ULTIMA SCENA – LA VERITA’
Una figura di donna di spalle, vestita di mantello e cappuccio, sta in piedi difronte ad una croce in pietra, alla cui base si stende un tappeto di foglie.
PIERRE
Elisabetta! Mi dovete delle risposte!
La donna si volta. E’ Azyadè.
Pierre resta impietrito. Una fulgida luce d’autunno gli illumina il viso, evidenzianodone il pallore. Azyadè gli si avvicina. Le lacrime solcano i volti. Pierre le sfiora con le mani le labbra, temendo di essere difronte a una visione. Ma la donna lo abbraccia, d’impeto, sente il suo calore: è lei.
PIERRE
Tu…tu sei viva …
Azyadè si stacca lentamente dall’abbraccio.
Tu mi chiamavi, in tutti questi anni! Le tue apparizioni erano così reali!
AZYADE’
Io non ti ho mai dimenticato. Ti odiavo e ti amavo, allo stesso tempo.
PIERRE
Oh Azyadè, tu sei tutto ciò che voglio dalla vita. Perdonami per quello che ti ho fatto. Perdonami…
AZYADE’
Sei tornato. Ora sei qui con me e ti perdono.
I due si baciano con passione.
Camminando abbracciati raggiungono il castello ed entrano in biblioteca.
Lei si avvicina al tavolino da fumo e prende in mano la coroncina di roselline.
PIERRE
Il nostro talismano…ne ho uno anche io, quello che mi regalasti tu.
Così dicendo estrae dalla tasca la sua coroncina, ricomposta con i frammenti di stoffa lacera caduti sulla cabina del treno; la ripone nelle mani di Azyadè, gliele chiude e le bacia delicatamente.
AZYADE’
Ti ha riportato da me. Avrei voluto distruggere il mio nel fuoco! Ma non riuscivo, troppa dolcezza traspariva da quell’intreccio. Un intreccio di destini, che si sarebbero compiuti, infine.
PIERRE
Tu non eri in quella tomba. Il talismano non mentiva. Ora dimmi, perché sei qui? Perchè ad Istambul ti credono morta? Quella donna, Kadya, sembrava sincera, piangeva per te!
AZIADE’
Tu hai visto Kadya?
PIERRE
Sì, l’ho trovata. Era l’unica persona che potesse condurmi da te.
AZYADE’
Lei non sa. E’ impazzita, non voleva che ti amassi…
(esitando)
Mio fratello è venuto a prendermi, mi ha salvata. Tutti hanno creduto che, come rinnegata, fossi stata portata via per morire lontana. Così, Kadya mi ha creduta morta.
PIERRE
E … tuo fratello, ti ha portata qui?
AZYADE’
Sì, Pierre. E’ qui con me anche ora.
PIERRE
No! Non può essere! Tuo fratello è…
AZYADE’
Aslan è mio fratello.
Pierre appoggia la fronte sulle mani congiunte di Azyadè.
PIERRE
Tuo fratello…
In quel momento Elisabetta e Aslan entrano nel salone.
ELISABETTA
Noi vi dobbiamo delle spiegazioni, e anche delle scuse.
PIERRE
Poco fa ero in preda a due torrenti in piena: uno di rabbia ed uno d’amore. Ma ora posso accettare qualsiasi spiegazione. Non mi dovete alcune scuse, Elisabetta.
ELISABETTA
(rivolta ad Aslan)
Vedete amico mio, l’amore è un potente guaritore.
(rivolta a Pierre)
Mi sento responsabile del vostro viaggio ad Istambul, ma rispetto al resto, devo confessarvi che ho protetto i sentimenti vostri e di Azyadè dall’orgoglio e dallo spirito di vendetta che sono maturati in lei in questi anni, alimentati dalla distanza e dal dolore.
AZYADE’
(rivolta a Pierre)
Quando ho saputo che saresti venuto al castello, sono fuggita, ho avuto paura, non volevo vederti. Ma Elisabetta mi ha condotta alla ragione. Ha lasciato che tu compissi la tua ricerca,per poi tornare qui, da me, affinché io fossi pronta per ricevere il tuo amore e per perdonarti.
ASLAN
Elisabetta temeva in qualche vostro gesto disperato. Ma la verità, ah, quella, l’avreste trovata solo qui. Ed è qui, che vi ho ricondotto, una volta sicuro del vostro amore per mia sorella.
PIERRE
Mi avete seguito dunque, in tutto questo tempo: c’eravate voi dietro ogni mia scoperta e dietro ogni mia disperazione.
ASLAN
In quanto a disperazione, Aziadè ed io vi siamo maestri. Abbiamo perso famiglia, amici, casa, terra. Il nostro popolo è un orfano. I Russi ci hanno divisi quando eravamo picoli, e solo il destino ha voluto che ci ricongiungessimo.
ELISABETTA
E qui, caro Pierre, intervenite voi. L’ironia della sorte ha fatto in modo che il vostro abbandono costituisse, allo stesso tempo, motivo di speranza per i due fratelli. Ricordate le lettere che mi scrivevate una volta partito da Istanbul?
PIERRE
Si, certo.
ELISABETTA
Mi riportavate alcuni dettagli, che si rivelarono preziosi nella ricerca dell’harem, a cui Azyadè era stata venduta all’età di dodici anni.
ASLAN
Vi odiavo Pierre, per avere sedotto e abbandonato mia sorella. Ma, al contempo vi ero grato, per avermi messo sulle sue tracce. Bene, ora che conoscete la verità e, dato che, siamo in clima di perdono, propongo di dimenticare e di ricominciare dalle nostre nuove vite.
Aslan va verso Elisabetta e le prende la mano. Azyadè e Pierre si abbracciano teneramente.
Due coppie si sono composte. L’amore ha vinto su tutto.
Il giorno dopo Aziadè e Pierre partono con l’Oriente Express, diretti a Parigi.
Seduti nella carrozza ristorante, Azyadè è vestita alla moda occidentale ed indossa un cappellino con retina dal quale scendono boccoli di capelli ramati. Pierre è vestito in modo elegante, ha baffi curati e viso disteso. In mezzo, su un tavolino apparecchiato in modo sontuoso, rose bulgare in bocciolo emanano una dolce fragranza.
PIERRE
L’Europa ti piacerà.
AZYADE’
Sarà tutto nuovo per me. Metterò in pratica l’educazione ricevuta da Elisabetta. Non sono più la ragazza ingenua che si era innamorata di un marinaio.
PIERRE
… ed io non sono più quel marinaio…
Azyadè socchiude gli occhi color smeraldo e guarda fuori dal finestrino.
Passa un fattorino e si rivolge a Pierre.
FATTORINO
Volete regolare l’ora?
PIERRE
Non ne ho più bisogno, grazie.
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