a questo progetto di obiettiva e difficile realizzazione. Non sempre infatti le idee che ci sono state presentate come risolutrici dai dirigenti Kme si sono rivelate tali: a partire dal forno Properzi alla riconversione ad idroponica, alla joint venture con la Società Eredi Gnutti di Brescia”.
Tag: mauro rossi, fiom, kme
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